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Tutte le mire di Finmeccanica, Airbus e Boeing al salone di Singapore

Sfileranno i più grandi produttori mondiali di aerei a caccia di nuove commesse per i loro ultimi modelli al più grande salone aerospaziale del continente asiatico, il Singapore Airshow, in corso dal 16 al 21 febbraio. All’evento, che non a caso si tiene nella città che è uno dei massimi hub per i voli commerciali nonché sede della più potente e meglio addestrata forza aerea del Sud-Est asiatico, sono attesi annunci di accordi importanti anche se gli analisti avvertono che la fase di espansione dell’industria aeronautica potrebbe essere verso la sua conclusione.

IL TAGLIO DEL NASTRO

Il quinto Singapore Airshow è stato ufficialmente aperto dal ministro delle Infrastrutture Khaw Boon Wan e dal ministro della Difesa di Singapore Dr Ng Eng Hen. Khaw ha anche tagliato il nastro dello stand della Francia alla presenza del ministro dei Trasporti francese Alain Vidalies: la Francia è infatti il Feature country 2016.

L’evento è biennale e quest’anno sono presenti oltre 1.000 aziende da circa 50 Paesi, inclusi 65 dei 100 maggiori gruppi dell’aeronautica a livello globale, tra cui la nostra Finmeccanica.

FINMECCANICA

Finmeccanica partecipa al Singapore Airshow nel suo nuovo assetto One Company, ovvero come realtà integrata dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza, presentando al mercato di Singapore e del Sud-Est asiatico tutte le sue tecnologie e i prodotti di punta nell’elicotteristica, nell’aeronautica e nella sicurezza. Di particolare impatto per questa edizione è la presenza di Project Zero, velivolo green di Finmeccanica che integra tecnologie a basso impatto ambientale, al suo debutto nel continente asiatico. È un ritorno invece quello del C-27J, l’aereo da trasporto tattico della divisione Velivoli, che manca dal salone dal 2012 e che sarà presente con la livrea della Royal Australian Air Force.

Finmeccanica vanta una lunga collaborazione con la Repubblica di Singapore, sia attraverso le istituzioni governative sia attraverso enti di ricerca e sviluppo. La Forza Aerea di Singapore è stata il primo cliente “export” del velivolo addestratore M-346 di Finmeccanica, il più avanzato oggi disponibile sul mercato concepito per formare i piloti destinati a velivoli da difesa di nuova generazione, ordinato anche dalle forze aeree di Italia, Israele e Polonia.

Anche il C-27J Spartan, considerato il punto di riferimento tra gli aerei da trasporto tattico di categoria media, è fonte di grande interesse nel Sud-Est asiatico, dov’è in servizio sempre con la Royal Australian Air Force. Finmeccanica è in grado di offrire soluzioni che possono rispondere alle esigenze di sicurezza della regione, caratterizzata da chilometri e chilometri di coste e acque territoriali immediatamente confinanti: dai sistemi CNS-ATM (Communication, Navigation, Surveillance – Air Traffic Management) per porti e aeroporti alle comunicazioni satellitari su navi commerciali e passeggeri, da sistemi di difesa di superficie e subacquea a aerei da pattugliamento costiero.

ARRIVANO LE COMMESSE

Boeing, Thales, Embraer, Bombardier, Qatar Airways, Northrop Grumman, Lockheed Martin sono tra gli altri big dell’aeronautica presenti a Singapore pronti a catturare gli ordinativi di una regione finora in forte espansione. Il produttore di motori Pratt & Whitney della United Technologies Corp. aprirà questa stessa settimana uno stabilimento nella città-Stato mentre l’americana Boeing ha detto che si aspetta di vendere quasi 4.000 nuovi aeroplani nei prossimi venti anni nel Sud-est dell’Asia, per un valore di 550 miliardi di dollari.

Le prospettive di crescita dei prossimi due decenni di Airbus e Boeing dipendono fortemente dall’Asia Pacifico: le due aziende stimano che il 39% delle loro vendite totali si indirizzerà in questa regione di qui al 2034. 

Già il primo giorno della fiera, numerosi sono i contratti firmati. Aerolease Aviation, azienda statunitense che noleggia aerei, ha siglato una lettera di intenti per comprare 10 jet MRJ90 (da 70-90 passeggeri) da Mitsubishi Aircraft, con l’opzione di comprarne altri 10. Il produttore britannico Rolls-Royce ha presentato a Singapore una versione avanzata (Enhanced Performance) del suo motore Trent XWB per l’Airbus A350 XWB e la Singapore Airlines (SIA) è già diventato suo cliente: riceverà i primi Trent XWB-84 EP a fine 2019 (SIA ha un totale di 67 aerei A350-900 ordinati, e su tutti monterà il Trent XWB). La Aviation di Singapore (leasing di aerei commerciali) si è accordata per comprare cinque nuovi aerei ATR 72-600 turboprop dalla francese ATR per un valore di circa 130 milioni di dollari (ne aveva già ordinati trenta in precedenza).

OMBRE SULLO SHOW

L’economia globale che cresce a passi stentati e le tensioni geopolitiche nel Mar Cinese Meridionale gettano però qualche ombra sull’evento di Singapore: nonostante i tanti accordi siglati e i tanti attesi, i produttori temono di non riuscire a tenere fede a piani di crescita esuberanti per i prossimi anni.

Al momento, il traffico aereo continua a crescere rapidamente grazie al miglioramento del tenore di vita di molte famiglie asiatiche e le compagnie aeree beneficiano anche dei prezzi del petrolio eccezionalmente bassi. Ma gli analisti non credono che il ciclo di espansione dell’aeronautica, che dura da otto anni, possa proseguire ancora a lungo. Già il salone di Dubai a novembre ha fatto registrare qualche nervosismo tra gli addetti ai lavori e gli osservatori dicono che a Singapore l’atmosfera è la stessa: “L’industria non pensa più di essere sfuggita alla sua ciclicità. Dopo il momento di espansione, dovrà arrivare quello di contrazione”, dice l’esperto Jerrold Lundquist, managing director di The Lundquist Group. “Non penso ci saranno impatti nei prossimi 18-24 mesi, ma dopo i 24 mesi potremmo assistere a un calo”.

Il Sud-Est asiatico è uno dei motori della crescita mondiale oggi; da qui sono partite molte delle commesse degli ultimi anni. Ancora questa settimana diversi vettori, come Philippine Airlines, dovrebbero fare nuovi acquisti. Ma gli analisti dicono che i nuovi ordini contano poco e che quello che va osservato è il rischio di un sovraccarico della supply chain con un numero record di ordini arretrati che si potrebbe unire a un calo del traffico aereo, come spiega Rob Morris, direttore della società di consulenza britannica Flightglobal Ascend.

Singapore Airlines è tra le aziende più corteggiate dai produttori, tra cui Airbus, ansiosa di chiudere il gap tra il suo nuovo A350-1000 (369 posti) e il Boeing 777X (406 posti) e che vorrebbe il vettore della città-Stato tra i clienti della nuova versione del suo A350. Boeing sta invece studiando un aereo di dimensioni intermedie (circa 240 posti) per recuperare quote su questo segmento di mercato.

OCCHI PUNTATI SULLA CINA

Gli acquisti per i settori della difesa e dell’intelligence conteranno molto a Singapore, in una regione dove crescono le tensioni generate dalle rivendicazioni territoriali e marittime della Cina in competizione con quelle delle altre nazioni del Sud-Est asiatico. Ma la Cina non genera solo ordinativi in modo indiretto, perché gli Stati rivali rafforzano la dotazione di velivoli per il controllo del territorio; la Cina è anche il mercato da cui si attende una crescita degli acquisti di velivoli per il trasporto passeggeri mentre dal resto dell’Asia si teme un rallentamento. Boeing prevede che la Cina supererà gli Stati Uniti come maggior mercato mondiale per i produttori di aerei e i vettori e ha annunciato a settembre un importante investimento industriale in Cina e ricevuto ordini per 38 miliardi di dollari dalle compagnie aeree cinesi.

China Southern Airlines Co., Air China Ltd. e altri carrier cinesi avranno bisogno di circa 6.330 nuovi aerei nei prossimi venti anni, per un valore di 950 miliardi di dollari, secondo Boeing, pari a circa il 17% del totale globale. Solo l’anno scorso, le compagnie aeree cinesi e le aziende di leasing di aerei della Cina hanno annunciato commesse per circa 780 aerei (con un valore stimato di 102 miliardi di dollari). “Il settore cinese dell’aviazione non solo ha prospettive brillanti, ma è nella fase di massima espansione mai vissuta”, afferma Will Horton, analista a Hong Kong per il CAPA Centre for Aviation. “Le compagnie aeree cinesi stanno cominciando a esprimere tutto il loro potenziale”. E’ lo stesso governo cinese che incoraggia i consumatori a spendere, e a viaggiare in aereo: nel nuovo piano quinquennale è prevista la costruzione d 66 aeroporti. Ottime notizie dunque per i produttori di aeromobili e motori e le compagnie aeree che presto si troveranno a fronteggiare sovracapacità e perdite tra le linee aree del Sud-Est asiatico e dell’India.

LA POSIZIONE DI AIRBUS

Anche Airbus è impegnata in Cina (ha uno stabilimento di assemblaggio a Pechino), ma rispetto a Boeing è più esposta nel Sud-Est asiatico e in India, dove gli ordini sono stati altissimi negli ultimi anni ma dove proprio per questo si attende una brusca frenata. Molti vettori sono in perdita, alcuni hanno chiuso, altri hanno ritardato i tempi di consegna dei nuovi velivoli. L’India in particolare vive una guerra di prezzi tra le compagnie aeree e l’industria non riesce a produrre utili. Nel 2015 la media dell’Ebitda delle compagnie aeree del Sud-Est asiatico è dello 0,3%, la più bassa al mondo esclusa l’Africa, rivela Tony Tyler, direttore dell’International Air Transport Association. Per fare un confronto, i carrier del Medio Oriente hanno un Ebitda medio del 10,8%, quelli dell’Europa del 5,9%, quelli del Nord America del 13,8%.

Le compagnie aeree del Sud-Est asiatico e dell’India hanno ordinato troppi aerei, ribadisce Shukor Yusof, fondatore di Endau Analytics in Malesia; data l’esposizione di Airbus alle compagnie low-cost della regione, il produttore europeo rischia più di altri ritardi o cancellazione delle commesse.

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