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Riforma pubblico impiego: è necessaria norma sullo straordinario obbligatorio in casi di “forza maggiore”

Macchinisti della metro e vigili urbani di Roma Capitale: per entrambe le categorie in occasione del Capdonanno 2016 a Roma si sono verificate disponibilità al lavoro straordinario al disotto dei fabbisogni richiesti. Per i Vigili Urbani di Roma Capitale si era partiti con una richiesta di 1.120 vigili, per poi passare a 750, con il risultato che alla fine erano presenti al lavoro 407 unità. Per i macchinisti della Metro, invece, il fabbisogno per garantire il servizio la notte di Capodanno era di 42 unità, ma in servizio, alla fine, erano solo in 16. Nello specifico, sulla Metro A hanno lavorato 10 macchinisti sui 24 previsti e sula Metro B solo 6 macchinisti sui 18 previsti, in base a quanto si apprende dalla stampa. Per fortuna tutto è filato liscio, questa volta, ma il problema rimane e non dobbiamo aspettare un “incidente” per affrontarlo.

E’ concepibile che il funzionamento di servizi essenziali in particolari giornate “eccezionali” debba dipendere dalla volontarietà dei dipendenti di alcuni servizi pubblici allo svolgimento di ore straordinarie? E se per assurdo tutti rifiutassero lo straordinario in queste particolari giornate dell’anno, cosa accadrebbe? L’unico modo per garantire il servizio secondo i livelli di fabbisogno indicati dalle strutture pubbliche è modificare la legge, perlomeno per alcuni servizi ancorché non essenziali, relativa all’istituto degli straordinari rendendoli obbligatori in “eccezionali” giornate dell’anno.

Il tema degli straordinari è da sempre complesso poiché per la sua completa disciplina devono intervenire la giurisprudenza e la contrattazione collettiva. La materia non diverge tra impiego pubblico e privato tranne che per il caso dei servizi pubblici essenziali. Cercando di tirare delle conclusioni l’attuale normativa prevede che il lavoro straordinario può essere richiesto al dipendente ed ottenuto solo a condizione dell’assenso di quest’ultimo.

La giurisprudenza non ritiene che il consenso possa essere superato in casi particolari come peraltro previsto dall’art. 5 bis del dlgs 8 aprile 2003, n. 66. Non pare nemmeno chiaro se in presenza di specifici casi previsti dalla contrattazione collettiva, si debba avere comunque il consenso del dipendente. Pertanto l’attuale assetto sembra non fornire alcuna possibilità di ottenere unilateralmente la prestazione straordinaria, nemmeno di fronte a “casi eccezionali”, “esigenze tecnico produttive”, casi “di forza maggiore” o altri previsti dalla contrattazione collettiva.

Nessuno stupore quindi circa i fatti di Roma, che è solo un esempio poiché il tema riguarda l’intero Paese; nessuno stupore se non funzionano come dovrebbero. L’unica soluzione possibile è normativa. Ci deve essere una norma che preveda l’obbligatorietà dello svolgimento del lavoro straordinario al verificarsi di fatti e/o situazioni che lo giustificano. Ovviamente dovranno essere fatti verificabili e documentabili. Ci vuole una norma chiara ed immediata. Non si può lasciare alla discrezionale autonomia della magistratura un tema così importante per il Paese. Troppe volte dobbiamo registrare la lontananza siderale tra le pronunce della magistratura ed il sentimento sociale e civile comune. Nondimeno si può delegare alla contrattazione collettiva, non occorre nemmeno sostanziare questa considerazione, basta osservare ciò che accade. Pertanto la proposta è chiara ed unica: intervento normativo che introduca in modo inequivocabile il concetto di straordinario obbligatorio nel pubblico impiego in situazioni di “eccezionali” e in casi di “forza maggiore”.

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