Briciole d’Italia nella campagna per Usa 2016: le hanno disseminate, nell’ultima settimana, sia Hillary Clinton, citando Matteo Renzi, sia i media più autorevoli, con paragoni tra Silvio Berlusconi e lo stesso Trump. Ed è stato tutto più notato e commentato in Italia che in America.
Il NYT tracciava un parallelo tra i due magnati in politica (l’immobiliare li accomuna, l’istrionismo li unisce) e invitava gli elettori americani a studiarsi “la lezione italiana”, mentre il WSJ ammoniva che la vicenda di Berlusconi costituisce un precedente di cui tenere conto prima di votare Trump.
Hillary, invece, ha esplicitamente citato solo Renzi tra i leader mondiali a suo dire preoccupati dall’ascesa di Trump. E Renzi ha apprezzato le considerazioni dell’ex first lady: “Il populismo s’afferma in Europa, ma non solo: se si guarda alle elezioni negli Usa in questo periodo, penso che il problema non sia solo europeo”, ha detto il premier parlando al World Model United Nations.
Renzi commentava quanto detto dalla Clinton al forum elettorale alla Ohio State University, insieme a Bernie Sanders, il 13 marzo: “Ci sono leader stranieri che mi hanno chiesto se possono manifestare il loro sostegno per me pur di fermare Donald Trump”. L’ex segretario di Stato non aveva fatto i nomi dei leader che sostengono la sua corsa per la Casa Bianca, tranne proprio quello del premier italiano, che – aveva spiegato – “le ha pubblicamente manifestato appoggio”.