L’8 marzo è come la nota DEF (documento di economia e finanza). È sempre femmina ma la nota di aggiornamento è la riduzione di un decimale della spinta agli investimenti e alla crescita. Dunque l’Europa ci bacchetta perché la crescita è debolissima e ancora una volta e non c’è niente da festeggiare. Padoan, Renzi e compagnia cercano inutilmente di rassicurare ma è il caso, invece, di leggere attentamente i dati. Il richiamato DEF ha previsto per il 2016 un PIL all’1,6% ma Ocse e Ue sono meno ottimisti: prevedendo una crescita dell’1%. L’Istat (Istituto Italiano di statistica), nei suoi aggiornamenti, ha dato dei numeri chiari: ultimo quadrimestre un piccolo +0,1% .
Ci penalizza senz’altro, a livello europeo, il confronto con gli altri paesi: Regno Unito +0,5, Francia e Spagna +0,3. La lettera che arriva da Bruxelles, nel giorno dedicato alle donne, “sgrida” il debito italiano. “ Servono misure correttive”, afferma Renzi. Ma se il premier, da una parte, è ancora intenzionato a tagliare le tasse su Irpef e Ires, e dall’altra è frenato dalle bacchettate junkeriane e moscoviciane, non cambia passo.
Al di là delle minacciose sanzioni, come si fa a rimandare al 2017 un risanamento indispensabile per il nostro Paese?
Il debito italiano infatti scenderà quest’anno al 132,4% ma non abbastanza secondo le regole dell’Ecofin. L’Italia ha una deviazione significativa secondo il targhet europeo, deviazione che si allunga anche sul deficit. Inoltre, secondo i conti di Bruxelles, nel 2016 si arriverà con un deficit al 2,5% e, sommato a quello del 2015, si splafonerà.
Nonostante il riconoscimento delle clausole di flessibilità richieste da Roma e concesse in larga misura per evitare la bocciatura, l’Italia dovrà calare di ben 0,2 punti il suo deficit. In euro trattasi di ben 3 miliardi che Renzi e Padoan assicurano di avere messo da parte. Ammesso che i 3 miliardi non vadano a ripianare il brutto fattaccio delle Banche che si sta ampliando paurosamente e sulle quali pesa moltissimo il ruolo di un sistema crollato e non certamente robusto come assicura Padoan (sapendo di mentire).
Rimane sempre un debito pubblico mastodontico. E solo il taglio della spesa pubblica è il nostro problema incompiuto. Un’ultima considerazione: per un 8 marzo responsabile e non liturgico per favore non fiori ma opere di bene. Dunque maggiore attenzione alle politiche per l’occupazione delle donne, perché l’Italia e l’Europa femmine sono.