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Usa 2016, ecco chi finanzia la campagna elettorale di Jeb Bush

I soldi non sempre si traducono in popolarità. John Ellis “Jeb” Bush, figlio e fratello dei presidenti George senior e junior, ha speso finora circa 84 milioni di dollari nella campagna elettorale per le primarie e ha racimolato meno del 3% dei voti. Solo nell’Iowa, dove ha ottenuto 5238 preferenza, ha speso 27,4 milioni di dollari, ovvero 5200 dollari per ogni voto.

NUMERI E PREVISIONI

Secondo la Federal Election Commission (Fec), dall’1 al 31 dicembre del 2015 Jeb Bush ha raccolto più di 31 milioni di dollari. Nel periodo in cui la sua candidatura non era confermata, è riuscito a raccogliere donazioni per circa 2700 dollari, il massimo consentito dalla legge.

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L’INFLUENZA DEL DENARO

Per Robert Guttman, direttore del centro di studi politici dell’Università George Mason, “oggi non ci si può candidare senza denaro. Il primo requisito per aspirare alla presidenza è il denaro, il secondo il denaro e il terzo personalità e qualche idea. Se non hai denaro o accesso al denaro nessuno ti prenderà sul serio”. Sulla situazione di Jeb, Guttman ha detto che il suo problema è proprio il cognome Bush. Anche se da una parte il legame familiare gli permette di avere accesso a grandi donatori, “la gente ricorda ancora suo fratello, che terminò la sua presidenza con due guerre aperte, un Paese in recessione e la popolarità a terra”. Secondo Robert Weissman, presidente dell’associazione americana Public Citizen, Jeb Bush ci ha portato in un Far West dove le spese elettorali ignorano le regole, dove non c’è limite per chi dona e non c’è limite per quello che si promette a chi lo fa”.

I DONATORI MILIARDARI

Il quotidiano El Nuevo Herald racconta che tra i principali donatori di Bush ci sono il comitato Right to Rise USA con 103 milioni di dollari; il magnate della sanità di Coral Gables, Mike Fernández, vecchio amico di Bush che in una sola cena ha raccolto tre milioni di dollari; e un imprenditore nel settore degli idrocarburi a Dallas, T. Boone Pickens. Il padre di Bush, l’ex presidente George H.W. Bush, ha donato alla campagna elettorale del figlio 125mila dollari, mentre suo fratello George W. Bush ne ha dati 95mila dollari. Il vice presidente con Bush padre, Dan Quayle, ha versato per la causa 10mila dollari.

GLI AMICI DI FAMIGLIA

Più di 24 ex ambasciatori durante i mandati di Bush padre e figlio hanno donato a Right to Rise, così come lo U.S. Sugar’s Charitable Trust, il proprietario degli Heat di Miami Micky Arison, e i proprietari dei Saints di New Orleans, dei Redskins di Washington e dei Giants di San Francisco.

Cocar Lending, con sede a Coral Gables, e l’investitore immobiliare Armando Codina, hanno contribuito alla campagna con 200mila dollari;  Karl Stenstrom, compagno di gioco a golf di Bush ed ex presidente della Pergo, ha donato 130,100 dollari; la compagnia Century Homebuilders diretta da Sergio Pino ne ha messi sul tavolo altri 110mila. Krongold, altro immobiliarista di Coral Gables, ha versato 100mila dollari.

TUTTE LE SOCIETÀ

Il Center for Responsive Politics ha pubblicato un elenco delle società che hanno finanziato finora la campagna di Jeb Bush: CV Starr (10 milioni di dollari); MBF Healthcare Partners (3.188.620 dollari); Rooney Holdings (2.529.313 dollari); Hunt Companies (2.499.300 dollari); Chief Oil & Gas (2 milioni di dollari); Stewart & Stevenson (2.005.400 dollari); Bouchard Transportation (1,53 milioni di dollari); Oberndorf Enterprises (1.528.506 dollari); Charles Schwab Corp (1.510.100 dollari); Tiger Management (1.305.485 dollari): American Pacific International Capital (1,3 milioni di dollari); Sequoia Capital (1.165.477 dollari); Freeman Spogli & Co (1.160.800 dollari); Jackson Healthcare (1.113.811 dollari); NextEra Energy (1.070.200 dollari); Kinder Morgan Inc (1.043.100 dollari); Franklin Resources (1,025 milioni di dollari); Moore Capital Management (1.018.500 dollari) e Hoffman Partners (1 milione di dollari).

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SPENDING REVIEW

Nonostante tanti donatori, la raccolta fondi di Jeb Bush, però, ha anche subito gli effetti dei suoi bassi indici di popolarità. Durante l’ultimo trimestre del 2015, il candidato del Gop ha raccolto 7,21 milioni di dollari, la metà del trimestre precedente. Bloomberg Politics sostiene che il figlio e fratello d’arte abbia ridotto il team che lavora alla sua campagna elettorale, limitato le spese del suo ufficio a Miami e tagliato lo stipendio dei dipendenti del 40%. La sede al 5430 SW 8 Street a Coral Gables, a Miami, resterà ancora aperta con gli standard attuali, mentre quella al 9250 di West Flagler Street sarà drasticamente ridimensionata.



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