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La diplomazia del violino

Vi ricordate la diplomazia del ping pong? Nel lontano 1971, le squadre di ping pong americane e cinesi si confrontano in una partita (amichevole) aprendo nuovi rapporti tra i due Paesi. Austria e Cuba non sono ai ferri corti ma, tra pochi giorni, il presidente della Repubblica Federale Austriaca, Johannes Honsig-Erlenburg, farà l’ultimo viaggio ufficiale del suo mandato portando con sé un violino italiano di proprietà di  Wolfang Amadeus Mozart e gelosamente custodito nel museo degli strumenti musicali del Mozarteum di Salisburgo. Il violino è stato costruito nel 1764 da Pietro Antonio Costa a Treviso ed ha accompagnato Mozart per tutta la sua breve vita, specialmente negli anni passati a Vienna. Un mecenate, Nicola Leibinger-Kammüller, lo ha acquistato da privati che ne erano entrati in possesso per arricchire la collezione del Mozarteum. Dopo il viaggio a Cuba, il violino tornerà a Salisburgo.

Nella capitale cubana il violino verrà suonato in due concerti dal direttore dell’orchestra del Mozarteum Frank Stadler, accompagnato dall’orchestra giovanile cubana del liceo mozartiano dell’Avana nell’oratorio San Filippo Nei; un segnale di una diplomazia non solo politica. L’orchestra giovanile cubana è stata formata su iniziativa del Mozarteum ed fa parte delle attività di cooperazione internazionale. All’Avana si tengono festival internazionali mozartiani dal 2015.

È forse un piccolo episodio, ma suscita la domanda del perché non utilizziamo il ricco patrimonio musicale dell’Italia nelle nostre relazioni internazionali.


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