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Perché non voto il bilancio preventivo 2016 dell’Inps

Pubblichiamo la dichiarazione di voto del consigliere Civ in rappresentanza della UIL, Luigi Scardaone, in sede di discussione dell’approvazione del bilancio preventivo 2016

L’ormai tradizionale e scontato voto contrario, non tanto di chi rappresenta la UIL in questa sede, ma della intera UIL per la mancata separazione delle spese previdenziali da quelle assistenziali, non sarà l’unico motivo che ci porterà ad esprimerci in tal senso; ci sono ora motivi sostanziali di dissenso nella conduzione dell’Istituto.

La facilità con cui si snocciola il risultato economico di esercizio in rosso per 11 miliardi e 211 milioni, la noncuranza con cui si affronta la perdita di 40 miliardi in 5 anni di patrimonio netto ci portano ad interrogarci sui reali motivi del silenzio attorno a questi dati.

Il “ grido di dolore “ di chi in questa sede, in rappresentanza dei lavoratori, denunciava la volontà politica di sanare il buco della previdenza pubblica svuotando la previdenza privata, è ora che esca da queste quattro mura.

E’ ora che da queste stanze si sollecitino concretamente interventi legislativi tali da porre riparo ai guasti prodotti dalla finanza creativa, l’ideatore della quale ha avuto la sfrontatezza di affermare che, dimenticando la natura della contribuzione versata, il bilancio INPS è da considerare un unicum con il bilancio dello Stato: nulla di più falso!!

Non abbiamo ancora chiaro se si sia trattato di errori (facciamo violenza su noi stessi nel definirli tali)  o di scelte politiche scientemente adottate a danno di determinate fasce della società.

I dati di bilancio evidenziano una situazione di estremo pericolo. Infatti l’ammontare dei residui attivi è giunto alla ragguardevole cifra di 168 miliardi con un incremento di un miliardo al mese nell’ultimo anno. Questo significa che l’Istituto accerta i crediti ma non riesce ad incassarli e questa evidenza in un bilancio preventivo dovrebbe prevederne la rimessa al Governo, cosa che in realtà non accade. Il notevole incremento del Fondo svalutazione crediti, atto sicuramente prudenziale, potrebbe in verità preludere a scellerate operazioni di cartolarizzazione già effettuate in passato ma a vantaggio di banche e non certamente dell’INPS.

Come si fa ad approvare un bilancio che prevede che i risparmi di questo Istituto anziché andare a beneficio delle gestioni previdenziali vengano dirottati verso la fiscalità generale andando a rappresentare un prelievo forzoso ed occulto in danno dei pensionati. E non stiamo parlando di cifre trascurabili! Soltanto nel 2016 si parla di quasi 700 milioni di euro!

Come si fa ad approvare un bilancio preventivo al cui interno brilla per approssimazione la gestione del patrimonio immobiliare, approssimazione a cui questo CIV ha provato a più riprese a porre rimedio chiedendo più volte di venire informato circa i piani di investimento e disinvestimento visti gli scopi per cui questo patrimonio è stato costituito.

Ulteriore motivo di dissenso è il fatto che si sente sempre più parlare di progetto di ristrutturazione dell’Istituto in avanzato stato di realizzazione senza che questo CIV, organo tra l’altro istituzionalmente definito di indirizzo, ne abbia avuto la minima informazione né sia stato coinvolto per la parte di propria competenza.

Proprio oggi, guarda un po’ il destino, un autodefinitosi economista, sul quotidiano più letto della Capitale, decidendo di intrufolarsi nella polemica previdenza/assistenza, a sostegno delle scellerate tesi di ministri del passato e di ministri attuali, ha scritto: “Lo Stato versa ogni anno oltre 90 miliardi all’INPS” giocando sulla logica delle mezze verità, che talvolta celano grossolane panzane, dimenticando di citare le causali dei 90 miliardi che costituiscono solo e soltanto il rimborso parziale di partite di giro per compiti che l’INPS è chiamato ad assolvere per conto dello Stato. Sono fondi che vanno all’assistenza e che nulla hanno a che vedere con il sistema pensionistico.

E’ per questi motivi, per la mancata volontà di affrontare ed avviare a soluzione problemi di cui quanto esposto risulta essere solo una parte, che questa volta il voto contrario di chi in questa sede rappresenta realmente i cittadini, è dettato non solo da motivi politici, separazione di previdenza ed assistenza, ma anche da motivi tecnici specifici e, pertanto, pur in presenza della correttezza dei documenti di bilancio, la UIL esprime parere contrario all’approvazione del Bilancio preventivo 2016 dell’INPS.


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