“Ogni giorno ci sono circa 450.000 utenti unici che decidono di affidarsi al portale Treccani per accedere alla conoscenza con la consapevolezza di ricorrere a una fonte affidabile”. Parola di Massimo Bray, direttore generale della Treccani ed ex ministro alla Cultura nel governo Letta, in occasione della tavola rotonda “Il futuro della cultura digitale” che si è svolta nella sede dell’Istituto Treccani il 1° febbraio. Il dibattito ha approfondito le conclusioni dell’evento Hackathon tenuto nei giorni scorsi. Al dibattito hanno partecipato Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, Riccardo Donadon, Ceo di H-Farm, Gianluca Cimini, amministratore delegato di Bt Italia (British Telecom), e Monica Maggioni, presidente della Rai.
LA MARATONA DEGLI HAKER
Hackathon, crasi tra haker e marathon, si è svolto il 30 e il 31 gennaio scorsi ed è stato organizzato da Treccani e da BT Italia, con il supporto di H-Farm. Obiettivo dell’evento? “Stravolgere la parola enciclopedia che rimanda a un immaginario fatto di tomi, parole stampate e soprattutto carta”, ha spiegato Cimini. E questo compito è stato affidato a giovani sviluppatori che hanno avuto 24 ore di tempo per pensare e progettare soluzioni legate alla diffusione della cultura, alle nuove tecnologie applicate all’editoria e ai nuovi canali di condivisione delle informazioni.
LA (CON)DIVISIONE DELLA CULTURA
“C’è una frase che mi piace spesso citare: la cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso tra tutti, invece di diminuire cresce – ha affermato Cimini facendo riferimento al filosofo tedesco Hans Georg Gadamer – La condivisione della cultura attraverso l’uso della tecnologia e dell’innovazione affinché si possano sviluppare ancora di più le conoscenze e la cultura nel Paese”. Sia l’ad di Bt Italia che Donadon di H-Farm, acceleratore di imprese, hanno parlato dei progetti in ambito culturale portati avanti dalle aziende che rappresentano . “L’inaugurazione dello spazio digitale all’Istituto Giusti di Milano – ha detto Cimini – è un’iniziativa che vede impegnata Bt Italia come operatore e innovatore affinché la tecnologia possa aiutare l’evoluzione della cultura digitale in Italia”. Donadon ha fatto riferimento alla nascita di una “nuova scuola interamente digitale” all’interno del campus di H-Farm che segue i ragazzi dai primi anni scolastici, fino ai master post universitari.
IL MINISTRO TIRA LE FILA
“Tra Wikipedia e il nostro portale – ha spiegato Bray – ciò che ci distingue è l’affidabilità. Il nostro marchio serve per differenziarci dalla moltitudine di informazioni che si possono trovare su internet”. E sui progetti che hanno vinto Hackathon ha affermato: “Questi progetti sono tutti rivolti al mondo della scuola e chiedono ai professori e agli studenti di partecipare a questa sfida”. E proprio il ministro dell’Istruzione, intervenendo a fine convegno, ha ricordato che “in questi giorni abbiamo varato il piano per la scuola digitale, migliaia di risorse per tutta una serie di azioni, a cominciare dalla formazione degli insegnanti”. Giannini ha concluso dicendo che: “Il matrimonio tra digitale e tecnologia non è un matrimonio misto, ma in Italia ha una sua ragione d’essere: è quella necessità di coniugare la forza della tradizione, basata sulla conoscenza, con la possibilità che la scuola diventi l’avanguardia dell’innovazione”.
Che siano queste le unioni civili condivise da tutti?
(Foto: Sara Minelli/Imagoeconomica)