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Ecco come la Russia di Putin finanzia i partiti anti euro (come la Lega?)

Il presidente russo Vladimir Putin starebbe conducendo una campagna di influenza a suon di finanziamenti sui partiti nazionalisti, anti europei e di estrema destra che rappresentano attualmente circa il 20% del Parlamento europeo.

L’INCHIESTA DEL TELEGRAPH

Secondo un articolo pubblicato dal quotidiano inglese Telegraph, le agenzie di intelligence americane hanno raccolto informazioni che dimostrerebbero come il Cremlino stia condizionando alcuni partiti politici in Europa. Alla National Intelligence guidata da James Clapper, il Congresso americano ha assegnato l’incarico di controllare i finanziamenti russi degli ultimi 10 anni ai partiti europei. L’analisi di questi movimenti ha come obiettivo determinare se Mosca vuole aumentare le divisioni nell’Unione europea per colpire la Nato e bloccare i programmi di difesa degli Stati Uniti, così come spingere verso la fine delle sanzioni economiche contro la Russia comminate a seguito della crisi ucraina. Il Telegraph dice che i funzionari hanno rifiutato di dire quali siano i partiti coinvolti ma si ritiene probabile che si tratti di forze politiche in Francia, Paesi Bassi, Ungheria, Austria e Repubblica Ceca e Italia, con riferimento alla Lega Nord di Matteo Salvini.

LA SMENTITA DI SALVINI

Il leader della Lega ha smentito il coinvolgimento del suo partito: “È una cazzata, una follia come le sanzioni alla Russia”, riporta il Fatto Quotidiano. Secondo il segretario federale del Caroccio, le informazioni del quotidiano inglese –  tratte da un dossier dell’intelligence Usa – sono infondate. Salvini ricorda che è andato a Mosca a dicembre per “difendere le imprese italiane dalle assurde sanzioni imposte dall’Europa che danneggiano soltanto noi”. E poi, scherzando: “Scusatemi, vado al bancomat a prelevare un po’ di rubli. Fatemi vedere dove è il conto che vado a prenderli”.

GUERRA IBRIDA

Per Igor Sutyagin, esperto del Royal United Services Institute (RUSI), la macchina propagandistica della Russia è “attualmente molto attiva”. Si tratta di una “guerra ibrida”, che secondo gli addetti ai lavori combina potenza militare convenzionale con tattiche di guerra informatica e condizionamento. “La campagna russa – ha spiegato Sutyaginlavora in una zona grigia per evitare contraccolpi politici e ha come obiettivo indebolire” l’unità “occidentale su Nato, Unione europea… e sanzioni economiche”.

LA LISTA DI PUTIN

Il legame tra la Russia e i movimenti euroscettici è materia di studio da tempo: nel 2013 il Centro di Intelligence Euroasiatica ha pubblicato una lista di partiti anti europei, con tendenze xenofobe e anti liberali, che intrattengono rapporti con Mosca. Nella lista ci sono l’Ukip (Regno Unito), il Partito Nazionale Democratico (Germania), Jobbik (Ungheria), Alba Dorata (Grecia) e il Front National (Francia).

MACCHINA DI PROPAGANDA

Le strategie della propaganda russa sono l’argomento centrale del libro “Putin’s Propaganda Machine: Soft Power and Russian Foreign Policy” di Marcel H. Van Herpen (2014). Nel testo è spiegato in dettaglio il caso di Timur Prokopenko, vice direttore della politica interna del Cremlino. Il gruppo di hacker Anonymous si è infiltrato nella corrispondenza elettronica dell’uomo e ha svelato messaggi tra lui e Konstantin Rikov, imprenditore russo nazionalista, che manifestavano l’intenzione di portare Marine Le Pen come osservatrice in Crimea. Rikov disse che la leader francese era impegnata in campagna elettorale e così, al suo posto, è stato inviato Aymeric Chauprade.

IL PRESTITO A LE PEN 

Il caso mediatico più forte riguarda proprio l’influenza della Russia sul Front National. Il partito di estrema destra si è rivolto a una banca legata al Cremlino per un prestito. Si trattava della banca First Czech Russian Bank, come lei stessa ha riconosciuto. La somma? Circa 9 milioni di euro. Nel libro “Marine Le Pen, decodificando il discorso del Front National”, Cecile Alduy sostiene che “la famiglia Le Pen ha molti legami intimi con oligarchi russi”. Il loro sostegno non è solo economico. Il Cremlino collabora con la Le Pen anche  con una campagna mediatica a suo favore. La tv Russia Today (RT), che trasmette in inglese, spagnolo e arabo, offre una copertura compiacente delle informazioni che riguardano il Front National.

L’ENDORSEMENT A CORBYN 

Nel Regno Unito, invece, il preferito di Putin è Jeremy Corbyn (qui il ritratto di Formiche.net). Gli analisti di Russia Today hanno dato un’ampia e positiva copertura della sua campagna elettorale. Hanno trasmesso sei comizi, cosa che non hanno fatto per gli altri candidati. Per la prima volta nella storia diplomatica di Londra, l’ambasciatore russo nella capitale, Alexander Yakovenko, si è pronunciato dopo le primarie del Partito Laburista. Ha salutato le elezioni di Corbyn come una “svolta radicale”. Mentre l’Ukip di Nigel Farage (qui il ritratto di Formiche.net) ha più volte elogiato Putin.

LA TENTAZIONE DI PODEMOS

Dopo i finanziamenti ricevuti dal Venezuela, gli accordi politici con l’Iran e l’alleanza con Syriza in Grecia, sono giunte nuove indiscrezioni su legami tra il partito spagnolo Podemos e la Russia di Putin. Il settimanale The Economist ha pubblicato a febbraio del 2015 un articolo che li spiega. Il titolo: “La guerra di Putin contro Occidente”. L’Economist ricorda che Pablo Iglesias, leader di Podemos (qui il ritratto di Formiche.net), “ha accusato l’Occidente di avere una doppia morale sulla Russia”. L’esperto di partiti populisti, Anton Shekhotsov, ha detto all’Economist che la Russia non ha l’abitudine di finanziare partiti politici, ma politici concreti sui quali ripone fiducia.

GRECIA ED EUROPA CENTRALE

Sono noti i rapporti tra il partito greco Syriza e Aleksandr Dugin, ideologo del neoimperialismo russo, ma anche gli incontri tra Dugin e i leader di Alba Dorata.

L’impresa russa Lukoil ha finanziato diverse campagne elettorali in Europa centrale, ha pubblicato i libri del presidente ceco Milos Zeman (che ha criticato le sanzioni alla Russia) e ha sostenuto i leader di Jobbik, un partito radicale ungherese filo nazista. Bela Kovacs, la figura più polemica del partito e membro del Parlamento europeo, ha lavorato per gli interessi di Mosca sostenendo l’invasione in Crimea.

Secondo il sito web Capital Politico, dei 24 partiti di destra populisti del Parlamento europeo, 15 hanno rapporti con la Russia. Per l’Economist, il Cremlino continuerà a investire sulle forze populiste, di destra o di sinistra, a condizione che esercitino la loro pressione pro Mosca nelle istituzioni del Vecchio continente.

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