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Video Isis, tutte le minacce alla Gran Bretagna

Isis

I servizi di intelligence sono sulle tracce di un nuovo Jihadi John. In un video di undici minuti diffuso ieri lo Stato Islamico torna a minacciare l’Occidente, e la Gran Bretagna in particolare, annunciando l’esecuzione di cinque uomini accusati di essere «spie» al servizio di sua Maestà. E lo fa utilizzando il volto e la voce di un estremista islamico dal forte accento inglese che ricorda in maniera inquietante il boia dell’Isis ucciso durante un raid su Raqqa lo scorso novembre.

LA SOMIGLIANZA CON JIHADI JOHN

Mimica, gesti, sguardo, toni: tutto ricorda il 27enne Mohammed Emwazi, conosciuto come Jihadi John. Cambia l’arma, non un coltello ma una pistola semiautomatica, e cambia leggermente l’abbigliamento che conserva il passamontagna ma sostituisce la tunica nera a una tuta mimetica.

IL MESSAGGIO PER DAVID CAMERON

Puntando più volte l’arma contro la telecamera, il nuovo boia senza nome si rivolge direttamente al primo ministro inglese David Cameron definendolo uno «schiavo della Casa Bianca» e «mulo degli ebrei», un «leader insignificante che ha osato sfidare» lo Stato islamico. «Che strano – afferma con tono canzonatorio il jihadista – che il leader di una piccola isola ci minacci con una manciata di aerei. Pensavamo che avresti imparato la lezione dal tuo padrone patetico di Washington e la sua campagna fallita contro lo Stato islamico».

«Ma sembra che tu sia altrettanto stupido e arrogante come i tuoi predecessori, Blair e Brown», continua il terrorista. «Infatti David, tu sei più di un imbecille. Solo un imbecille avrebbe il coraggio di muovere guerra contro un paese in cui la legge di Allah regna sovrana e dove la gente vive sotto la giustizia e la sicurezza della Sharia. Solo un imbecille avrebbe il coraggio di far adirare un popolo che ama la morte allo stesso modo in cui tu ami la tua vita».

LE MINACCE A LONDRA E L’ESECUZIONE DEI 5 OSTAGGI

Poi, il boia passa a minacciare Londra: «Britannici, sappiate che vi invaderemo. Pensate che il vostro governo si prenderà cura di voi quando sarete nelle nostre mani?». «Perderete questa guerra, come avete perso in Iraq e Afghanistan». Sullo sfondo le tute arancioni dei cinque uomini in ginocchio di età compresa tra i 25 e i 40 anni che, dopo aver “confessato” in arabo di «lavorare per l’intelligence britannica», vengono uccisi – o almeno così lascia credere il montaggio del video – con un colpo di pistola alla testa. Secondo il responsabile della BBC per il Medio Oriente Alan Johnston nelle immagini gli ostaggi «parlano sottoposti a una straordinaria costrizione». Ciò fa intuire che «potrebbero essere del tutto innocenti» aggiunge il giornalista.

LA PRESENZA DI UN BABY JIHADISTA

Un altro dettaglio inquietante lo si ritrova nei secondi finali del video, quando un bambino di appena 4 o 5 anni, vestito con una mimetica ed una fascia nera sulla testa che riporta lo stemma di Isis, punta un dito alle sue spalle (forse in direzione del Regno Unito) e dice: «Uccideremo i kuffar (gli infedeli) da quella parte».

LA STRATEGIA MEDIATICA COME RISPOSTA AI FALLIMENTI MILITARI

Le autorità di Londra hanno affermato di essere «al corrente» del nuovo video postato su internet dai jihadisti del’Is: «Siamo al corrente del video, stiamo esaminando il contenuto», ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri britannico in una breve dichiarazione, definendo il video «di propaganda Daesh».

Sempre dal Foreign and Commonwealth Office, fanno sapere che la diffusione del video è spiegabile con il fatto che l’autoproclamato Stato islamico sta cercando di distogliere l’attenzione dai «suoi recenti fallimenti militari in Iraq e la sua incapacità di tenere a bada le zone che controlla».

Charlie Winter, senior researcher in materia di conflitto transculturale presso la Georgia State University di Atlanta, in Georgia, ha dichiarato che «l’Isis sta prendendo ancora una volta l’iniziativa, dopo la perdita di Ramadi, in Iraq». Winter ha aggiunto che nelle ultime settimane c’è stato un aumento nella diffusione di video di propaganda e di saggi fotografici, il tutto pensato per «distogliere l’attenzione dalle gravi sconfitte come quella di Ramadi». Il ricercatore ha aggiunto che: «Far comparire un nuovo boia senza nome scatenerà una inevitabile caccia, da parte di tv e giornali, sulla sua identità assicurando una copertura mediatica che fa gioco allo Stato islamico».

Per quanto riguarda la presenza di un bambino di lingua inglese, l’accademico ha spiegato: «Non vi è, purtroppo, niente di strano. I bambini sono utilizzati regolarmente da Isis per giustiziare presunte spie».



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