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Le donne, l’utero in affitto e le proposte di legge ottuse

Di Luigia Tauro

In occasione dell’8 marzo sono molti i temi che dovremmo affrontare, tutti in qualche modo collegati ad una oggettivazione e mercificazione del corpo delle donne, che mai vengono trattate come individui. Vorrei approfittare dello spazio che mi viene concesso per segnalarvi alcuni articoli interessanti, di blogger che quotidianamente si occupano di questi temi.

Secondo proposte di legge più o meno recenti e segno – a mio avviso – di un ottuso liberismo, una donna in difficoltà economica e sociale potrebbe “valorizzare” il proprio corpo, ad esempio attraverso la prostituzione femminile legalizzata in case chiuse, o “affittando” il proprio utero come se fosse un mezzo di produzione. Ne parla Simona Sforza, in questo ed altri articoli del suo blog.

Un altro tema rilevante è quello delle donne costrette all’interruzione volontaria di gravidanza in clandestinità: lo scorso 15 gennaio 2016 il Governo ha approvato un decreto che depenalizza per la donna il reato di aborto clandestino, ma al contempo prevede un innalzamento delle sanzioni: non più “fino a 51 euro”, ma “fino a 10.000 euro”. Questo provvedimento non evidenzia le cause a monte del numero preoccupante e stabile di aborti clandestini[1], tra le quali va citato innanzitutto l’abnorme numero di obiettori di coscienza, la cui media nazionale è del 70% e raggiunge in alcune regioni anche quote superiori al 90%. Il 22 febbraio 2016 le donne italiane hanno manifestato contro questo provvedimento con un tweetmob (hashtag #ObiettiamoLaSanzione) e con una lettera aperta alle parlamentari, che la stampa ha coperto solo con qualche nota online.

Mai nessuna proposta di legge è stata fatta, viceversa, per arginare un linguaggio dei media e della pubblicità che promuove ogni tipo di prodotto attraverso immagini sessualizzate del corpo delle donne. Qui potete approfondire quanto pervasivo è il fenomeno e quanto velocemente sta diminuendo l’età nella quale, a una bambina, si cominciano a proporre abiti ed atteggiamenti da donna adulta.

Io per prima ho condiviso battaglie recenti fatte per promuovere la partecipazione paritaria delle donne al mercato del lavoro, tuttavia credo che in occasione di questo 8 marzo le nostre priorità siano altre e mi auguro che le letture che vi propongo aiutino ad animare un dibattito su questo tema.

[1] Il numero di aborti clandestini per le donne italiane è stimato tra i 12˙000 e 15˙000 casi, cifre che indicano purtroppo una stabilizzazione del fenomeno negli ultimi anni. La cifra è stimata dall’Istituto Superiore di Sanità per il 2012 e pubblicata nella “Relazione del ministro della salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78)

Il numero di aborti clandestini per le donne italiane è stimato tra i 12˙000 e 15˙000 casi, cifre che indicano purtroppo una stabilizzazione del fenomeno negli ultimi anni. La cifra è stimata dall’Istituto Superiore di Sanità per il 2012 e pubblicata nella “Relazione del ministro della salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78)



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