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Ecco come Isis recluta i giovani di Molenbeek dopo le stragi di Bruxelles

«Fratelli, perché non uniamo le forze per combattere l’Occidente? Fate la scelta di vita giusta». Un messaggio breve ma esplicito. Secondo il quotidiano britannico The Guardian un fac-simile di questa “chiamata alle armi” sarebbe stata fatta recapitare domenica sera, tramite messaggi sms, ad alcuni ragazzi originari di Molenbeek, il comune di Bruxelles ormai noto alle cronache per essere un focolaio per il terrorismo di matrice islamica.

LA “CHIAMATA ALLA ARMI” TRAMITE SMS

Inviati da una carta SIM prepagata, i messaggi non possono essere rintracciati, ma il quotidiano inglese sostiene con certezza che i mittenti-reclutatori provengono dalle file dello Stato Islamico. Questi SMS sono stati presumibilmente inviati subito dopo la diffusione online e sui social, in particolar modo su Facebook, di un video – successivamente rimosso – in cui alcuni giovani di Molenbeek celebravano gli attentati del 22 marzo, alla metro e all’aeroporto Zaventem di Bruxelles, che hanno ucciso 32 persone e ne hanno ferite più di 250.

«FARE LA SCELTA GIUSTA» E «COMBATTERE L’OCCIDENTE»

I testi degli SMS, scritti in francese, invitano i ragazzi a «fare la scelta giusta» e «combattere l’Occidente». Pura propaganda, che i terroristi utilizzano – attraverso il ricorso immediato alla tecnologia – facendo leva sulle paure in seguito agli attentati e sulla tensione diffusa, in modo da promuovere con maggiore velocità ed efficacia il processo di reclutamento.

Il Guardian, che sostiene di aver avuto accesso all’SMS incriminato, non è in grado di indicare in che modo i reclutatori abbiano ottenuto i numeri di telefono dei destinatari. Secondo diversi attivisti della comunità, alcuni reclutatori dello Stato Islamico sono soliti scaricare l’intera rubrica telefonica delle loro potenziali reclute e fare successivamente un’attenta selezione dei numeri di telefono dei giovani di origine nordafricana, al fine di contattarli.

«IO, MADRE DI UN TERRORISTA, RECLUTATO TRAMITE SMS E TELEFONATE»

Una madre i cui due figli sono andati a combattere in Siria ha raccontato al Guardian che uno di loro è stato sottoposto a un vero e proprio“bombardamento” di messaggi prima della sua partenza. «Nei dieci giorni precedenti alla sua partenza, il suo reclutatore lo ha chiamato circa 140 volte» ha spiegato la donna. «Se questa non è una molestia, io non so cos’altro potrebbe esserlo».

IL MONITO DEL DEPUTATO BELGA IKAZBAN

Lunedì il deputato belga Jamal Ikazban, membro dell’opposizione al consiglio comunale di Molenbeek, ha lanciato un monito dal suo account Twitter, chiedendo alla polizia federale e al ministro degli Interni Jan Jambon, di «mettere a tacere questi reclutatori». Ikazban, nel suo messaggio, ribadisce che se si vuole dare ancora speranza ai giovani di Molenbeek, bisogna intervenire quanto prima. Per il deputato, unirsi a Daech è sinonimo di un suicidio: «C’è una disperazione tale tra i giovani, che permette ai reclutatori di indottrinarli molto facilmente».

Intervistato dal Guardian, Jamal Ikazban paragona il ruolo dei terroristi reclutatori a quello degli spacciatori di droga che vagano fuori dalle scuole: «Devono essere espulsi. Sono predatori e i nostri giovani sono le vittime», ha spiegato. Il deputato belga ha spiegato al quotidiano britannico che «si sono registrate molte segnalazioni di messaggi simili diffusi su Facebook o inviati per e-mail a giovani musulmani vicino Bruxelles». Ma, specifica, «chi li riceve spesso non vuole essere identificato».

Cattura

LA TESTIMONIANZA DELL’IMAM DI MOLENBEEK

Un punto di vista, quello del deputato Ikazban, condiviso anche da Jamal Zaria, imam della moschea di Arafat a Molenbeek, che fa riferimento al fenomeno come a un «tumore metastatico che si sta diffondendo molto velocemente». «Dobbiamo sbrigarci a costruire un “sistema immunitario” che protegga i bambini della nostra comunità, in modo che diffidino da Daech»  ha spiegato l’imam.

LA VERSIONE DEL DEPUTATO EL KHANNOUSS

C’è chi invece, come il deputato del Centre démocrate humaniste (CDH) Ahmed El Khannouss, ritiene che la storia degli SMS sia nient’altro che una «manipolazione» studiata a tavolino da «alcune organizzazioni che vogliono attirare l’attenzione su di sé, anche in vista di una manifestazione che si terrà il prossimo 2 aprile nei pressi di Molenbeek».


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