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A chi serve la riforma delle Bcc?

Con l’autoriforma e il Gruppo Unico voluto da Azzi & C. probabilmente celebreremo, dopo 130 anni, il funerale del credito cooperativo delle persone per passare a quello dei capitali. Le BCC non avranno verosimilmente nessuna autonomia e finiranno per essere “possedute” dall’attuale (inamovibile) cerchio magico del credito cooperativo cioè da coloro che ci hanno governato talmente bene fino a farci aver bisogno della riforma. Sarà l’olocausto del merito. Le Bcc con gli indici di bilancio inadeguati prevarranno sulle Bcc meritevoli. Tombola!

Al contrario, mi risulta che vi è anche un altro progetto del credito cooperativo che mette al centro la singola BCC e non vuole assolutamente trasformarle in filiali della Capogruppo. Diamo forza a questo progetto che vuole lasciare in totale autonomia le Bcc meritevoli ovvero aiutare quelle in difficoltà fino a traghettarle tra le meritevoli. Questa è la soluzione giusta. Altre non ve ne possono essere.

Con ogni probabilità le Bcc che hanno qualche difficoltà sono il 10% del totale ma questo significa che il 90% sono in buona salute eppure si continua a parlare solo di quelle in difficoltà trascurando di dire che noi siamo stati sempre capaci di risolvere le nostre crisi con soluzioni domestiche e indolori per i contribuenti.

Azzi continua giustamente a dire che lui ha ricevuto l’unanimità dei consensi nelle riunioni dei vari poltronifici onerosi che sono diventate le federazioni regionali ma non dice che nessuno conosce veramente il “nostro” testo dell’auto-riforma che ci pioverà addosso, ergo nessuno può dire di averlo condiviso se non per dogma.
Se avremo una riforma sbagliata, la colpa non è di Azzi ma di ciascun amministratore delle nostre Bcc che non ha saputo né voluto prendere posizione su questa auto-riforma.

Il sonno della ragione genera mostri! Fate sentire la vostra voce adesso prima che sia troppo tardi.
Cari Amministratori fate sentire la vostra voce adesso altrimenti sarete poi odiati giustamente da Soci, Clienti e Dipendenti (in esubero) delle nostre gloriose Bcc scomparse.
Infine, alcune domande che attendono risposte chiare: le nostre BCC rappresentano un business allettante per fondi e investitori stranieri. Ma quale sarebbe il prezzo da pagare? dove finirebbe la massa di liquidità raccolta dalle nostre banche sul territorio? quale ruolo della mutualità in presenza di azionisti stranieri? Chi (e come) sceglierà gli amministratori della Capogruppo?

Buona riforma a tutti.

Antonio Marino, Direttore Generale Bcc Aquara


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