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Perché aborro i piani del governo sulle pensioni di reversibilità

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

La Feder S.P.eV. (federazione pensionati sanitari e vedove) mostra il suo disaccordo totale nei confronti della nuova “rapina” legalizzata da Matteo Renzi, perpetrata soprattutto ai danni delle donne, perché l’età media degli uomini è più bassa e la reversibilità è quindi una prestazione che riguarda soprattutto loro. Donne che oltretutto sarebbero doppiamente colpite perché, come è a tutti noto, hanno una pensione mediamente inferiore a quella degli uomini. E che in futuro rischiano quindi di impoverirsi ulteriormente.

Infatti, nell’ambito delle tante strombazzate misure contro la povertà, approvate dal governo il 28 gennaio scorso e presentate alla commissione Lavoro della Camera, è inclusa una norma che prevede che essa sarà finanziata con la “razionalizzazione” delle prestazioni di natura assistenziale e previdenziale, ad esempio assegni sociali e pensioni di reversibilità.

Ma sappiamo bene che razionalizzare per i nostri politici è sinonimo di tagliare.

Ne tanto meno “stiamo sereni” per le dichiarazioni del ministro del Lavoro Giuliano Poletti che parla di polemiche infondate, nessun intervento in programma, ma solo verifiche su situazioni anomale.
La pensione di reversibilità, sarà considerata prestazione assistenziale e non più previdenziale e sarà legata all’indice Isee, per il quale conta il reddito familiare e non quello individuale. Di conseguenza il numero dei fruitori inevitabilmente si ridurrà e saranno tante le persone che non si vedranno più garantito questo diritto.

Questo non è solo profondamente ingiusto, ma è anche tecnicamente improprio ed aprirà sicuramente (almeno da parte della FEDER S.P.eV.) un contenzioso a livello giuridico. La pensione di reversibilità infatti è una prestazione previdenziale a tutti gli effetti, legata a dei contributi effettivamente versati. Che in molti casi quindi sparirebbero nel nulla, o meglio, resterebbero nelle casse dello Stato. Un vero capolavoro, insomma. Uno sfregio che mi auguro possa essere ritirato nella discussione che si aprirà a breve nella commissione Lavoro. Ne vale del futuro pensionistico di tante persone e della dignità di un governo che non può pensare di fare cassa sulle spalle delle vedove.

La FEDER S.P.eV. chiede quindi con forza alla commissione Lavoro della Camera ed al suo presidente Cesare Damiano di cancellare dall’articolo 1 del disegno di legge contro la povertà, ogni riferimento alla previdenza e nello specifico alle pensioni di reversibilità.

Michele Poerio

Presidente nazionale FEDERSPeV

Segretario generale vicario CONFEDIR

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