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Renzi, la patente e i colpi di sonno

Di Maria Grazia del Medico

Un’occasione mancata. Anzi, per i conducenti che soffrono di apnee notturne è chiaro il rischio di indurli a non dichiarare la sindrome per non perdere il posto di lavoro. Il recepimento da parte del governo italiano della Direttiva Europea 2014/85/UE concernente la patente di guida, con un decreto ministeriale come formulato lascia irrisolte rilevanti e consolidate perplessità sull’attuazione dal punto di vista sanitario di un provvedimento così impegnativo, con il rischio di neutralizzare la prevenzione del colpi di sonno al volante.

Il decreto ministeriale (Gazzetta Ufficiale del 13 gennaio 2016) mette in evidenza alcune significative criticità. Ciò che in altri Paesi, non solo europei, è attuato già da molti anni, in Italia è ancora lontano dall’essere realizzato a causa di una cronica sproporzione tra le improrogabili necessità di affrontare l’OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome o patologia delle apnee ostruttive notturne) e le strutture sanitarie a ciò dedicate. Questo potrebbe provocare nei conducenti professionali (autotrasportatori, guidatori di taxi, bus e auto a noleggio) e nei privati che usano l’auto per lavoro timori piuttosto fondati sulla possibilità di perdere l’occupazione qualora si accertasse questa patologia che, in realtà, è facilmente diagnosticabile e curabile.

In Italia la maggior parte degli individui sofferenti di OSAS ignora questa patologia o, pur essendone informato, non ha gli strumenti conoscitivi per comprendere la gravità dei sintomi, come la sonnolenza diurna. Senza accertamenti preventivi, come la polisonnografia, non è possibile appurare e trattare tempestivamente la patologia. A soffrire di OSAS sono oltre due milioni di soggetti, di cui ad oggi meno del 5% ha ricevuto una diagnosi e una terapia. Sono numeri estremamente preoccupanti.

Insomma si configura il rischio concreto che i soggetti a rischio di OSAS, sottoposti a visita medica, neghino di fatto i sintomi della patologia per il timore di perdere la patente e il posto di lavoro. E oggi questa comprensibile paura potrebbe concretizzarsi ancor più facilmente, rendendo seriamente problematico contrastare efficacemente gli incidenti stradali causati dai colpi di sonno al volante e ridurre il numero di vittime che essi comportano.

La soluzione sarebbe quella di rendere obbligatori i test preventivi di accertamento delle OSAS per tutti o almeno per i conducenti professionali e, nel contempo, avviare campagne di informazione e di educazione pubblica sulle OSAS, delle quali il Governo dovrebbe farsi carico così come già avviene per l’abuso di alcool e di droghe.

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