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Cosa succederà (e perché) al prezzo del petrolio

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Non basta qualche seduta in rialzo per addolcire gli analisti che si occupano di petrolio: il greggio colerà ancora a picco – o almeno non riprenderà quota – secondo le maggiori banche di affari, ma anche secondo la Banca mondiale che a gennaio ha limato le stime sul 2016 di 14 dollari arrivando a quotare l’oro nero 37 dollari dai 51 della previsione precedente.

MINIMO A 20 DOLLARI?
E così dopo una breve pausa intorno ai 40 dollari, il 29 marzo Brent e Wti hanno di nuovo virato al ribasso planando a quota 38 dollari – dopo aver toccato il minimo di 12 anni o scorso gennaio, a meno di 28. Il record negativo potrebbe essere di nuovo battuto. Così la pensa Source, società di ricerca per investitori professionali. “Se pensate che il prezzo del petrolio ha raggiunto il fondo, ripensateci – si legge in un report recente di Source – la storia suggerisce che, ai prezzi attuali, il ciclo avrà raggiunto il suo minimo a 20 dollari al barile. Il costo di esercizio medio è sceso a 20 dollari al barile nel settore energetico ad alto costo del Regno Unito. Il mercato non si riequilibrerà fino a quando il prezzo non sarà al di sotto dei costi di esercizio per un numero sufficiente di produttori. La storia suggerisce anche che i produttori continueranno a sottoperformare gli indici di mercato mentre il petrolio cola a picco”.

CATEGORIE CHE SALTANO
I mercati, secondo la ricerca di Source, sono concentrati sul petrolio. E lo sono in un modo singolare: “Lo schema normale è che le Borse salgono quando il petrolio scende. Ma non è stato il caso di recente: per diverse ragioni, i mercati globali chiedono un greggio più costoso. Ed è una disdetta perché il petrolio non fermerà la sua discesa fino ai 20 dollari, come è avvenuto negli ultimi 150 anni. Dopo potrà normalizzarsi, ma non prima di aver toccato il fondo”. Source non è la prima né l’unica voce ribassista sul petrolio. la prima in assoluto fu, lo scorso anno Goldman Sachs che a settembre aveva pronosticato quel valore, allora ancora lontano. “Per gli analisti della banca – scriveva Repubblica – si tratta di una eventualità da non escludere, visto che “il surplus globale potrebbe essere anche superiore a quanto ipotizzato finora e potrebbe quindi far precipitare le quotazioni”. Per il momento, secondo quanto si legge nel documento, la banca d’affari ha rivisto per il prezzo dei future sul mercato Usa (l’indice Wti) da 57 a 45 dollari la previsione di prezzo per il 2016, mentre per il Brent (il future contrattato alla Borsa di Londra) la riduzione è da 62 a 49,5 dollari”.

GOLMAN SACHS E LE ALTRE: PREZZO VOLATILE
A Goldman si erano unite altre banche nel 2015, come “Morgan Stanley che ha fissato 20-25 dollari come prossima soglia – scriveva Il Sole 24 Ore – Senza contare anche chi si sbilancia – come gli analisti di Standard Chartered – addirittura a 10 dollari”. Previsioni corrette. E ora? La posizione di Goldman Sachs non è molto cambiata: “La nostra visione – si legge in un report recente della banca Usa – di un mercato senza direzione con una volatilità aumentata tra i 20 e i 40 dollari al barile, suggerisce che la maggior parte degli impatti negativi derivanti dal crollo del petrolio sono alle nostre spalle. La cosa ovvia è che lo spazio di caduta è materialmente esaurito: crediamo che il mercato non sarà sorpreso da balzi all’ingiù tra dieci e venti dollari poiché un mercato senza direzione e a elevata volatilità è la view di consensus”.

… E BASSO PER ALMENO 18 MESI
Mentre Morgan Stanley non vede rialzi all’orizzonte, almeno nel breve termine ma si è ammorbidita. “Se siamo d’accordo che i prezzi del greggio resteranno sotto i 40 dollari nei prossimi 12-18 mesi – scrive Ole Slorer in un report sulle comodità – secondo il nostro scenario base allora dovremmo vedere una risposta dal punto di vista dell’offerta e prezzi più elevati nel resto del decennio. Anche assumenti che il Pil globale sia un problema, la dimensione e il timing di questa risposta è un tema caldo”. E Barclays ha “ridotto le previsioni 2016 sul Brent a 42,5 dollari, ma a 60 dollari dal 2017 al 2020”.



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