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Russia, Putin rinuncia alla Luna

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori, pubblichiamo l’articolo diMaicol Mercuriali uscito sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi

I razzi spaziali russi viaggiano col freno a mano tirato. Il budget decennale destinato a Roscosmos, l’agenzia spaziale federale, è stato tagliato già tre volte durante quest’anno passando dai 3.400 miliardi di rubli di inizio 2015 ai 1.500 miliardi di rubli di oggi, vale a dire una drastica diminuzione da 63,7 miliardi a 21,2 miliardi di euro.

Vladimir Putin è stato costretto a far economia sul Programma spaziale 2016-2025 e, pur non rinunciando ai lanci per le telecomunicazioni, al mantenimento dei gruppi orbitali e ad altri progetti di ricerca, davanti a un taglio così consistente è logico pensare che i cosmodromi russi lavoreranno molto meno.

Anche se Roscosmos assicura che la Russia manterrà una posizione da leader nel mercato mondiale dei lanci spaziali.

La crisi economica e i venti di guerra hanno inciso sulle scelte del bilancio federale e per i lanci spaziali si è deciso di ridurre pesantemente gli investimenti fino al 2021. Tra sei anni, a seconda della situazione economica, si valuterà se incrementare o meno la dotazione a Roscosmos in base all’andamento del bilancio federale e ai risultati del settore.

Sul sito della società di stato, l’amministratore delegato Igor Komarov ha spiegato che «sulla base della situazione economica attuale il volume delle attività definite dal programma spaziale federale è stato definito in 1.521 miliardi di rubli. Abbiamo ottimizzato il programma, mantenendo i progetti chiave, quelli inerenti il progresso tecnologico, fondamentali per lo sviluppo del settore».

Fino alla primavera scorsa, come aveva ribadito il portavoce di Roscosmos Yury Koptev, l’agenzia spaziale si era detta sicura di riuscire a portare un cosmonauta sulla Luna nel 2030, costruendo un nuovo super razzo per portare a termine la missione. Ma solo questo veicolo spaziale costerebbe la bellezza di 12,6 miliardi di euro, difficile pensare che l’ambiziosa esplorazione lunare possa essere compatibile con i nuovi tagli.


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