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Come procede la riforma Delrio dei porti (e dei dragaggi)

delrio, appalti

La cura del mare di Delrio e il regolamento sui dragaggi sono arrivati all’ultimo miglio. L’innovazione del sistema portuale italiano è su due livelli: la riforma annunciata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio che prevede l’accorpamento delle autorità portuali riducendole a 14 e, parallelamente il nuovo regolamento sui dragaggi, voluto dal sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Silvia Velo.

IL NUOVO REGOLAMENTO

Il nuovo regolamento prevederà una matrice di valutazione e di incasellamento dei fanghi che vengono estratti dal dragaggio. Attualmente, per come è strutturata, la disciplina è molto rigida e il rischio è che il materiale che viene estratto dal dragaggio potrebbe non entrare in una categoria ben definita, essendo ogni materiale soggetto ad analisi chimico fisiche, per cui può essere trattato solo in casse di colmata. Finora – sottolineano gli addetti ai lavori – il confine tra ciò che doveva essere depositato in casse di colmata e ciò che poteva essere rigettato in mare, in caso di sostanze non inquinanti e nel rispetto dell’ambiento, è stato molto spesso discrezionale. Ciò ha significato che molti materiali che non trovavano una destinazione all’interno della catalogazione dei materiali finivano in casse di colmata con costi che ovviamente molto più alti per via dell’uso di container e occupazione del suolo che comportando chiaramente un inevitabile aumento dei costi e il blocco egli investimenti in molti porti italiani.

SUPERARE GLI INTOPPI DEL PASSATO

In quest’ottica, il nuovo regolamento ha come obiettivo quello di superare il problema. L’ambizione di questa griglia è di riuscire a indirizzare meglio, nel rispetto e nella salvaguardia del sistema ecologico e ambientale, la catalogazione delle materie che vengono dragate dai fondali dei porti italiani. La vera sfida – notano molti addetti ai lavori – sarà quando questo nuovo modello verrà testato. Ed è qui che spuntano i punti di criticità. I dieci principali porti italiani, che vanno da Genova a Venezia, da Trieste a Ravenna passando per i porti di Livorno, Cagliari e Palermo sono porti contraddistinti da caratteristiche individuali ed eterogenee e che naturalmente hanno aspetti molto diversi soprattutto a livello idrogeologico. Il porto di Ravenna per esempio è un porto canale; Trieste invece ha le banchine direttamente sul mare. Quello che è chiaro è che attualmente non c’è un vestito su misura per tutti i porti ma sicuramente c’è bisogno che questo nuovo sistema riesca a rendere competitivi tutti i porti italiani e l’obiettivo principale sarà quello di non bloccare tutti gli investimenti di cui il sistema potrebbe beneficiare. Recentemente il porto di Livorno ha lanciato un bando da 500 milioni di euro per la sua piattaforma logistica, mentre Ravenna, per la questione dragaggi, ha fermato un progetto per l’approfondimento e per l’hub, una piattaforma logistica, da 200 milioni di euro.

SEMPLIFICAZIONE ED EFFICIENZA

Il fatto che la riforma dei dragaggi sia arrivata insieme con quella del sistema portuale italiano potrebbe non essere un caso perché nel momento in cui si riducono a 14 le autorità portuali si riduce anche il numero di presidenti e il numero dei comitati portuali, per cui la differenza potrà essere fatta dagli strumenti di semplificazione, oltre che in quelli in termini di governance, che verranno forniti alle nuove autorità, strumenti necessari a far correre gli investimenti bloccati ormai da due anni. L’obiettivo è attirare gli investimenti su tutti i porti italiani perché l’ambizione poterebbe essere quella di candidare l’Italia a diventare hub europeo del commercio marittimo mediterraneo. La riforma dei porti e un regolamento sul sistema di dragaggio potrebbero rappresentare un’opportunità irripetibile, perché nel giro di un mese nascerebbero nuove governance e in circa tre mesi potrebbe risolversi un impasse che dura da due anni con nuovi presidenti, nuove autorità portuali e nuovi strumenti per la semplificazione tramite cui far partire nuove gare sui dragaggi da milioni di euro.

LE PAROLE DI GIANNI BESSI

“Il testo dei dragaggi – commenta Gianni Bessi, consigliere Pd nella Regione Emilia Romagna – realizza una sostanziale omogeneizzazione a livello nazionale delle procedure ma introduce comunque una certa flessibilità come richiesto dalle Regioni. Ogni porto è differente sia dal punto di vista socio economico vista che geo-morfologico per le caratteristiche locali della costa. Inoltre il nuovo metodo di analisi di rischio con valutazione integrata ponderata, per quanto riguarda in particolare il porto di Ravenna, potrebbe rivelarsi più rappresentativo del reale comportamento del sistema marino-costiero, superando la rigidità della valutazione con superamento della singola soglia limite, aumentando potenzialmente le opzioni di gestioni favorevoli”.


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