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Che cosa divide davvero Juncker e Renzi

I rapporti tra Bruxelles e Roma sono sempre stati un tantino difficili e comunque ambigui. E a fatica ci sentiamo cittadini d’Europa quando a rappresentarci sono gli autoreferenziali “Grandi poteri”. Spesso viviamo un’Europa paradigmatica astrattamente edificata sulle istituzioni e gli organismi e non vediamo l’Europa dei diritti e delle libertà che dovrebbe essere accessibile da ogni persona che abbia appunto maturato la consapevolezza di essere cittadini europei. De Gasperi volle l’Italia in Europa oltre la dimensione politica ma come legittima vocazione democratica e occidentale della nostra Repubblica.

Dunque non basta l’integrazione economica che comunque stentiamo ancora oggi a realizzare, trascurando la dimensione sociale, sanitaria, dei trasporti e della giustizia e benché l’Europa dovrebbe costruirsi la sua identità culturale sulla condivisione dei principi e di una forza unificante, non si è riusciti a dare vita efficace a questo progetto sociale ed economico che avrebbe potuto fronteggiare le potenze internazionali. Sono consapevole che in questo momento particolarmente difficile anche per il nostro Paese il rispetto reciproco dovrebbe avere la priorità sulla politica d’assalto.

Dal punto di vista economico/bancario sono convinta che nelle diatribe renziane e juckeriane gioca il fattore dominante tutta la questione delle banche italiane in bancarotta e la debolezza del nostro sistema sempre più debole. l’Europa per essere dei popoli, ha da essere anche delle banche. Vediamo perché. Nessun capo di Stato o di governo ha mai chiesto di modificare i trattati, sicché ciascuno ne richiama l’applicazione facendo finta di mettere l’accento sul duro o sul soffice, ma sapendo tutti che c’è l’uno e l’altro, e in questo contesto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, s’è indirizzato alla Bundesbank e ha intimato di farsi gli affari loro,, non provando a far politica in Italia ( cosa che peraltro è sempre stata fatta i nostri governanti onnipresenti), anche se poi noi italiani abbiamo sempre fatto finta di non occuparci delle banche tedesche come delle Landesbanken e delle Sparkassen.

Ma l’Europa per essere dei cittadini deve rispondere ai cittadini, e non sia e risponda solo ai governi. Perché le banche centrali –in questo caso per l’Italia Banca Italia per la Germania la Bundesbank dovrebbero essere i e dei governi, mica i e dei sistemi bancari. Perché tutto il gran dibattito ruota attorno a rigore e flessibilità, ma con esclusivo riferimento al bisogno di ciascun governo di correggere i conti per non incorrere in infrazioni. Semmai qualcuno si sta occupando veramente di sviluppo e crescita produttiva, quindi anche industriale, quella è la Banca centrale europea e per fortuna che abbiamo Mario Draghi.

Magari l’Europa fosse della Bce,peccato però che sarebbe vagamente non democratica. Di Landesbanken e Sparkassen, invece, ci dobbiamo occupare eccome, così come in Italia dei Poli Bancari che si sono costituiti perché BANCA ITALIA non è più pubblica ma sono le Banche private che hanno la maggioranza e quando è stata ricapitalizzata alle banche private sono andati i soldi degli italiani. E per non per farci solo gli affari degli altri, ma per farci i nostri e quelli comuni, diamoci una mossa. Cosa dobbiamo sapere? Che sono sia qua che là banche regionali o locali o tedesche o italiane. La differenza è solo che la Germania è uno Stato federale, per questo ha una camera degli stati, quindi quel che noi chiamiamo regionale lì è statale, ma non federale.

E qui in Italia il sistema è molto simile. Sono comunque sia in Germania che in Italia banche che rispondono a potentati locali, fortemente politicizzate. Si dice che in Germania sono Banche che accettano il denaro contante come in Italia sarebbe più che sufficiente per chiamare subito la Guardia di Finanza? Non sono così certa che in Italia non succeda. Anzi. Ed è (anche) grazie a quel sistema, grazie al fatto che la Germania è il Paese con più pagamenti in contante(forse è per questo che Renzi ha aumentato a 3000 euro il pagamento in contante da noi?), che quando rivaluteremo il pil con l’economia sommersa il nostro crescerà di uno o due punti, il loro di tre o quattro. Sicuramente in Germania sono banche con cui hanno sostenuto settori produttivi altrimenti 2 fuori mercato. I tedeschi hanno combattuto la loro battaglia contro gli italiani del tessile proprio utilizzando quel genere di credito. Allora, se l’Europa vuole essere dei popoli, quindi dei lavoratori e degli imprenditori, deve essere anche Europa delle banche, nel senso che le regole non possono ammettere eccezioni. Sono i tedeschi ad avere chiesto che quelle loro banche siano tenute fuori dalle regole e dai controlli europei.

Ma non si può fare. Renzi sbaglia: noi di quelle banche abbiamo il dovere di occuparci, ma dobbiamo anche occuparci di più e meglio delle nostre e sapere la verità nascosta della confusione fatta sui recenti bancarottieri nostrani, perché devono essere rappresentati gli interessi di tutti gli italiani e i sistemi produttivi, altrimenti si rappresentano solo gli interessi dei ragionieri che redigono i bilanci statali. Che è esattamente l’Europa fallimentare. Proviamo a usare il nostro cervello come vitaminico per porre il problema di un serio, coerente e accettabile sistema bancario italiano ed europeo.

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