La legge di stabilità (208/2016) proroga, con una clausola di salvaguardia, il taglio indicizzazioni pensioni per un ulteriore biennio (2017-2018) già in vigore dal 2014 e fino al 2016 su iniziativa del governo Letta (art. 1 comma 483 legge 147/2013). Questo aveva ridotto al 45% la rivalutazione degli assegni superiori a 6 volte il minimo (3000 euro lordi – 1850 euro netti circa).
Con queste “nuove risorse, scippate ai pensionati”, Renzi si propone di:
A) Allargare la “no tax area” ( la soglia di reddito sotto la quale i pensionati non pagano le tasse verrebbe stabilita a circa 8000 euro lordi );
B) Porre rimedio alla vergogna dei cd “esodati” ossia dei lavoratori invitati dal governo Monti ad abbandonare precocemente l’impiego con la garanzia di una sicura pensione,ma ritrovatisi poi turlupinati senza lavoro e senza emolumenti previdenziali. Costoro sono poi –faticosamente- stati “salvati” ma faticosamente e parzialmente. Faticosamente, a scaglioni annuali; parzialmente: ne restano fuori ancora 49500, meta’ circa dei quali dovrebbero essere interessati da questa settima (sic!) salvaguardia;
C) Finanziare l’opzione donna;
D) Finanziare il “part time” (per i 63enni con i contributi figurativi pagati per 3 anni dallo Stato, in realtà da noi).
È sopravvenuto infatti un ripensamento sulla cosiddetta “flessibilità in uscita dal lavoro”: l’ipotesi di uscita anticipata dal lavoro a scapito dell’entità dell’assegno pensionistico sarebbe una “fortuna” per gli sprovveduti che si sarebbero lasciati convincere senza tener conto del precedente di cui al punto B.
Se a quanto sopra si aggiungono i prelievi legati al blocco delle rivalutazioni pensioni per gli anni 2012-2013 effettuate dal governo Monti (legge Fornero art 24 comma 25 dl 201/2011), quelli successivi 2014-2016 e i cd “contributi “(lessicalmente piu’appropiatamente definibili con il termine imposizioni) di solidarietà incamerati dai governi Monti ( 5%)e Letta (6%), si può facilmente calcolare come le pensioni medie, medio-alte ed alte, abbiano subito una decurtazione pari in media a circa 1-2 mensilità annuali.
Ma non finisce qui. Si tratta solo di un’ avvisaglia della tempesta prevista per il 2016.
(1/continua)