Cara Rosa Maria Di Giorgi ti scrivo.
Ho letto il tuo articolo su L’Unità e la tua intervista a L’Espresso e credo convintamente che tu stia sbagliando. E ti vorrei dire perché.
Tu scrivi nel tuo articolo che “occorre individuare con saggezza quale possa essere il punto in grado di rispettare tutte le sensibilità” e nell’intervista alla domanda su cosa non va nella Stepchild Adoption rispondi parlando di utero in affitto. Insomma, come ho già scritto, si mescolano capre e cavoli. Dimensioni che non hanno a che vedere l’una con l’altra, che sono usate solo per creare tensioni, smuovere sedicenti coscienze assopite (che si svegliano a sentenziare solo quando si tratta delle vite altrui, delle proprie se ne guardano bene) e naturalmente per affossare un progetto di legge, il DDL Cirinnà, che è già, come hanno spiegato a più riprese Cirinnà, Lo Giudice e Scalfarotto, un risultato di compromesso. L’utero in affitto è già vietato in Italia. Inutile doverlo ripetere, lo saprai già. E allora perché ne parli?
Cara Rosa Maria, ti invito a guardare oltre i confini nazionali perché ti renderai conto che questo disegno di legge è già acqua di rosa, rispetto alle reali esigenze di una parte della popolazione e rispetto ai progressi sociali e umani delle nostre società occidentali. Scusami se mi permetto, ma ti invito a leggere qualche articoletto che ho scritto in tempi non sospetti, su queste tematiche: 1), 2), 3).
Ebbene, non puoi seriamente pensare che approvare, oggi, nel 2015, un disegno di legge senza la Stepchild Adoption possa essere considerato una rivoluzione. Siamo seri: sarebbe un po’ di zucchero per indorare l’ennesima medicina amarissima da far ingurgitare a una fetta della popolazione italiana, omosessuale ed eterosessuale.
Come ho scritto per L’Unità giusto l’altro giorno, a me dalla Germania, questa discussione appare davvero fuori dalla storia e dal tempo. Siamo all’assurdo perché la proposta che tu avanzi, l’affido rafforzato, non solo sarebbe un certificato di inutilità quasi totale a questo percorso del DDL Cirinnà, ma sarebbe anche una discriminazione in più a danno dei bambini. E arriviamo al punto centrale della questione e quello sempre ignorato: i bambini.
Quando si vuole affossare un qualsiasi progetto di riforma che vada a migliorare la situazione degli omosessuali in Italia, lo spauracchio è “pensiamo ai bambini”. Ed è verissimo: pensiamo ai bambini. Peccato che nessuno di voi guardi realmente a quanto sancito dalla Convenzione internazionale del fanciullo/dell’infanzia (1989) ossia il superiore interesse del minore. Lo ha fatto presente solo Sandra Zampa, in un’intervista al corriere della sera. E non a caso, perché lei fa parte della Commissione sui minori e l’infanzia. E si è detta, inoltre, a favore dell’approvazione della legge così come è.
Il superiore interesse del bambino, cara Rosa Maria, non coincide con l’affermazione del modello di famiglia che hai in mente tu né quello che ho in mente io, né quello, Dio ci salvi, che hanno in mente Alfano, Salvini, Meloni e Giovanardi. Il superiore interesse del bambino non significa affibbiargli una madre o un padre, a prescindere dalle valutazioni di merito. Significa individuare le modalità migliori e le persone giuste che possano favorirne lo sviluppo sociale, umano, emotivo e via dicendo. L’intervista alla giudice Melita Cavallo è in questo senso una fonte importante per capire cosa si intende. Va letta.
L’affido rafforzato non andrebbe a garantire a quei bambini la stabilità emotiva di cui avrebbero bisogno e questa stabilità la si costruisce, come accade in praticamente tutti gli altri Paesi europei occidentali che hanno provveduto a legiferare in materia, offrendo proprio la Stepchild Adoption, che, ripetiamolo perché fa bene, non ha niente a che fare con la maternità surrogata. Giusto per diritto di cronaca: in alcuni Paesi, Austria, Francia, Spagna e via dicendo, è addirittura riconosciuta la piena capacità di adottare per coppie omosessuali senza figli.
Ti invito comunque a cliccare qua per vedere la situazione nel mondo tra Stepchild Adoption e adozione a tutti gli effetti.
Questa, in sostanza, è una scelta di civiltà nel 2015. Di concretezza nel 2015. Perché?: per rispondere con le parole del nuovo primo ministro del Canada, Justin Trudeau, perché siamo nel 2015!
Si tratta, inoltre, di una presa di coscienza rispetto a un mondo che è andato avanti nei decenni a una velocità tale che anche in Germania si parla di matrimonio per tutte e tutti, gay e lesbiche inclusi, e forse anche di una vera e propria possibilità di adottare anche per coppie che non hanno figli biologici. Giacché la Stepchild Adoption è legge già dal oltre dieci anni. E tutto questo, malgrado un partito altamente conservatore come la CSU sia nel governo.
Ma quindi, nel 2015, di cosa vogliamo parlare Rosa Maria? Per me stiamo discutendo di temi che non ci portano da nessuna parte. Io sono per il matrimonio omosessuale e sono ovviamente a favore anche delle adozioni per omosessuali senza figli perché preferisco sapere un bambino felice con due madri o due padri, piuttosto che abbandonato a se stesso o con una madre e con un padre non all’altezza del compito. E di casi ne abbiamo tanti purtroppo. Sono d’accordo però con te che occorra mediare: in Italia, purtroppo, questi sono temi su cui si media da decenni e su cui non si arriva mai a una soluzione. Il DDL Cirinnà è già il compromesso che chiedi.
E ricordandoci che l’adozione è un diritto del bambino, non della coppia. Cambiamo la prospettiva e forse diventerà tutto più chiaro e semplice. E apriamoci a ciò che la società ci dice per evitare resistenze e goffe deviazioni. Per citare qualcosa: se non ora quando?
Coraggio, un caro saluto e spero voterai il DDL Cirinnà così come è.