E’ stata appena pubblicata l’analisi mensile del Centro Studi Confindustria e i dati che emergono dall’osservatorio privilegiato dell’associazione guidata da Giorgio Squinzi non sono incoraggianti.
L’economia mondiale- sottolinea il documento del centro studi guidato da Luca Paolazzi- è entrata nel 2016 con meno slancio dell’atteso e mostra ulteriori segni di indebolimento.
Non nelle parti di fragilità già note (emergenti, soprattutto Cina), ma in quelle con le dinamiche considerate più robuste o in miglioramento (gli avanzati). Dai quali arrivano le sorprese negative.
Il contagio congiunturale appare estendersi, ancor prima che si materializzino gli effetti della tempesta finanziaria. Quest’ultima si sta attenuando: alla prolungata e violenta caduta dei prezzi azionari (anche per lo smobilizzo dei fondi sovrani) e delle materie prime è subentrata una fase di alta volatilità senza un preciso trend.
La tempesta ha causato una forte restrizione delle condizioni finanziarie (pari a un aumento dei tassi a breve di 1,7 punti percentuali in Italia e di 0,8 in USA) e ha iniziato a intaccare la fiducia.
Cosa seguirà a questa pausa? L’affievolimento della crescita prelude a un ulteriore peggioramento o è momentaneo? L’incertezza rimane molto elevata.
Le politiche economiche e la politica tout court non aiutano a dissolverla: i bilanci pubblici restano rivolti a tirare le redini (servirebbe invece un piano coordinato di rilancio degli investimenti); alcune decisioni delle principali banche centrali hanno creato sconcerto (pure per il risicato spazio di manovra rimasto); il referendum su Brexit, la questione migranti e l’instabilità in molti paesi (anche core) annebbiano lo scenario in Europa; la campagna delle presidenziali fa lo stesso negli Stati Uniti. Dove i fondamentali sono nel complesso solidi, sebbene preoccupi la contrazione del manifatturiero. Nell’Eurozona i consumi sostengono la domanda interna, con cambio, tassi e costi energetici ancora favorevoli.
L’Italia risente del quadro globale e i dati hanno nuovamente deluso le aspettative positive basate sul netto progresso di indicatori qualitativi e non; banalmente per ragioni aritmetiche, le previsioni sull’anno in corso sono riviste all’ingiù da vari istituti italiani e internazionali.
E saranno queste sfide e queste incertezze che dovrà affrontare il nuovo presidente di Viale dell’Astronomia. I quattro candidati (in rigoroso ordine alfabetico Vincenzo Boccia, Marco Bonometti, Aurelio Regina e Alberto Vacchi) incontreranno tra pochi minuti i Giovani Imprenditori e probabilmente parleranno anche di quest’analisi del Centro Studi oltre che del lungimirante documento del movimento guidato da Marco Gay.
Un documento che (come ho sottolineato in quest’articolo Giovani Imprenditori: l’Italia ha bisogno di una Confindustria ancora più forte, possiamo fare di più) invita i candidati a definire sempre meglio mission e vision alla Confindustria del futuro. Un Confidustria sempre più a servizio del sistema produttivo e delle imprese per affrontare le sfide globali indicate anche oggi dal Centro Studi.
L’analisi del centro studi è scaricabile da: https://drive.google.com/file/d/0B94EIy0WUeXccE94YncyOHNfb2s/view?usp=sharing