L’indice di corruzione percepita, elaborato dall’organizzazione Transparency International, assegna all’Honduras il 122esimo posto su 175. La scorsa estate, il Paese è stato attraversato da proteste di strada durate oltre due mesi, conseguenza dell’ultimo scandalo di corruzione: pare che l’ex direttore dell’Istituto di sicurezza sociale e i suoi colleghi si siano impossessati di oltre 200 milioni di dollari per pagarsi macchine sportive, ville e altri lussi.
Parte della risposta al problema potrebbe venire dalla tecnologia blockchain. Certamente l’Honduras può non sembrare il fulcro della rivoluzione digitale; tuttavia un progetto pilota basato su questa tecnologia è attualmente in fase di sviluppo nel Paese latinoamericano e potrebbe ristrutturare la governance pubblica e ridurre il rischio di crimini, frodi e corruzione, tanto nel governo quanto nel sistema industriale.
La tecnologia blockchain è stata elaborata come componente di un sistema per tracciare e verificare le transazioni della criptovaluta bitcoin: un network diffuso di computer verifica tutte le transazioni in bitcoin e trasferisce a un registro digitale pubblico informazioni codificate sulle transazioni. Tale registro digitale distribuito contiene dunque informazioni per ogni bitcoin, compresa l’identità di chi lo ha detenuto in precedenza e di chi ha autorizzato il suo trasferimento da un proprietario a un altro. Per via della sua natura distribuita, è quasi impossibile manomettere il registro blockchain. Ecco perché blockchain si sta rivelando uno strumento incredibilmente diversificato, con applicazioni che vanno al di là del bitcoin.
Si possono, infatti, collegare a blockchain informazioni di altro tipo e usare, per la transazione stessa, mezzi diversi dal bitcoin. Blockchain può essere usata per tracciare in modo sicuro e trasparente i trasferimenti di qualunque cosa (o i cambi apportati), dai documenti per le transazioni finanziarie a quelle di oggetti fisici, come i diamanti.
Per esempio, la compagnia Everledger sta sviluppando una soluzione per impedire le frodi assicurative legate ai diamanti: possiede 40 informazioni su ogni singola pietra, più altri dettagli significativi. Ogni volta che una pietra passa di mano il registro viene aggiornato. Sono annotati anche i furti, rendendo così difficile per i ladri rivendere i preziosi, oppure per i proprietari presentare una falsa richiesta di indennizzo alle assicurazioni e poi rivendere la pietra.
Il progetto pilota dell’Honduras è una joint venture tra il governo, Factom ed Epigraph, due compagnie con sede in Texas che collaborano alla realizzazione dei registri del futuro, basati sulla blockchain. L’obiettivo è quello di applicare il sistema alla registrazione dei terreni a livello nazionale. Attualmente in Honduras la registrazione dei terreni avviene tramite il controllo e l’aggiornamento compiuti da funzionari governativi. La sua natura chiusa implica che i dati non siano sicuri, poiché suscettibili di manipolazione. Lo stesso sistema si applica a molti registri governativi in tutto il mondo. Con blockchain è possibile apportare cambi ai registri pubblici in modo più efficiente. Allo stesso tempo, tutti possono vedere con precisione chi ha autorizzato una certa modifica relativa, ad esempio, alla registrazione di un terreno.
“Struttura diffusa, immodificabilità e trasparenza sono le tre principali caratteristiche che permettono alle applicazioni basate sulla blockchain di contrastare le frodi e la corruzione”, dice Abhi Dobhal, vice presidente business development di Factom. “L’applicazione più celebre della blockchain, quella sui bitcoin, è resa sicura da una potenza di calcolo superiore a quella di tutti i server di Google messi assieme”.
L’effetto di simili registri blockchain sui governi di tutto il mondo sarebbe enorme. La Banca mondiale ha calcolato nel 2009 che la corruzione, la concussione, il furto e l’evasione fiscale costano ai Paesi in via di sviluppo 1,26 miliardi di dollari ogni anno. Secondo Transparency international, questa somma potrebbe permettere a 1,4 miliardi di persone di vivere per almeno sei anni al di sopra della soglia di povertà estrema, pari a un reddito di 1,25 dollari al giorno.
Le possibili applicazioni della tecnologia blockchain sono in continua espansione. I sistemi antifrode assicurative come quello sviluppato da Everledger potrebbero monitorare quasi ogni tipo di oggetto raro e, nel lungo periodo, forse anche i normali oggetti di casa. Il contrasto alla corruzione attraverso una maggiore trasparenza potrebbe applicarsi anche ai politici stessi: ad esempio si potrebbero monitorare i progetti di raccolta fondi, i potenziali conflitti d’interesse, i contributi ricevuti nel corso di campagne elettorali e, così, anche i voti. Il tutto immediatamente disponibile grazie a un registro pubblico diffuso.
Ma blockchain si scontra anche con ostacoli tecnici e pratici. Infatti, il limite alla quantità di informazioni che possono essere legate a una data transazione e il numero di transazioni che possono essere effettuate in un minuto sono questioni tecniche ancora irrisolte. Nella pratica i Paesi, le aziende, le organizzazioni non governative e le istituzioni – nonché la popolazione – devono accordarsi sul livello di trasparenza che desiderano raggiungere.
La velocità del progresso tecnologico impone questi dibattiti. Negli ultimi due anni il sidechain, luogo dove i codici blockchain possono essere modificati e sviluppati ulteriormente in maniera separata per progetti specifici, ha accelerato lo sviluppo del settore. Allo stesso tempo, blockchain non si applica solamente ai bitcoin. Stanno emergendo altre soluzioni che usano tale tecnologia, come Ethereum e Pebble.
Se si dovesse rilevare la positività dei progetti attuali in campi distinti come le frodi legate ai diamanti e i registri di terreni, il dibattito – tanto per i governi quanto per le Ong, le industrie o le singole aziende – si sposterà presto sullo sviluppo della blockchain anche in altri settori.
Traduzione di Francesco Pesce e Valeria Serpentini