Riceviamo e volentieri pubblichiamo
La famiglia è il primo nucleo della società, origine dei gruppi che compongono una comunità e dunque la popolazione; la famiglia, con i figli, è anche il primo gradino sulla scala dei consumi: ne deriva che fare famiglie e avere figli non solo è sicuramente una gioia della vita, ma anche un motore che può rivitalizzare i consumi e far ripartire l’economia. È preoccupante dunque lo scenario presentato dal policy paper di Eupolis “La Famiglia oggi” che dipinge un calo del numero medio di componenti delle famiglie in Lombardia (da 2,7 membri nel 1994 al 2,3 nel 2013) e l’aumento di coppie senza figli (da 26,6% a 34,5). Questa mattina in Regione Lombardia è stato presentato il rapporto Eupolis durante la seduta congiunta delle commissioni consiliari Bilancio e Sanità. Sono emersi dunque dati che portano a riflettere su che tipo di welfare dovrebbero proporre le istituzioni, anche in virtù di un cambiamento della società che è sotto i nostri occhi e che, oltre a rappresentare nuovi bisogni, è figlio di una smaterializzazione di valori che fa emergere l’individuo invece della famiglia.
Rispetto al 2013, quindi solo 3 anni fa, le risorse per le politiche di sostegno alla maternità sono state ridotte in regione Lombardia di circa 4 milioni di euro. Si deve far di più: per questo NoixMilano sostiene idea del reddito di gravidanza, un aiuto economico per le mamme.È pur vero che i trasferimenti statali diminuiscono costantemente, ma la politica è chiamata a fare delle scelte e la protezione delle mamme, agevolarle nel far nascere e crescere un bimbo, dovrebbe essere uno dei principali obiettivi di chi ama la vita che ha la fortuna di possedere. La regione ha annunciato pochi giorni fa il successo di aver mantenuto circa 850mila euro (per il primo semestre 2016) di risorse da destinare al fondo nasko. Peccato che nel 2013 fossero oltre i 5milioni. È questa la politica a sostegno della maternità e della famiglia? Sono rammaricato e spero sinceramente che si riesca a fare di più.
È necessario che la politica e le istituzioni pensino a politiche per la famiglia e della famiglia, non dei singoli individui: questo deve essere il nuovo sistema di welfare; la famiglia, intesa come nucleo originario e come sede naturale della procreazione e dunque della continuazione dell’umanità, non può più aspettare. È necessario intervenire per sostenere le situazioni più difficoltose: in questo senso dunque si ponga l’attenzione sui nuclei monogenitoriali purtroppo sempre più numerosi, ma anche e soprattutto sulle famiglie che fanno la scelta di avere tanti bambini e che vanno sostenute affinché possano garantire tutto il necessario ai propri figli. I mutamenti che caratterizzano la nostra società – tra questi dunque anche l’aumento delle coppie che si separano – siano indicatori che guidano le decisioni amministrative di sostegno, ma non la linea guida politica: la politica invece oggi deve avere il coraggio di rispondere a questo relativismo dei valori, pur rispettando le libertà di scelte di ognuno.
Promuovere la famiglia naturale e sostenerla come nucleo (non dunque come singoli individui) significa avere l’ardire di sostenere un valore: quello dell’unione di due persone, che nonostante le difficoltà portano avanti un progetto di famiglia e si battono per garantire un’alta qualità di vita al totale dei componenti, inteso come un insieme indivisibile. Il relativismo che domina il nostro paese è anche frutto della mancanza di consapevolezza che da soli non si va da nessuna parte, mentre con una famiglia e dei valori alle spalle si possono superare tutti gli ostacoli.