Nel discutere sulla realtà del mondo di oggi appare sempre più evidente la difficoltà di comprendere in maniera pertinente la parola “realtà”; non per buttarla in filosofia ma se non ci riappropriamo del senso profondo di ciò che siamo, integrazione delle complessità dei mondi-della-vita, non possiamo fare altro che continuare a degenerare.
Mai come oggi, nell’epoca della semplificazione e della separazione globalizzate, abbiamo bisogno di quello che definisco “realismo progettuale”; mentre i tecnocrati hanno un’idea lineare della realtà, altri – come me – pensano che occorra cambiare strada.
Mancano gli intellettuali critici e autocritici, persone che facciamo della “ragione” la porta per la conoscenza e che si liberino di quelle “verità dogmatiche” così necessarie per la competizione globalizzata e altrettanto deleterie per una “giusta” cooperazione strategica. Mancano i testimoni del pensiero complesso che è “pensiero nella vita”.
Realtà è verità in cammino, ricerca, possibilità, sintesi, innovazione; la sfida è, contemporaneamente, accogliere in noi e accompagnare il cambiamento, ritrovandoci soggetti di una realtà che non può essere fraintesa con l’ “irrealtà certa e dominante” nella quale siamo immersi.
Università degli Studi “Link Campus University”
Istituto fondamentale per la conoscenza e la convivenza – The Global Eye