Il 2015 è stato un anno fitto di incontri per Hillary Clinton. Le porte del suo ufficio erano aperte a chiunque volesse incontrarla. Bastava consegnare un assegno da 2700 dollari al suo staff e l’incontro sarebbe stato confermato. Secondo la Fondazione Sunlight, questo modo di raccogliere fondi – in rispetto della normativa che regola le donazioni dirette ai candidati negli Stati Uniti – ha procurato all’ex first lady centinaia di milioni di dollari da spendere per la corsa verso la Casa Bianca.
Ma chi ha pagato per incontrare Hillary Clinton? Dal magnate ambientalista Tom Steyer al cantante Bon Jovi (appuntamento avvenuto il 29 giugno del 2015). Una volta seduti allo stesso tavolo, la conversazione verteva molto probabilmente su come incrementare il finanziamento, anche grazie al sistema dei Super Pac (political action committee), dove le donazioni individuali sono illimitate e si fanno attraverso i comitati politici.
Secondo la Federal Election Commission, al 31 dicembre del 2015 il 77,8% dei fondi della campagna elettorale di Hillary Clinton derivavano dai Super Pac: circa 89.931.323 dollari.
LE ACCUSE DI SANDERS
Nell’ultimo duello televisivo prima dell’inizio delle primarie democratiche, Bernie Sanders ha puntato il dito contro chi approfitta dai finanziamenti provenienti da Wall Street: “Abbiamo un sistema di finanziamento delle campagne elettorali profondamente corrotto. Dobbiamo farla finita con i super-Pacs, i comitati elettorali in cui affluiscono fondi dalle multinazionali. Io non ho mai preso soldi dalle banche, e prometto che sotto un’amministrazione Sanders non vedrete mai un ministro del Tesoro che viene dalla Goldman Sachs”.
DISCORSO CONTRO WALL STREET
Mentre da una parte Hillary Clinton critica Wall Street e la tirannia delle banche, dall’altra incrementa i suoi fondi elettorali proprio con i loro soldi. “Nessuna banca – ha detto la Clinton in un comizio a West Des Moines nell’Iowa il 24 gennaio – è troppo grande per non fallire e nessun manager è troppo potente per non andare in prigione”. Ma per Bill Allison, esperto di campagne elettorali della Fondazione Sunlight, l’ex segretario di Stato non è molto coerente: “Ovviamente dirà che è costretta” ad accettare quel denaro “perché il sistema è così, e va bene, ma questo non la rende più nobile”.
LE CONTRADDIZIONI DELLA CLINTON
Un report della Federal Election Commission indica che, alla fine di dicembre, circa 21,4 milioni di dollari dei fondi della campagna elettorale di Hillary Clinton provenivano da donazioni fatte da hedge fund, banche, compagnie di assicurazione e altre società di servizi finanziari. In tutto, donatori di Wall Street e altre società finanziarie le hanno dato 44,1 milioni di dollari.
L’ex first lady ha criticato aziende come Pfizer e Johnson Controls per aver dato corso a fusioni aziendali, con l’obiettivo di trarre vantaggi fiscali. Ma secondo il Washington Post non si è fatta problemi nell’accettare, per la sua campagna elettorale, 100mila dollari da Blair Effron, socio fondatore Centerview Partners, una delle società di investimento che ha fatto da consulente nelle operazioni di Pfizer e Johnson Controls.
IL SOSTEGNO DI SOROS
Circa la metà delle donazioni del mondo finanziario alla campagna di Hillary Clinton provengono dal portafoglio di due magnati: il miliardario George Soros, che ha donato circa 8 milioni di dollari attraverso il Super Pac “Priorities USA Action”, e il finanziere Donald Sussman, che ne ha offerti 2,5.
Ci sono anche altri due Super Pac a sostegno della Clinton, “Correct the Record” e “American Bridge 21st Century”.
I SOSTENITORI E LE CIFRE
Il blog Cron ha riportato un elenco di donatori pubblicato dal sito OpenSecrets: Donald R. Mullen Jr, Co-Head of Global Credit, Goldman, Sachs & Co, con 150mila dollari; Marcia L. Goldman, filantropo e scrittrice, con 225mila dollari; John D. Goldman, filantropo con 225mila dollari; Roger C. Altman, presidente di Evercore Partners, con 250mila dollari, Phillip T. Ragon, fondatore di Intersystems Corporation, con 250mila dollari; Marc Nathanson, Mapleton Investments, con 250mila dollari; James Pugh, Real Estate Developer, Epoch Properties, con 250mila dollari; Barrett A. Toan con 250mila dollari; Paul Egerman, co-fondatore di eScription Inc, con 350mila dollari; Susie T. Buell con 400mila dollari; Kathleen McGrath, produttrice di First Tuesday Media, con 500mila dollari; J.J. Abrams, direttore, produttore e Ceo di Bad Robot, con 500mila dollari; Laure Woods, fondatrice e presidente di Bay Area Lyme Foundation con 750mila dollari; David E. Shaw, ricercatrice del D. E. Shaw Research con 750mila dollari; Pat Stryker, Bohemian, con 750mila dollari; Mark Heising, manager di Medley Partners con 750mila dollari; Stephen M. Silberstein, fondatore di Innovative Interfaces con 800mila dollari; Barbara F. Lee, fondatrice e presidente di Barbara Lee Foundation con 966.919 dollari; Steven Spielberg, regista e co-fondatore di Dreamworks Animation con 1 milione di dollari; Jeffrey Katzenberg, ceo di Dreamworks Animation con un milione di dollari; Herbert M. Sandler con un milione di dollari; Haim Saban, ceo di Saban Entertainment, con un milione di dollari e Cheryl Saban con un milione di dollari.
I PRIMI A CREDERCI (E DONARE)
Tra i primi sostenitori della campagna di Hillary Clinton ci sono l’attivista dei diritti umani Jay Stryker, il collezionista d’arte Larry Gagosian, l’ereditiera Alice Walton, una delle eredi della catena di super discount Walmart.
L’anno scorso, la stampa americana ha svelato che circa due milioni di dollari di fondi erano stati raccolti dalla Fondazione Clinton sin dal 2001, attingendo da donazioni di Paesi stranieri come Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e Oman. Secondo il sito Blacklisted News, la fondazione ha pubblicato un elenco di nazioni donatrici, ma non ha specificato l’entità dei finanziamenti.
IL RAPPORTO CON GOLDMAN SACHS
Un’inchiesta del Washington Post sostiene che Hillary Clinton abbia incassato più di 3,7 milioni di dollari da discorsi a pagamento organizzati da banche e società finanziarie dal 2013 ad oggi. In un programma tv, l’ex segretario di Stato ha dovuto spiegare perché ha accettato un pagamento di 675mila dollari da Goldman Sachs per tre orazioni.
Il rapporto con Goldman Sachs è uno dei temi più spinosi a cui deve far fronte la candidata. Il rivale politico Sanders l’ha accusata più volte di essere vicina alla banca, che non solo paga grosse cifre ai coniugi Clinton per gli speech e fa donazioni miliardarie alla Fondazione Clinton, ma ha anche aiutato il marito della figlia Chelsea, Marc Mezvinsky, a dare vita al fondo Eaglevale Partners, come racconta il New York Times.
LA DONAZIONE DI IGNAZIO MARINO
Chiunque doni ai Super Pac finisce nel database della Federal Election Commission e non tutti i comitati sono in regola. Nel 2004, l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, donò 256 dollari all’America Coming Together (ACT), un movimento politico che, nonostante non fosse ufficialmente espressione di alcun partito, aveva sempre lavorato per conto di candidati democratici (Qui il documento che certifica la donazione di Ignazio Marino). ACT contava sui contributi dei magnati Peter Lewis e George Soros. Nel 2007, la Federal Election Commission annunciò di essere arrivata un accordo con ACT per sanare la violazione di varie leggi federali durante la campagna di finanziamento del 2004. L’ACT ha pagato una multa di 775mila dollari.