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Vi racconto che succede al Pil italiano

La crescita del PIL italiano nel terzo trimestre 2015 è stata confermata a 0,2% t/t. La crescita tendenziale è pari a 0,8% a/a, un decimo meno di quanto annunciato con la stima preliminare. Il dettaglio delle componenti mostra un secondo trimestre di robusta espansione dei consumi (+0,4% t/t e 1,1% a/a) e ancora un contributo positivo delle scorte (0,3%).

GLI INVESTIMENTI

Gli investimenti fissi lordi risultano complessivamente in calo di -0,4% t/t e tolgono un decimo alla dinamica del PIL: i segnali positivi che vengono dalle indagini di fiducia e dagli ordinativi di beni capitali, dunque, nel terzo trimestre non si erano ancora tradotti in incrementi effettivi della spesa reale. La seconda delusione, ma in larga misura già anticipata dai dati di commercio estero, viene dalle esportazioni: il calo di -0,8% t/t ne riduce la variazione tendenziale a 3,5% a/a. Considerando che le importazioni sono aumentate di 0,5% in termini reali, la domanda estera netta ha sottratto ben lo 0,4 al PIL.

I SETTORI

Dal punto di vista settoriale, il valore aggiunto è cresciuto più nell’agricoltura (2,3% t/t) e nell’industria (0,3% t/t) che nei servizi (0,1%). Il valore aggiunto risulta addirittura in calo nel comparto alberghi, commercio, trasporti e comunicazioni (-0,2% t/t e -0,2% a/a), un elemento che farebbe propendere per un effetto dell’Expo 2015 più sostitutivo che aggiuntivo.

LE PREVISIONI

Alla luce dei dati odierni, raggiungere una variazione media annua di 0,9% nel 2015 richiederebbe una crescita di 1,0% nel 2015.T4. Le indagini congiunturali (come ad esempio il PMI pubblicato oggi) rimangono orientate positivamente e sono coerenti con una crescita circa doppia di quella osservata nel terzo trimestre. Ipotizzando una variazione nel 4° trimestre di 0,4-0,5%, a questo punto è probabile che la media annua si fermi a 0,7-0,8%.

LO SCENARIO

L’andamento inferiore alle attese della crescita reale è in parte compensato dalla dinamica del deflatore del PIL, cresciuto di ben 0,5% t/t: il PIL nominale, perciò, potrebbe essere in linea con la stima della nota di aggiornamento al DEF (+1,2% a/a). Il PMI manifatturiero è salito in novembre a 54,9, sostenuto dalla crescita dell’occupazione, della produzione (56,8) e degli ordinativi (56,8). La media di ottobre e novembre è di 0,6 punti più alta rispetto al terzo trimestre ed è coerente con una crescita del PIL di 0,4% t/t. Nello stesso periodo, l’indice Istat di fiducia delle imprese è stato rilevato a 104,9, cioè 1,4 punti sopra il livello del terzo trimestre.


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