A una settimana dalle assemblee di partito nello Iowa, che apriranno la stagione delle primarie, l’incertezza è grande sia fra i democratici csia fra i repubblicani, a giudicare dal ‘poll of polls’ della Cnn, che fa la media dei sondaggi. Donald Trump è in leggero vantaggio sul fronte repubblicano, avendo riscavalcato Ted Cruz anche grazie all’ ‘effetto Sarah Palin’ (31% a 26%); Hillary Clinton e Bernie Sanders sono testa a testa sul fronte democratico (45% a 46%, un dato statisticamente irrilevante).
Fondamentale – concordano gli analisti – sarà il dato sull’affluenza. I dati sono più stabili a livello nazionale: Trump al 35% quasi doppia Ted Cruz al 19%; e la Clinton al 53% tiene a distanza Sanders al 38%, anche se il vantaggio s’erode un po’. L’ex first lady ha appena ricevuto l’appoggio del Boston Globe, il maggiore media tradizionale del democraticissimo Massachusetts.
I dati non tengono ancora conto della possibilità che Mike Bloomberg corra come ‘terzo uomo’. Pare intanto confermato che il magnate dell’editoria deciderà dopo il ‘Super-Martedì’, il 1° marzo.
Ieri sera, c’è stato nello Iowa una sorta di conferenza stampa televisiva parallela di Clinton e Sanders, che non si sono affrontati in un dibattito, ma si sono esibiti separatamente: Sanders, che punta sulla promessa di cambiamento, mentre la Clinton rappresenta la continuità, è stato ‘ispirato’, ma l’ex segretario di Stato ha sprigionato grande energia, attaccando più Trump che il rivale, esprimendo riconoscenza per il presidente Barack Obama e citando, come modello, Abramo Lincoln.
Sanders, invece, ha denunciato il voto della Clinton in Senato nel 2002 a favore dell’invasione dell’Iraq e i suoi legami con Wall Street, ha difeso il suo essere ‘socialista’ – “Vuol dire ‘basta all’egemonia di pochi’”- e ha sostenuto che la sua esperienza lo qualifica come presidente. La Clinton l’ha contrato: “Ci si può esprimere in poesia, ma si governa in prosa”.
Obama resta neutrale, ma dichiara “affetto” per la Clinton
Il presidente Obama avverte la Clinton che l’essere favorita nella corsa verso la Casa Bianca comporta “vantaggi, ma anche oneri”. Lo dice in un’intervista a Politico: Obama si mantiene neutrale fra i candidati democratici, pur dichiarando “affetto” per l’ex segretario di Stato, la cui esperienza non ha paragoni “tra i candidati che non sono mai stati vice presidenti”, un gesto di riguardo per il suo vice, e candidato mancato, Joe Biden.
Per il presidente, Bernie Sanders “ha la virtù di dire esattamente quel che pensa, è molto autentico, ha grande passione e non ha paura”, anche grazie “al lusso” di essere considerato “senza speranza”. Obama rifiuta però il parallelo con l 2008, quando partendo sfavorito riuscì ad avere la meglio proprio sulla Clinton. Il presidente sottolinea come la campagna sia oggi molto diversa dal 2008, con la visione repubblicana “spostata sempre più a destra” e “irriconoscibile”.
Per Trump a messa, un sermone rampogna
Per calcolo o per fede, domenica Donald Trump è andato alla funzione in una chiesa dello Iowa e e s’è dovuto sorbire un sermone – che suonava rampogna – sui valori cristiani, in primo luogo quello dell’accoglienza verso gli altri, rifugiati e immigrati clandestini messicani compresi.
Il magnate dell’immobiliare, presbiteriano, è andato alla First Presbyterian Chrch di Muscataine e s’è seduto in quinta fila. Il pastore, una donna, Pamela Saturnia, ha fatto il suo sermone sul tema dell’immigrazione, uno dei cavalli di battaglia di Trump nella corsa per la nomination repubblicana. “Oggi Gesù ci insegna che è venuto per coloro che sono fuori dalla Chiesa”, ha detto il pastore, insistendo sul messaggio di accettazione per “coloro che sono i meno amati, i più discriminati, i più dimenticati”. E ha proprio citato i rifugiati siriani, cui Trump vuole vietare l’ingresso perché li ritiene tutti potenziali terroristi, e i migranti messicani, che Trump vorrebbe rispedire tutti a casa, se sono in Usa irregolarmente.
Più tardi, in conferenza stampa, Trump ha detto di aver ascoltato la signora Saturnia, ma ha ribadito le sue posizioni: no agli immigrati clandestini e ai rifugiati siriani, che devono rimanere a casa loro, dove va loro garantita una ‘safe zone’. In un comizio, lo showman ha sfoggiato una certa sicumera sul consenso popolare di cui gode: “Potrei stare in mezzo alla Quinta Strada di New York – ha detto – e sparare a qualcuno e non perderei neanche un voto”.
Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016