Lanzillotta, Tomaselli, Buemi, Scalia – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dello sviluppo economico e per gli affari regionali e le autonomie – Premesso che:
il Southern gas corridor (SGC) è l’infrastruttura di rilevanza strategica UE che realizzerà il primo collegamento diretto tra le ingenti riserve di gas naturale del Caspio (campo “Shah Deniz 2”) e le coste italiane, in un’ottica di diversificazione, incremento e maggiore regolarità dei flussi di gas, a beneficio della sicurezza energetica europea;
esso si compone di 3 diverse sezioni, il South Caucasus pipeline, SCPX (Caspio-Azerbaijan-Georgia), il Trans Anatolian gas pipeline, TANAP (Turchia), il Trans Adriatic pipeline, TAP (Grecia-Albania-Italia), a cui si aggiungerà un interconnettore Grecia-Bulgaria (IGB); sono allo studio ipotesi di estensione anche lungo la regione ionico-adriatica, a partire da Montenegro e Croazia;
l’opera è stata prescelta nel giugno 2013 (rispetto al concorrente “Nabucco”) e nel settembre successivo sono stati firmati a Baku, con 11 società europee (tra cui le italiane Enel ed Hera trading), i contratti di vendita a lungo termine del gas naturale, per complessivi 100 miliardi di dollari USA, su un periodo di 25 anni;
nel dicembre 2013 è stata annunciata la “decisione finale d’investimento” da parte delle società costruttrici, seguita nel settembre 2014 dalla cerimonia di “groundbreaking” a Baku e, nel marzo 2015, dall’inizio lavori del TANAP;
l’avvio dei lavori del TAP in Grecia è previsto per maggio 2016 e nel corso del 2016 è in programma anche l’avvio dei lavori in Italia; la data di arrivo del gas in Italia è fissata, al più tardi, per il gennaio 2020;
considerato che:
il SGC, con i suoi circa 3.200 chilometri di lunghezza, prevede un investimento complessivo di 45 miliardi di dollari e viene al momento considerato tra i maggiori investimenti in corso nel mondo nel settore dell’energia; vi partecipano, nell’assetto azionario dei 3 consorzi (SCPX,TANAP,TAP), undici grandi multinazionali (in primisl’azerbaijana SOCAR e la BP, ma anche l’italiana SNAM, di recente entrata nel TAP con il 20 per cento);
i Governi interessati (i 7 Paesi di transito, più la Bulgaria ed i 2 osservatori della regione Ionio-Adriatico, nonché la Commissione UE, il Regno Unito e gli USA, che ne ha sempre sostenuto il valore strategico ai fini della sicurezza energetica europea) si coordinano nell’ambito di un apposito “Advisory Council” che si riunisce annualmente a livello di Ministri dell’energia;
rispetto ad una domanda annuale europea pari nel 2015 a poco meno di 500 miliardi di metri cubici e prevista nel 2030 a 600 miliardi circa, il SGC ha il potenziale per divenire la terza fonte di importazione europea, dopo il gas della Russia e prima del gas di provenienza nordafricana;
per quanto riguarda nello specifico il TAP (Trans-Adriatic pipeline), tra i vantaggi dell’opera vi è un beneficio economico complessivo al momento stimato in circa 5 miliardi di dollari; un contributo strategico alla diversificazione e sicurezza energetica dell’Italia e dell’intera UE; l’opportunità per il nostro Paese, grazie anche al ruolo della rete SNAM, di divenire un hub regionale del gas nell’Europa meridionale; ingenti lavori già affidati, lungo i 3 tratti dell’opera, ad imprese italiane, per progettazione, costruzione e forniture di materiali; grandi opportunità per il sistema produttivo locale e per la creazione di posti di lavoro nei territori interessati; ampia disponibilità del consorzio TAP ad iniziative di corporate responsibility, da realizzare d’intesa con le amministrazioni e comunità locali, per sostenere nelle aree interessate progetti di rilevanza sociale ed interesse generale;
in Italia, il gasdotto toccherà terra a San Foca-Melendugno (Lecce), in Puglia, dopo un percorso di 878 chilometri, di cui 105 sottomarini; saranno 8 i chilometri di percorso via terra sul territorio italiano, dal quale, con ulteriore gasdotto di circa 60 chilometri in via di progettazione, le forniture del TAP si collegheranno alla rete nazionale della SNAM, che ne garantirà l’afflusso verso il resto d’Europa;
a seguito degli studi realizzati dalle competenti autorità nazionali, è acclarato l’impatto ambientale minimo, se non irrilevante, che l’opera è suscettibile di comportare sul territorio pugliese interessato;
sul piano delle procedure interne, a maggio 2015, dopo un lungo e complesso iter interministeriale, è stata adottata dal Ministero sviluppo economico, previa delibera del Consiglio dei ministri, l’autorizzazione unica finale per il progetto TAP,
si chiede di sapere:
se è vero che l’iter autorizzativo dell’opera ha incontrato e continua ad incontrare la persistente opposizione della Regione Puglia, al momento focalizzata sulla questione della rimozione e ricollocazione di un centinaio di alberi di ulivo, peraltro già autorizzata, nel mese di febbraio 2016, dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, determinando ritardi nella tabella di marcia stabilita;
quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di consentire che il progetto proceda nei tempi stabiliti, eventualmente attivando i poteri sostitutivi ad esso attribuiti ai sensi dell’articolo 120 della Costituzione.
(3-02709)