Riceviamo e pubblichiamo
A sette mesi dalle elezioni comunali di Milano, il dibattito è focalizzato sul totonomi, alla ricerca del candidato giusto. Poco si discute delle idee e del futuro di Milano, capitale economica italiana e miglior esempio di internazionalità, che grazie ad Expo 2015 attraversa una ritrovata vitalità. Il capoluogo lombardo ha imboccato un percorso di crescita, sfruttando appieno il “turning point” rappresentato da Expo, che è stato un successo. Tuttavia adesso è arrivato il momento di raggiungere lo slancio internazionale in grado di porre Milano alla pari delle principali città europee.
Ecco alcune idee non convenzionali che ho immaginato per spingere sull’acceleratore dell’innovazione e per interpretare la città secondo i tempi in cui viviamo.
Oltre a discutere dei progetti da realizzare nell’area che ha ospitato Expo, bisogna valorizzare il patrimonio relazionale che è stato raccolto, in modo da rendere Milano il perno per la promozione delle opportunità d’investimento, turistiche e delle eccellenze e quindi realizzando un processo di arricchimento permanente. Se a ciò si affiancasse anche un assessorato alle Relazioni internazionali, Milano avrebbe due strumenti strategici per sviluppare la propria proiezione internazionale.
In aggiunta al progetto Human Technopole presentato dal governo, immagino una Innovation Unit per rendere Milano la capitale dei Big Data, costituendo un centro studi dedicato e creando la prima authority in materia, facilitando il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione grazie ad una task force di hacker civici, che inventino app e processi che migliorino la condivisione e lo scambio di informazioni tra cittadini e Comune, il controllo sulle infrastrutture comunali, sullo stato delle strade e dell’arredo urbano e permettano una più veloce reazione ad eventuali episodi di delinquenza.
A questo sarebbe possibile unire i potenti mezzi tecnologici concentrandoli su un obiettivo di sostenibilità vantaggiosa, sfruttando la più potente rete Wi-Fi d’Italia e potenziandola così da gestire la rete dei trasporti di superficie mediante wireless, un sistema innovativo e migliorativo per la qualità della vita dei cittadini.
Questa progettualità svilupperà paradigmi economici nuovi, come la sharing economy e la circular economy, nuove frontiere dell’economia mondiale.
Lo stesso modello di condivisione può essere applicato anche nel campo dell’istruzione, prendendo spunto dall’esperienza di Udemy, società americana che ha costruito una piattaforma di incontro tra chi vuole condividere le proprie competenze e chi desidera aumentare il proprio bagaglio conoscitivo, con 32.000 corsi. Adattando e ampliando lo scopo delle Scuole Civiche di Milano, si offrirà ai docenti l’opportunità di caricare le proprie lezioni, mettendoli alla prova con l’effettivo gradimento dei cittadini. L’incontro tra la domanda di apprendimento e l’offerta formativa alza l’asticella qualitativa, facilita l’accesso a una formazione di qualità in modo innovativo, tecnologico e a costo zero, ampliando la platea di beneficiari.
L’attenzione e la cura per l’arredo urbano è un fattore sottovalutato ma capace di cambiare radicalmente l’immagine di una città. Due esempi? Piantare 100 giardini in 100 aree abbandonate restituisce decoro, trasforma i quartieri e crea una Milano policentrica; attrarre investimenti privati per la rigenerazione urbana sul modello del Chrysalis Fund, fondo d’investimento lanciato dalla città di Liverpool che ha permesso la restaurazione di immobili di pregio.
L’attenzione al sociale, uno degli elementi più critici per le nostre città e, in generale, per l’Europa intera, deve essere coniugata con l’idea di ridisegnare il sistema di welfare.
La diffusione dei servizi individuali evidenziano come sia necessario attivare il ricorso alle risorse della comunità cittadina per permettere ai cittadini di organizzarsi in proprio.
In altri settori dell’economia si sta affermando un atteggiamento diverso, basato sulle relazioni sociali e sulla condivisione. La condivisione, infatti, crea valore e attiva le risorse della comunità offrendo ai singoli un arricchimento in termini di esperienze, permettendo di costruire un nuovo senso civico, un senso di solidarietà volontario. Perché non fare di Milano la capitale italiana dello sharing welfare, con un nuovo spirito civico, animato da imprenditorialità, innovazione, volontà di cooperazione e responsabilità?
Disrupt. Startup. Milano.
Simone Crolla
Managing Director American Chamber of Commerce in Italy