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Papa Francesco-Trump, così il magnate ha fatto (un po’) dietrofront

È il giorno delle primarie repubblicane in South Carolina e delle assemblee di partito democratiche nel Nevada. I due schieramenti ci arrivano dopo una vigilia agitata fra i conservatori dalla polemica tra Papa Francesco e Donald Trump e fra i progressisti da un sondaggio Fox che per la prima volta dà Bernie Sanders davanti a Hillary Clinton a livello nazionale.

In South Carolina, le previsioni di voto indicano Trump in vantaggio su Ted Cruz e sugli altri quattro rivali rimasti in corsa (Marco Rubio, John Kasich, Ben Carson e Jeb Bush, seguendo l’ordine dei rilevamenti), ma i margini dello showman si sarebbero un po’ erosi. In Nevada, è testa a testa tra la Clinton e Sanders.

Martedì 23, ci saranno in Nevada le assemblee dei repubblicani. Sabato 27, ci saranno in South Carolina le primarie dei democratici.

Nelle ultime ore, il magnate dell’immobiliare ha cercato d’attenuare l’aspro scontro con il Papa, definendolo “a wonderful guy”, una persona meravigliosa, ed esprimendo il desiderio di incontrarlo. Ma, nel contempo, un tweet del team di Trump invitava Francesco a badare alle mura del Vaticano esposte alle minacce del sedicente Stato Islamico.

Intanto, un sondaggio Nbc/WSJ mostra che l’euforia sull’ipotesi di candidatura come indipendente dell’ex sindaco di New York Michael Bloomberg è eccessiva: il magnate dei media, in una corsa con Sanders e Trump, raccoglierebbe, infatti, solo il 16% dei voti, mentre il democratico ne avrebbe il 43% e il repubblicano il 33%. Bloomberg farebbe un po’ meglio se in campo ci fosse la Clinton.

L’ex sindaco sta valutando se scendere in campo come indipendente, soprattutto in caso di vittoria nelle primarie dei due candidati anti establishment, che gli lascerebbero spazio al centro.

Non giova alla Clinton l’ennesimo atto dell’ ‘emailgate’, lo scandalo montato intorno all’uso, quand’era segretario di Stato, dell’account privato di posta elettronica. Il Dipartimento di Stato, che sta vagliando e pubblicando tutti i documenti, ne ha resi pubblici altri 562, 64 dei quali giudicati “confidenziali”, ma nessuno “classificato” al momento dell’invio e nessuno “segreto” o “top secret”.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016

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