Il nostro primo obiettivo in questo momento è raccogliere le 500.000 firme per ciascuno dei due referendum abrogativi riguardanti l’Italicum. Quesiti referendari che riguardano sia il carattere ipermaggioritario della legge, distorsivo della rappresentanza democratica, che è il risultato del premio di maggioranza e ancora di più del ballottaggio, sia le norme che servono a “nominare” almeno i due terzi dei deputati. Il 9/10 aprile inizierà quindi la raccolta delle firme per abrogare le due norme della legge elettorale che assomigliano fin troppo a quelle del “porcellum”, già sanzionate dalla Corte Costituzionale. Raccogliere almeno 500.000 firme per ciascun quesito referendario è un impegno difficile ma indispensabile, che si accompagna al proseguimento dell’iniziativa presso i tribunali per sollevare l’incostituzionalità della legge elettorale. Iniziativa che ha già avuto un importante risultato a Messina. Se la Camera, a metà aprile, approverà definitivamente il testo delle modifiche alla Costituzione contenute nella legge Renzi-Boschi procederemo al deposito del quesito referendario e inizieremo a raccogliere le firme per esigere il referendum costituzionale per iniziativa popolare.
Va chiarito che raccoglieremo le 500.000 firme necessarie per attivare il referendum costituzionale, ex articolo 138, in parallelo all’analoga iniziativa dei parlamentari. Infatti riteniamo necessario ed indispensabile raccogliere le firme sia per dare voce ai cittadini sia per far vivere nella campagna elettorale le ragioni del no sul merito delle modifiche della Costituzione su cui dall’inizio abbiamo insistito.
La garanzia che sarà in campo una critica netta ma di merito sulle modifiche proposte dal governo è che vengano raccolte le 500.000 firme necessarie per fare valere le ragioni del nostro No. Altrimenti potrebbe prevalere, per volontà del governo e di almeno parte dei suoi avversari politici, un referendum pro o contro il governo, lasciando in ombra il merito delle modifiche della Costituzione e la legge elettorale. Ci rendiamo conto che chiediamo a tutti coloro che sostengono la nostra iniziativa un imponente carico di impegni perché è prevedibile una sfasatura di qualche settimana tra la raccolta delle firme per abrogare le due norme dell’Italicum, che partirà il 9/10 aprile, e quella per ottenere il referendum costituzionale che deve attendere la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dopo l’approvazione della legge.
Dobbiamo sottolineare che gran parte della raccolta delle firme avverrà in contemporanea e che quindi i cittadini potranno esprimersi sul complesso dei referendum proposti da noi e così potremo meglio far comprendere l’intreccio perverso ed inscindibile tra modifiche della Costituzione e legge elettorale (Italicum) che portano al ribaltamento del fondamento parlamentare della nostra Repubblica per mettere al centro il governo, consentendo ad una minoranza di elettori di conquistare la maggioranza della Camera, unico ramo del parlamento rilevante a fronte di un Senato ridotto a dopolavoro di lusso. Si vogliono imporre modifiche istituzionali tali da consentire al governo di imporre politiche in materie di grande delicatezza ed importanza: dall’elezione del Presidente della Repubblica fino alle decisioni in materia di impegno militare, o peggio di guerra, alle condizioni di vita e di lavoro.
Il 9 e 10 aprile inizierà la raccolta delle firme per abrogare le due norme dell’Italicum, raccomandiamo ai comitati locali di curare tutti gli aspetti che consentono di garantire la piena validità dei moduli, convalidandoli come abbiamo indicato, assicurando la presenza degli autenticatori delle firme anche costruendo sinergie con gli altri soggetti che raccolgono firme per i referendum abrogativi sul lavoro e sulla scuola, notificando per tempo la presenza dei banchetti per la raccolta delle firme, che debbono sempre avere visibili i due slogan: No alla deformazione della Costituzione e Contro il carattere ipermaggioritario della legge elettorale e per garantire ai cittadini il diritto di eleggere i loro rappresentanti. Inoltre è bene avere materiale di presentazione da distribuire ai cittadini. Appena possibile quindi i moduli per raccogliere le firme diventeranno tre, uno per il referendum costituzionale e gli altri due contro l’Italicum.
Questa campagna referendaria è un modo per contrastare la sfiducia, per invogliare i cittadini ad avere protagonismo, a far valere concretamente la possibilità di contare e quindi di esercitare il diritto di ribaltare le decisioni che il governo sta tentando di imporre al paese. Anche per questo riteniamo importante un raccordo non solo operativo con le altre iniziative referendarie che sono in corso di organizzazione sul lavoro e sulla scuola e che sosterremo interamente. Per queste ragioni e perché condividiamo l’obiettivo di merito invitiamo i cittadini a recarsi al voto e a votare si al referendum contro le trivellazioni previsto per il 17 aprile, in modo da fare arrivare anche in questa occasione un chiaro messaggio al governo e alle oligarchie economiche del nostro paese.
La campagna referendaria che sta per iniziare registra un’evidente sproporzione di mezzi finanziari e mediatici. Abbiamo idee forti e personalità di rilievo che sostengono questa lotta ma le nostre risorse sono del tutto insufficienti malgrado il nostro impegno sia del tutto volontario, senza rimborsi di alcun tipo. Per questo chiediamo a tutti i cittadini di sostenerci con contributi anche modesti per consentire ai due Comitati di svolgere la campagna referendaria su Costituzione e legge elettorale. Anche 5, 10 euro – risorse che tanti possono mettere a disposizione della campagna referendaria – se sottoscritti da molti possono fare la differenza e consentirci di riequilibrare almeno in parte la sproporzione delle forze in campo.