Il Partito popolare vince. I socialisti crollano ma si piazzano secondi. Podemos risale rispetto agli ultimi sondaggi e si piazza terzo. Ciudadanos raggiungono il 14% che li fa felici. E’ questo in sintesi il quadro dei risultati delle elezioni politiche in Spagna che si sono tenute domenica 20 dicembre.
IL VINCITORE RAJOY
Il partito Popolare di Mariano Rajoy, premier in carica, ha vinto le elezioni in Spagna ma non ha raggiunto quota 176 seggi, la maggioranza necessaria per governare. I popolari si sono fermati a 123 seggi, pari al 28,7% dei voti, 65 in meno rispetto al 2011.
LA RIMONTA DI IGLESIAS
Secondi i socialisti di Pedro Sanchez con il 22% dei voti e 90 deputati, seguiti a pochi passi da Podemos, il movimento anti casta guidato da Pablo Iglesias al 20% (69 seggi), che è risalito dopo gli ultimi sondaggi, e dagli “estremisti di centro” di Ciudadanos di Albert Rivera, che hanno conquistato il 14% dei consensi. L’affluenza è stata del 73,13%, quasi quattro punti in più rispetto al 2011.
IL PSOE PIANGE
Per il Psoe è il peggiore risultato dalla fine del franchismo, per il Pp dal 1982. Izquierda Unida ottiene due seggi, e i vari partiti nazionalisti, che potrebbero rivelarsi decisivi per la laboriosa formazione di una maggioranza di governo, 26 (9 la sinistra repubblicana catalana, 8 la lista Dl del presidente secessionista catalano Artur Mas, 6 il partito nazionalista basco Pnv, 2 gli indipendentisti baschi di Bildu, 1 i nazionalisti delle Canarie).
LO SCENARIO
La formazione del governo resta un enigma: l’unica maggioranza sicura sarebbe possibile solo grazie a un’alleanza tra gli uomini di Rajoy e il partito socialista, ma una “grosse koalition” alla spagnola sembra un’ipotesi remota, oppure un improbabile accordo tra socialisti e Podemos.
BASTA FROTTOLE, IN SPAGNA NON HA VINTO L’ANTI POLITICA. IL COMMENTO DI STEFANO CINGOLANI