Una città bloccata, nostalgicamente rivolta a un passato ricco di primati – prima capitale d’Italia, sede della più grande fabbrica automobilistica d’Europa culla del cinema e delle istituzioni filantropiche – e oggi frenata in un groviglio di potenzialità inespresse. E’ la fotografia di Torino nel 2016. Esattamente dieci anni dopo le Olimpiadi Invernali, da molti viste come l’abbrivio di una nuova golden age. Un abbrivio che ha però perduto la forza iniziale, ha rallentato e infine ha ceduto il passo a una crisi drammatica.
Voltando lo sguardo dal passato al futuro e immaginando un balzo temporale al 2040, Torino potrebbe invece tornare a essere una città ricca di opportunità, attrattiva, piacevole e desiderabile.
Un tale cambio di prospettiva dipenderà moltissimo dalla forza del ricambio generazionale e dall’apporto di nuove competenze. Dipenderà da quanto questo processo, fisiologico in tutti gli sviluppi territoriali, saprà essere illuminato, generoso e appassionato.
Una parte di Torino è consapevole della necessità di un impegno collettivo su pensieri di lungo periodo, strategie di sviluppo, politiche sociali inclusive. Sulla base di questa consapevolezza, un gruppo di giovani e adulti si è ritrovato in uno “spazio” in grado di aggregare le forze e le competenze necessarie alla creazione di opportunità. Questo “spazio” si chiama Nexto e sta mettendo in rete persone di diversa estrazione, con differenti saperi e conoscenze, tutte convergenti sull’importanza del ricambio generazionale e dell’apporto di nuove competenze. E’ un’associazione aperta, nata per durare, lontana dalle iniziative elettorali. Parte dalle persone: Alessio e Gabriele si occupano di tecnologia, Paolo e Carla di innovazione, Marco e Tiziana di welfare, Simone e Massimiliano di società e lavoro, Davide e Francesco di sviluppo economico, Chiara e Fabrizio di imprenditoria giovanile, Barbara e Alberto di progetti per il territorio, Marzia e Andrea di cultura, Luca e Giorgia di comunicazione e con loro altri nomi e altri settori.
Nexto si presenta alla città il 5 febbraio e come prima azione prende in mano l’indicazione del piano strategico metropolitano di abilitare il sistema economico sociale e la sviluppa in azioni concrete. Le prime iniziative riguardano il bilinguismo del territorio, il wifi free cittadino e una visione generativa del welfare.
Parte il 5 febbraio anche la prima azione: Torino Bilingue. Forte dell’idea che l’inglese sia una lingua indispensabile per accedere alle risorse e migliorare le proprie opportunità professionali, Torino Bilingue è un progetto di diffusione culturale per far aumentare sul territorio il numero di parlanti inglese come seconda lingua. L’obiettivo è far conoscere gli strumenti didattici già disponibili e metterli a diposizione in modo che ciascuno scelga le risorse più adatte al suo stile di apprendimento. Ed è già al lavoro anche un altro gruppo, dedicato al “nuovo welfare”, con l’obiettivo di superare la logica dell’assistenzialismo, adottando una visione di inclusione sociale che ponga al centro la persona e le sue capacità. Il pensiero di lungo periodo tende al welfare come sistema per lo sviluppo di benessere, che coniuga universalità, prossimità e una visione generativa, adottando il principio di sussidiarietà circolare e un approccio teso all’innovazione.
Nexto si propone come un luogo per pensieri di lungo respiro, per ridisegnare il futuro della città, ritrovando lo spirito generativo che trent’anni fa permise di convertire Torino da “one-company town” a “città della cultura”. Dalle basi gettate nel turismo ora intende passare al lavoro, alla politica industriale, all’innovazione, al benessere collettivo, alla formazione e all’avanguardia creativa.