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Il No alla Festa del Papà, l’ultima trovata dei radical chic

Essere contemporanei e al passo coi tempi significa, per molti militanti politici radicali e di sinistra, distruggere tutto ciò che ha caratterizzato fino ad oggi la nostra civiltà occidentale? Noi pensiamo di no. Noi ci opponiamo a questa visione/ideologia che con il relativismo tende ad affermarsi non solo nelle giovani generazioni.

Lo Stato italiano, come la stragrande parte delle democrazie europee ed americane, hanno incardinato nelle loro Costituzioni il sacrosanto principio di laicità (non di laicismo o ateismo di Stato): riconoscere ciò che la società vive e sente come ‘propriamente suo’ dentro la legge pubblica.

Un esempio su tutti: l’art.29 della Costituzione dove lo Stato italiano riconosce la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna. Non definisce la Repubblica italiana che cos’è famiglia, ma si assume la responsabilità di riconoscere ciò che la comunità che costituisce lo Stato ha assunto da sempre come tale. La battaglia a difesa delle mamme e dei papà d’Italia non è una battaglia clericale o bigotta: è una lotta di civiltà a tutela dell’umano che da sempre ha riconosciuto la famiglia nell’incontro tra un uomo ed una donna destinato alla procreazione.

Così avviene per le festività cattoliche riconosciute in Costituzione. Tutta questa presenza ed evidenza pubblica della fede (cattolica) oggi trova negli amministratori della sinistra rosso-arcobaleno i più agguerriti nemici.

Anche la polemica relativa alle benedizioni pasquali nelle scuole di Bologna e in alcune scuole di Milano e in alcuni uffici comunali è frutto della politica di sinistra e anticlericale.

Cosa accade con la festa del papà, San Giuseppe, che si celebra, come di consueto il 19 Marzo? A Bologna diverse scuole sono terra di scontro. Con un volantino, tre scuole dell’infanzia hanno fatto sapere che per oggi non organizzeranno iniziative per la Festa del Papà e nemmeno per quella della Mamma ‘nel rispetto di tutte le situazioni familiari’.

” ….Ecco applicato il metodo del qualunquismo culturale e del relativismo un tanto al chilo. Per non affermare chi sono io, elimino ogni riferimento minimo alla mia storia ed alla mia cultura millenaria. Errore enorme e grossolano che si prefigura come un boomerang per un’integrazione vera ed autentica e non consente ai più piccoli di familiarizzare fino in fondo con le radici più profonde della propria comunità civile. Quale discriminazione si verificherebbe festeggiando il papà o la mamma? Perché una donna che ha figli che cos’è? Perché un uomo che ha figli che cos’è? Una mamma ed un papà. Punto. Il resto sono frottole. (ha dichiarato e pubblicato Mirko De Carli, Candidato Sindaco per Il Popolo della Famiglia).

Condividiamo che non sia accettabile la retorica del genitore 1 e genitore 2 che già da tempo si è cercato di regolarizzare nella burocrazia scolastica e non solo: non si può non riconoscere ciò che c’è e ciò su cui si poggia la nostra convivenza civile: mamme e papà.

Una società che non riconosce un ruolo sociale alle mamme e papà che la costituiscono e la rendono florida è una società che tende ad autodistruggersi e a morire lentamente. Oggi, da Nonno, insieme agli altri Nonni, festeggeremo la festa del Papà e della Mamma e invitiamo i genitori non solo di Bologna ma anche delle altre città, che sono presenti nei consigli di classe o di istituto di scuole che intendono non festeggiarla, di portare la questione in discussione tra genitori ed insegnanti al fine di evitare questa operazione di cancellazione dei simboli laici della nostra storia.

Il Papà e la Mamma non sono l’architrave di un club di clericali bigotti, ma sono l’asse portante della comunità civile. Non c’è società che non si fonda su una visione antropologica fortemente ancorata su ciò che è insito nella natura stessa dell’umanità: uomo e donna.

Le scelta di vita per un Papà e per una Mamma non sia solo un fatto privato, ma sia una testimonianza di bene per la comunità intera nel dibattito e confronto politico che si sta svolgendo nel nostro Paese.

Come Cristiani, sarebbe un gravissimo danno, per il futuro, che farebbe arretrare la nostra cultura se rinunciassimo alla festa del Papà e della Mamma, significherebbe sottomettersi alla moda del politically correct e rinunciare ad affermare pubblicamente la nostra Fede e la nostra identità, la nostra storia e le nostre tradizioni.

Antonino Giannone

Vice Presidente ALEF (Associazione Liberi e Forti)

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