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Cosa fanno Cantone, Draghi e Renzi

L’ultima decisione di Mario Draghi, capo supremo della Banca Centrale Europea per la prima volta nella storia della potente zarina monetaria, di mettere il tasso ufficiale di sconto a ZERO e rendere così i tassi sui depositi delle banche presso la BCE scesi a MENO ZERO VIRGOLA QUATTRO, ha posto qualche legittimo problema e dubbio.

Ieri sera guardandomi un bel film su RAI Storia una bella frase di Abraham Lincoln: “Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre”. Mi è tornata utile per scrivere questa riflessione. Infatti il dubbio è che il quantitative easing (QE) così come è concepito oggi è intrinsecamente deflativo, dopo neanche tre mesi, la Banca centrale revisiona le sue aspettative del 90 % portando la previsione dal 1 % allo 0,1 % o addirittura in negativo come previsto per i prossimi mesi, ma come si fa a prevedere un’inflazione al 1 % per il 2016, senza tener conto di quello che sta accadendo al petrolio e alle altre materie prime? Tassi a zero, oltre 700 miliardi di liquidità immessa da marzo dello scorso anno e dell’inflazione nessuna.

La riflessione della Banca dei regolamenti internazionali di Basilea ci illumina. Illustrando il rapporto trimestrale, il capo del dipartimento monetario Borio avverte: “Quelli che vediamo potrebbero non essere fulmini isolati, ma i segnali di una tempesta vicina, che si sta preparando da tempo”. “Malgrado condizioni monetarie eccezionalmente espansive, la crescita nelle giurisdizioni più importanti è stata deludente e l’inflazione è rimasta bassa. Gli operatori di mercato ne hanno preso atto e la loro fiducia nei poteri curativi delle banche centrali forse per la prima volta vacilla. Anche i policy maker potrebbero forse cominciare a considerare questi fattori”.

Il problema italiano è e rimane che se il denaro che la banca centrale immette nel sistema non circola, ma viene usato dalle banche solo per sopravvivere o speculare, non c’è alcuna speranza di uscire da una deflazione da debiti. Insomma le banche che fanno prestiti all’economia (imprese, famiglie per mutui, ecc) verranno pagate per ricevere liquidità: quattro maxi prestiti alle banche condizionati al livello dei crediti erogati e i finanziamenti partiranno a giugno 2016 e verranno pagati al tasso in vigore al momento dell’assegnazione che oggi è zero,ma potranno avere uno sconto a seconda dei prestiti che operano cioè arrivare a meno 0,40%: la BCE PAGHERÀ dunque le Banche ma rimangono dei punti interrogativi enormi.

Ma ammesso che anche solo in pochi vogliono indebitarsi in mezzo ad una deflazione da debiti, che garanzia c’è che le Banche non investano nel loro patrimonio e non nei prestiti alle imprese che ne hanno bisogno per salvarsi, alle famiglie ecc? Tutto ciò infatti non cambia la questione di fondo, ovvero che non ci sono garanzie che il prestito verrà restituito, in mezzo ad una depressione economica, in mezzo ad una evidente deflazione salariale, in mezzo all’austerità imposta e ad una probabile quasi certa deflazione da debito.

Il QE così come è impostato contribuisce a mantenere sul mercato realtà fallite, banche o imprese, che invece dovrebbero essere ristrutturate o lasciate fallire. E alle famiglie che hanno dei mutui in sospeso e che rischiano di vedersi sequestrate le case dalle banche chi pensa? Una Banca d’Italia che non è più pubblica ma a maggioranza privata, quasi commissariata da un super Commissario Cantone che proprio ieri sera ha detto una grande verità: l’Italia ha bisogno di regole certe dalle “finte primarie” che sono private e non valide, ad una governance che chiami i cittadini a decidere del loro futuro. Sia economico che politico.



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