Impossibile ormai liquidare la diversità di vedute tra i vertici della Cei come una banale semplificazione giornalistica. Lo spirito più interventista e di stampo ruiniano del cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, cozza con il basso profilo del segretario Cei, monsignor Nunzio Galantino. Il primo boccia in toto il ddl Cirinnà sulle unioni civili ed esorta i cattolici a radunarsi a Roma per il Family Day del 30 gennaio in difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Il secondo invece non critica tutto il provvedimento, si concentra sulla stepchild adoption per la quale chiede lo stralcio e non si lascia entusiasmare dalla piazza. Andiamo con ordine.
LE MOSSE FELPATE DI GALANTINO
Il segretario della Cei, vescovo di provincia dallo spirito bergogliano, affronta il tema del ddl Cirinnà entrandovi nel merito, senza un rifiuto netto del tema affrontato. Ammette una certa necessità nel riconoscere certi diritti dei singoli all’interno delle coppie di fatto, con caute aperture come quelle fornite nell’intervista della settimana scorsa a Luigi Accattoli sul Corriere della Sera. “La società – ha scandito – registra al suo interno anche la presenza crescente di unioni di segno diverso. Lo Stato ha il dovere di dare risposte a tutti, nel rispetto del bene comune prima e più che del bene dei singoli individui. Un po’ tutti stiamo imparando che quando, a fronte di una realtà complessa come questa, prevale la radicalizzazione delle posizioni, nonostante la buona volontà si finisce col fare i conti solo con soluzioni frammentate e scomposte, non di rado frutto del prevalere di una lobby sull’altra”.
La sua contrarietà alla stepchild adoption è netta, ha tuonato contro l’utero in affitto e contro quelle che ha bollato come “pratiche eugenetiche”; eppure sul tema del Family Day non s’è sbilanciato troppo, ricordando le parole di Papa Francesco (“i cristiani consapevoli non hanno bisogno di vescovi piloti”) e spiegando che i vescovi potranno aderirvi ma “senza pretendere che vi partecipino tutti gli altri”.
LA SPADA DI BAGNASCO
Se sul ddl Cirinnà monsignor Galantino agisce di fioretto, il cardinale Bagnasco non ha remore nello sguainare la spada. Il 6 gennaio scorso, a margine della messa dell’Epifania a Genova, il presidente Cei ha affondato il primo colpo: “Nessun’altra istituzione deve assolutamente oscurare la realtà della famiglia con delle situazioni similari perché significa veramente compromettere il futuro dell’umano”. Ancora non era stato ufficializzata alcuna manifestazione, eppure l’arcivescovo genovese aveva messo in chiaro che “nessun’altra forma di convivenza di nucleo familiare, pur rispettabile, può assolutamente oscurare o indebolire la centralità della famiglia, né sul piano sociologico, né sul piano educativo”.
Ieri ha rincarato la dose, a conclusione della messa per i migranti. Interpellato proprio sul Family Day, ha parlato di una “manifestazione condivisibile e dalle finalità assolutamente necessarie” precisando che “è un’iniziativa dei laici, con la loro responsabilità, come il Concilio Vaticano II ricorda”, il cui obiettivo è “decisamente buono perché la famiglia è il fondamento di tutta la società”; parole queste che hanno infervorato promotori del raduno romano. Bagnasco non si è poi limitato a tirare la volata al Family Day. Ha attaccato la politica, bollando l’attenzione sul ddl Cirinnà come “una grande distrazione del Parlamento rispetto ai problemi veri”.
Prima ancora di questa uscita pubblica, il presidente Cei aveva contattato telefonicamente l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale Kiko Argüello per chiedergli di mobilitare i suoi seguaci in vista del Family Day, come il pittore spagnolo ha rivelato in un’intervista a Zenit.
REPUBBLICA SCAVA IL SOLCO
A sottolineare le divisioni tra Bagnasco e Galantino ci pensa oggi Repubblica. “Se pochi giorni fa il segretario della Cei Nunzio Galantino aveva ricordato che l’eventuale partecipazione dei vescovi sarebbe stata a titolo personale, la presa di posizione di Bagnasco appare invece particolarmente netta”, scrive infatti Tommsao Ciriaco. Che aggiunge: “E’ probabile che l’affondo del presidente dei vescovi italiani sia solo il primo atto di una campagna più ampia. L’attesa è tutta per il prossimo 25 gennaio, quando toccherà sempre a Bagnasco introdurre il Consiglio della Cei. Soltanto tre giorni prima che il disegno di legge sulle unioni civili approdi nell’aula del Senato”. E il notista politico Stefano Folli nella sua rubrica sul quotidiano diretto da Mario Calabresi sottolinea la “posizione molto diversa” di Bagnasco: “Ora il brusco cambio di passo segnala qualcosa di irrisolto all’interno della Chiesa italiana, dove è evidente un confronto in atto tra conservatori e innovatori ‘francescani’”.
LE FIBRILLAZIONI NEL MONDO CATTOLICO
Le parole di Bagnasco hanno galvanizzato i cattolici pronti a scendere in piazza. Sulla stessa linea d’onda si è espresso il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, che al termine della messa di ieri ha invitato i fedeli a partecipare al Family Day leggendo in chiesa alcune parole di Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli. A rilanciare il video via Facebook è stato l’avvocato Simone Pillon, tra i promotori della manifestazione.
Il direttore de La Bussola Quotidiana Riccardo Cascioli ha messo in luce il cambio di marcia da parte di Avvenire (qui il link), che negli ultimi giorni pare aver preso una posizione molto più incline al Family Day. “A metà del guado – scrive Cascioli – rischia invece di trovarsi il Forum delle Famiglie che finora, seguendo le indicazioni di monsignor Galantino, ha preso le distanze dal Family Day (si ricordi l’intervista del neo presidente Gigi De Palo a Vita). Ma un direttivo svoltosi nei giorni scorsi è stato piuttosto burrascoso, e alla fine ne è risultato un compromesso pilatesco: no alla partecipazione, ma solidarietà a quanti lo faranno nella consapevolezza di condividere lo stesso obiettivo. Ora è da vedere se la discesa in campo del presidente della Cei non provochi qualche brusco ripensamento nel Forum, così come è avvenuto ad Avvenire”.
ARGUELLO DA’ FORFAIT A RADIO MARIA
Atteso questa mattina su Radio Maria dopo un tam-tam mediatico sui social di ieri, il leader dei Neocatecumenali Argüello non ha però partecipato alla trasmissione “La vera storia della Chiesa” della storica Angela Pellicciari, vicina al Cammino. “La trasmissione con Kiko oggi non ci sarà – ha detto la Pellicciari -, perché all’ultimo minuto non è stato possibile per Kiko partecipare perché aveva un altro impegno”. E così si è iniziato a parlare della visita di ieri di Papa Francesco alla sinagoga di Roma. Al di là di eventuali problemi insorti, il forfait di Argüello potrebbe rientrare nella sua volontà di mantenere un profilo più basso in vista di questo Family Day, tanto che secondo alcuni non è così sicuro che torni ad arringare la folla dal palco.