Prosegue la corsa di Beppe Sala per aggiudicarsi la candidatura a Sindaco di Milano per il PD in vista delle primarie del 7 febbraio.
Ad oggi la comunicazione di Sala è incentrata su un messaggio implicito nella sua stessa candidatura: fare di Milano una città sempre più internazionale, a partire dal successo EXPO.
Negli ultimi anni la vocazione internazionale di Milano si era un po’ appannata mentre l’esposizione universale è stata un grande volano di rilancio in questo senso.
A prescindere dalla polemiche sui numeri, è innegabile che chi vive nel capoluogo lombardo abbia toccato con mano come, soprattutto nella seconda parte del semestre EXPO, la città si sia rivitalizzata con una grossa offerta di manifestazioni, eventi e iniziative varie che hanno attirato molti visitatori.
A queste si sono aggiunti negli ultimi anni diversi interventi di riqualificazione della città, a cominciare dal complesso di pz. Gae Aulenti, alla nuova darsena sui Navigli, alla nuova linea della metropolitana fino ai numerosi grattacieli sorti in varie parti della città, che a quanto pare non hanno modificato solo lo skyline della città ma hanno anche risvegliato l’orgoglio meneghino di capitale europea.
Per almeno alcune di queste opere dobbiamo riconoscere, per onestà intellettuale, che anche la precedente Giunta Moratti abbia svolto quanto meno un ruolo di programmazione e pianificazione. Senza considerare che l’intuizione di portare l’EXPO a Milano fu sua.
A questo si aggiunga che da aprile a settembre di quest’anno, Milano ospiterà alla Triennale la XXI esposizione internazionale del design. E molti guardano a questa iniziativa come una sorta di seconda EXPO.
Ecco, Sala incarna tutto questo, la promessa di fare di Milano una città sempre più internazionale e aperta al mondo, una capitale europea che già oggi attrae molti studenti stranieri che vanno a Milano per seguire master o corsi di laurea.
È un messaggio forte? Sicuramente lo è date queste premesse, però Milano non è fatta solo di questo. Ci sono anche le periferie con i loro problemi e l’annosa questione dell’integrazione centro periferia.
Su questo disagio, sulla Milano non da cartolina, paiono puntare i suoi competitor interni, quelli più caratterizzati a sinistra come Pierfrancresco Majorino e Francesca Balzani. Anche se ad oggi il confronto tra i tre è stato in punta di fioretto.
Non a caso Sala oggi cerca di accreditarsi come un autentico rappresentante della sinistra, perché da quell’elettorato deve ricevere l’investitura alle primarie del 7 febbraio. Tanto è vero che lo stesso Renzi si è tenuto finora alla larga evitando endorsement che avrebbero potuto danneggiare Sala più che avvantaggiarlo.
Dall’8 febbraio la musica cambierà. Inizierà la campagna elettorale vera e propria e occorrerà conquistarsi il voto di tutti, non solo degli elettori del PD. E a quel punto una sterzata al centro sarà possibile.