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Clinton-Trump, ecco il gennaio nero dei due battistrada

Gennaio è un mese nero per i due battistrada nelle corse alla nomination democratica e repubblicana: Hillary Clinton, che aveva avuto un autunno d’oro, inciampa di continuo nei sondaggi, anche se è andata bene nell’ultimo dibattito; Donald Trump va sempre bene nei sondaggi, ma vede organizzarsi contro di lui l’establishment repubblicano.

Un sondaggio Cnn/Orc indica che Bernie Sanders, senatore del Vermont, è davanti all’ex first lady nello Iowa di otto punti, 51% a 43%. In settimana, un sondaggio Cnn/Wmur aveva già segnalato Sanders in vantaggio nel New Hempshire di ben 27 punti. Lo Iowa e il New Hampshire sono i due Stati che apriranno i voti per i delegati alle convention, rispettivamente il 1° e il 9 febbraio.

C’è chi evoca, per Hillary, l’incubo del 2008, quando, favorita, fu battuta da Barack Obama, che iniziò la sua ascesa proprio vincendo nello Iowa. Anche se Sanders, che si autodefinisce ‘socialista’, è un candidato apparentemente ‘di nicchia’ e difficilmente potrebbe imporsi nell’Election Day.

Nel campo conservatore, analisti, giornalisti e figure di spicco della destra intellettuale firmano una sorta di manifesto anti-Trump con un numero speciale della ‘National Review’ che s’intitola esplicitamente ‘Against Trump’, contro Trump. La tesi è che la nomination del magnate dell’immobiliare “provocherebbe danni irreparabili al partito repubblicano”. In un duro editoriale e 22 interventi si afferma, in sostanza, che Trump “è una minaccia per il conservatorismo americano” cui sostituisce “un populismo disattento e grezzo”.

Anche diverse personalità di primo piano della cultura ‘liberal’ hanno firmato una petizione online che denuncia gli eccessi verbali del candidato showman. La campagna ‘Stop Hate, Dump Trump’ (Fermiamo l’odio, sbarazziamoci di Trump) è stata lanciata da Eve Ensler, l’autrice dei ‘Monologhi della vagina’, dalla produttrice di documentari Jodie Evans e da un’accademica afroamericana, Kimberle Crenshaw. Fra il migliaio di adesioni, ci sono quelle di Harry Belafonte, Jane Fonda, Kerry Washington, Rosanna Arquette, Jonathan Demme e Noam Chomsky. (fonti vv – gp)



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