Il 2015 è stato un anno di grandi traguardi per l’esplorazione dello spazio e anche l’Italia ha giocato un ruolo importante. Ripercorriamo le tappe principali di un anno “stellare” che ha visto il ritorno dalla Stazione spaziale internazionale (Iss) della nostra Samantha Cristoforetti e la presentazione dei progetti della Nasa per la colonizzazione di Marte.
LA COMETA LOVEJOY
Il 2015 si è aperto con la comparsa della Cometa Lovejoy, che ha attraversato il nostro Sistema Solare interno per la prima volta da 11.000 anni ed è stata visibile anche a occhio nudo. La cometa è stata più vicina a noi il 7 gennaio 2015, quando distava circa 44 milioni di chilometri (circa metà della distanza Terra-Sole) dal nostro pianeta. Il suo prossimo passaggio all’interno del nostro Sistema Solare avverrà tra 8.000 anni.
Sempre a gennaio, la Nasa ha avuto notizie della sua sonda Beagle 2 mandata su Marte e dispersa da Natale 2003: divenuta sinonimo all’agenzia spaziale americana di “missione fallita”, la Nasa l’ha ritrovata ad appena 5 Km dal sito originale di atterraggio. I suoi pannelli non si erano aperti correttamente e per questo la sonda non era riuscita a mandare segnali alla Terra.
RUSSIA E EUROPA SULLA LUNA
A febbraio la Russia ha annunciato che realizzerà voli con equipaggio umano verso la Luna entro il 2030. La Russia vuole recuperare la leadership nella corsa allo spazio acquisita con l’impresa di Yuri Gagarin nel 1961 ma persa a vantaggio degli Stati Uniti dopo l’atterraggio di Neil Armstrong sulla Luna nel 1969. A ottobre Mosca ha confermato una missione sulla Luna per il 2029 e l’Agenzia spaziale europea ha fatto sapere che è interessata a collaborare con degli astronauti Ue alla missione russa, forse anche con l’obiettivo di realizzare una stazione permanente sulla Luna.
C’E’ VITA ALTROVE?
A marzo la Nasa ha confermato di aver trovato un oceano sotto la superficie ghiacciata del satellite di Giove Ganimede, una scoperta che potrebbe indicare l’esistenza di vita a livello cellulare in altre regioni del nostro Sistema Solare. Sempre a marzo la Nasa ha mandato l’astronauta Scott Kelly sulla Stazione spaziale internazionale, mentre suo fratello gemello è rimasto a Terra: verranno così studiati gli impatti della microgravità sul Dna e sulle funzioni fisiologiche.
ASTROSAMANTHA
A maggio la nostra astronauta Samantha Cristoforetti ha preparato il primo espresso “spaziale” a bordo dell’Iss. AstroSamantha è rientrata sulla Terra a giugno, dopo una permanenza record sull’Iss per un’astronauta Esa, nonché donna: quasi sette mesi. La spedizione 42 sulla Stazione spaziale ha visto l’equipaggio, compresa Samantha, impegnato in molti esperimenti scientifici, dieci dei quali realizzati in Italia per conto dell’Asi. Tra questi, alcuni riguardavano il flusso del sangue verso il cuore in assenza di peso, esperimenti neurologici, una ecografia vascolare e studi sull’osteoporosi e la microgravità.
IL RISVEGLIO DI PHILAE
A giugno 2015 gli scienziati hanno ricevuto notizie da un’altra sonda che sembrava persa, Philae, destinata all’esplorazione della cometa Rosetta e che a metà anno scorso si è rimessa in comunicazione con la Terra. Philae era atterrata sulla cometa a novembre 2014 scontrandosi con una roccia e rimanendo in una zona d’ombra che impediva ai suoi pannelli solari di ricaricarsi e alimentare le sue batterie. Quando la cometa è tornata più vicina al Sole, Philae si è risvegliata e ha mandato i dati tanto attesi.
ALLA SCOPERTA DI PLUTONE
Altre notizie sensazionali sono arrivate a luglio, quando la Nasa ha diffuso le prime immagini scattate in prossimità del pianeta più remoto del Sistema Solare, Plutone, dove, dopo un viaggio di 11 anni, è atterrata la navicella New Horizon. New Horizon si è poi diretta verso la Fascia di Kuiper portando le ceneri del suo scopritore Clyde Tombaugh, la prima persona a lasciare il Sistema solare.
Plutone non è stato l’unico pianeta nano a guadagnarsi un primo piano quest’anno, e in realtà non è stato nemmeno il primo. Il 6 marzo la sonda spaziale Dawn della Nasa è entrata in orbita attorno a Cerere, il più grande oggetto nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove. Per questo Dawn è diventata la prima sonda a visitare un pianeta nano, nonché la prima ad orbitare attorno a due diversi corpi celesti al di là del sistema Terra-Luna.
Cerere secondo gli esperti non è un pianeta qualsiasi, ma un “fossile” del Sistema Solare, come lo definisce l’Agenzia Spaziale Italiana. Quello che ci si aspetta con questa missione ravvicinata è di raccogliere il maggior numero possibile d’informazioni sulle origini della Terra, ma anche di Venere e Marte e sulla formazione dell’intero Sistema Solare. L’impresa vede la partecipazione dell’Italia in prima fila, perché è di produzione nazionale lo strumento scientifico VIR-MS che aiuterà a scoprire i segreti di Cerere.
A CACCIA DI ALIENI
Sempre a luglio il Professor Stephen Hawking ha annunciato che si unirà a un gruppo di ricercatori (ne fanno parte anche l’astronomo britannico Martin Rees e il filantropo russo Yuri Milner) che cercano prove di vita alinea. Un primo programma, della durata di dieci anni e del costo di 100 milioni di dollari, scandaglierà le stelle più vicine alla Terra (sono un milione) e ascolterà i “messaggi” dalle 100 galassie più prossime. Pochi giorni dopo l’annuncio di Hawking, la Nasa ha reso noto di aver scoperto un pianeta così simile al nostro da averlo ribattezzato Terra 2.0: sarebbe in grado di ospitare la vita.
COLONIE SU MARTE
Altra pietra miliare per chi si aspetta di trovare vita oltre il nostro pianeta è stata la scoperta di acqua salata su Marte, annunciata dalla Nasa a settembre. A ottobre l’agenzia spaziale americana ha anche presentato i suoi piani per stabilire una colonia indipendente su Marte; la Nasa, come già indicato nei mesi precedenti, intende creare degli insediamenti umani permanenti sul Pianeta Rosso entro il 2030 avvalendosi di robot-architetti che costruiranno le strutture per aprire la strada alle colonie terrestri.
Intanto il 5 agosto 2015 il rover Curiosity della Nasa ha festeggiato tre anni di attività su Marte (è atterrato sul Pianeta Rosso ad agosto del 2012).
IL FUTURO
Quest’anno la sonda giapponese Akatsuki è finalmente entrata nell’orbita di Venere. Il 9 dicembre l’agenzia spaziale giapponese Jaxa ha annunciato ufficialmente che il secondo tentativo è andato bene, dopo il fallimento del dicembre 2010, a causa di un guasto al motore principale. La sonda sta ora studiando il meteo, le nuvole e l’atmosfera di Venere, alla ricerca di indizi che spieghino come un pianeta che miliardi di anni fa era relativamente ospitale si sia trasformato in una serra infuocata.
Il 2015 si è chiuso con l’avvio della missione del primo astronauta britannico, Tim Peake, che per sei mesi risiederà sulla Stazione spaziale internazionale. Condurrà una serie di esperimenti su se stesso per aiutare gli scienziati a capire gli effetti dei viaggi spaziali sul corpo umano, il che sarà d’aiuto in vista delle missioni su Marte e, chissà, anche più lontano.