PAPA FRANCESCO
L’intervista a Bergoglio di ritorno dal viaggio in Messico raccolta da Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera: “Donald Trump non è cristiano. Una persona che pensa soltanto a fare muri e non ponti non è cristiana”.
Sulle unioni civili: “Il Papa non si immischia di politica italiana. Il parlamentare cattolico deve votare secondo la sua coscienza ben formata. Credo sia sufficiente”.
Francesco Semprini su La Stampa riporta la replica del candidato repubblicano: “Vergognoso dubitare della mia fede religiosa: preghi perché io sia presidente, lo difenderei dall’Isis”.
Il commento di Massimo Franco sul Corsera: “Quel monito alle democrazie che costruiscono muri. Bergoglio ha cambiato il punto d’osservazione della Chiesa cattolica, non la sua dottrina”.
Alberto Melloni su Repubblica commenta così: “La lezione di Francesco: ai vescovi il Papa ha dato come buon esempio il divieto di immischiarsi”.
Il retroscena di Paolo Rodari sempre sul quotidiano diretto da Calabresi: “Così Bergoglio gela i tifosi dell’ingerenza e spinge i vescovi alla piena autonomia. In Vaticano sono state accolte con fastidio nei giorni scorsi le interpretazioni che accreditavano un ‘cappello papale’ alle frasi del capo della Cei. E ieri il Papa le ha stroncate”.
Carlo Marroni sul Sole 24 Ore: “Parole da cristiano, impatto da politico. Il non immischiarsi del Papa segno della volontà di restare nei limiti della pastorale, ma è inevitabile l’effetto della sua leadership”.
L’analisi di Paolo Mastrolilli su La Stampa: “Evangelici contro cattolici. L’America riscopre l’antica ferita. La disputa tocca il complicato rapporto tra le due comunità e potrebbe influenzare l’esito delle presidenziali di novembre”.
POLITICA E DINTORNI
Unioni civili. Dino Martirano sul Corriere della Sera: “Il Pd studia maggioranze variabili. L’idea: spacchettare il canguro per dividere i punti caldi. Anche se nel M5S c’è chi pensa al no nel voto segreto. Avanti sulle adozioni, ma è bufera nel partito su Cirinnà”.
Lina Palmerini sul Sole 24 Ore: “Unioni, il Pd torna alla guerriglia stile Italicum. Ieri la minoranza del Pd ha sfidato Renzi a mettere la fiducia come fece sulla legge elettorale e, più netto, è stato il grillino Di Battista. E’ chiaro insomma che il premier non può più permettersi di stare a bordo campo”.
Il retroscena di Maria Teresa Meli: “Ma il premier vuole chiudere i conti e ora i fedelissimi evocano le urne. L’idea di anticipare il congresso scommettendo sul successo al referendum”.
Monica Guerzoni ancora sul Corriere intervista il senatore Giorgio Tonini, che confida nello stralcio: “Basta con ripicche o accuse o a rischiare è anche il governo”.
Concetto Vecchio su Repubblica intervista un’altra senatrice cattodem contraria alle adozioni Maria Rosa Di Giorgi: “Ce la giochiamo in aula e vediamo chi vince. Resto in linea con il premier, fino a prova contraria Matteo si è espresso per la libertà di coscienza”.
Sul Fatto Quotidiano intervista al giurista Gianluigi Pellegrino a firma Luca De Carolis: “Le leggi si votano articolo per articolo, la forzatura renziana porterà il caos”.
Amministrative. Tommaso Labate sul Corriere della Sera: “Salvini scarica Bertolaso, caos centrodestra. L’ira di Meloni, salta il vertice di coalizione. Berlusconi chiama il segretario leghista: sbagli, così non si va avanti”.
Mario Ajello sul Messaggero: “Campidoglio, Salvini fulmina Bertolaso. Così naufraga il Cavaliere ‘marziano’”.
Il retroscena di Emilio Pucci: “La Lega tentata di non presentarsi a Roma. Il leader del Carroccio convinto che Bertolaso non abbia alcuna chance di vincere”.
Ernesto Menicucci sul Corsera: “La leader di Fratelli d’Italia: se qualcuno gioca per sé l’alleanza può pure finire”.
Intervista a Silvio Berlusconi sul Tempo a firma Gian Marco Chiocci: “I cittadini romani non sono stupidi, ecco perché voteranno Bertolaso. Basta politicanti di sinistra, le inchieste su Guido non hanno alcun fondamento. Roma in assoluta emergenza, solo chi ha eccezionali capacità manageriali può salvarla”. Sulla situazione internazionale: “La ricetta contro il terrorismo: sostengo da mesi la proposta di Putin. Una coalizione internazionale sotto l’egida dell’Onu che distrugga l’Isis”.
Sul Foglio intervista a Mario Monti: “Vi spiego le mie sberle a Renzi. La rappresentazione ostile dell’Europa è un gioco distruttivo a cui l’Italia sta partecipando più di ogni altro paese. L’Europa si sta spezzando, non possiamo escludere la nascita di due Euro diversi”.
IMMIGRAZIONE
Ivo Caizzi sul Corriere della Sera: “Quote sui migranti, Bruxelles accusa Vienna. La Commissione europea definisce illegali le misure austriache. La replica: noi andiamo avanti. Renzi: si può capire la posizione austriaca ma è inaccettabile chiudere il Brennero”.
Tonia Mastrobuoni su Repubblica: “Migranti, un danno per l’economia tedesca. Gli esperti bocciano la Merkel: più danni che benefici dai nuovi arrivi”.
Due governatori regionali intervistati sul quotidiano romano. Vladimiro Polchi intervista Luca Zaia, governatore veneto: “Qui non c’è posto per altri profughi, faremo le barricate. Il governo invece di gestire i flussi si è ridotto a fare il tour operator: smista e basta”.
Lello Parise intervista invece il governatore della Puglia Michele Emiliano: “Noi pronti a ospitare chi fugge, è un dovere morale. Servono più soldi e le regioni ne hanno pochi”.
ECONOMIA
Il retroscena di Alberto D’Argenio su Repubblica: “Padoan tratta con Moscovici e spunta un tesoretto da due miliardi. Necessaria una correzione di bilancio ma nessuna manovra bis. In cambio Bruxelles concederà un nuovo margine per il deficit nel 2017 e il via libera alla legge di Stabilità”.
L’analisi di Federico Fubini sul Corriere: “Il veto di Renzi a Berlino e la partita sulle banche. Renzi fa sapere che metterà il veto su qualunque proposta di Berlino volta a ridurre gli investimenti delle banche nel debito pubblico del proprio paese. Ma dopo la Slovacchia, l’Italia è il Paese in cui gli istituti di credito impegnano la quota più alta delle proprie attività in titoli del debito pubblico”.
Marco Moussanet sul Sole 24 Ore: “Allarme Ocse sulla crescita. Riviste nettamente al ribasso del 2016: Italia da +1,4% a +1%. In Germania la revisione più consistente dell’Eurozona”.
L’analisi di Riccardo Sorrentino: “Difficile uscire dalla gabbia della ripresa troppo lenta. Per la ripresa necessari un’accelerazione dei salari e la crescita degli investimenti nel settore privato”.