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Banco Popolare, Monte dei Paschi e Carige. Perché la Gacs non eccita le banche in Borsa

Il settore bancario italiano ha preso atto degli scarsi dettagli dell’accordo tra il Tesoro Italiano e l’Unione europea siglato due sere fa.

Apparentemente, lo schema prevede che ogni banca si crei il suo veicolo, al quale girerà i Non Performing Loan a prezzi di mercato. Il veicolo genererà delle cartolarizzazioni a tranche, e la banca potrà comprare una garanzia dallo Stato per le tranche senior (ovvero quelle contenenti quei crediti che incorreranno in perdite solo se quelli delle tranche subordinate andranno tutti insoluti).

La garanzia avrà costi crescenti col tempo, per incentivare il recupero. La garanzia potrà essere apposta solo se le securities cosi formate avranno un rating investment grade (BBB- o superiore).

In tal modo, lo schema non si configurerebbe come un aiuto di Stato. Anzi, la previsione è che il Tesoro ottenga un ricavo dalla vendita della garanzia.

Così come è stato illustrato, lo schema non fornisce indicazioni sul punto focale, ovvero a che prezzo questi NPL usciranno dai bilanci bancari. La copertura media dei NPL è del 55% circa, mentre il valore di mercato viene genericamente indicato al 25%, il che lascerebbe sui bilanci delle banche, in caso di un trasferimento totale dei 200 miliardi esistenti, un buco di 90-50= 40 miliardi (calcolo approssimativo).

Su queste basi, non vedo l’incentivo per le banche a sgravarsi.

Rovesciando il ragionamento, bisogna vedere a che prezzo la bad bank può ritirare i vari prestiti, avendo come obiettivo di ottenere una tranche senior sufficientemente estesa, in grado di ottenere il rating investment grade, e quindi la garanzia, e delle trance mezzanine e una tranche equity correttamente prezzate. Si tratta di una valutazione che richiede altri dettagli, tempo, e competenze da strutturatori.

Il mercato, dopo un iniziale reazione positiva, ha ridotto marginalmente la probabilità di un bail in delle obbligazioni (i subordinati hanno recuperato un po’), ma ha penalizzato le azioni bancarie (tranne il Monte dei Paschi, che aveva sofferto più delle altre banche).

Il punto è che, al momento, non è stata eliminata l’incertezza relativa all’impatto dello sgravio sui bilanci bancari. Attendiamo altri dettagli.


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