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Orange, Vivendi e Mediaset al gran ballo di Telecom Italia

Di Michele Arnese e Fernando Pineda

Matteo Renzi non benedice le nozze tra Telecom e la francese Orange. Ma questo non significa che Orange non faccia un pensierino all’ex monopolista italiano trovando magari intese con il connazionale Vincent Bollorè di Vivendi, socio del gruppo italiano con quasi il 24%. Anche se l’espansione in Europa non sembra tra le priorità di Orange, fanno notare alcuni analisti. È una priorità, invece, per Deutsche Telekom. In Italia, comunque, si continua a ipotizzare partnership imminenti fra Telecom e Mediaset grazie alle geometrie finanziarie e industriali architettate da Bollorè. Da un lato, con Vivendi che potrebbe comprare Mediaset Premium in vista anche di una piattaforma anti Netflix e, dall’altro, con Mediaset che punta da tempo sulla rete della società presieduta da Giuseppe Recchi e guidata dall’ad Marco Patuano. Sullo sfondo, come sottolinea da tempo Formiche.net, resta la strategicità della controllata Telecom Italia Sparkle, un asset nazionale esposto a mire straniere e con alcune novità organizzative interne tutte ancora decifrare. Ecco quello che è successo nelle ultime ore tra fatti, parole, indiscrezioni e scenari.

COSA SI DICE A PALAZZO CHIGI

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi non si è mai detto “felice di una fusione Orange-Telecom”, ma ha fatto un discorso più ampio sugli investimenti internazionali e l’Italia, come si può riscontrare nel video della conferenza stampa di ieri a Venezia (in occasione del vertice italo-francese di ieri. Lo hanno sottolineato fonti di Palazzo Chigi a proposito di ricostruzioni apparse su organi di informazione, in particolare su Repubblica.

LE PAROLE A VENEZIA

Eppure le parole del presidente francese François Hollande avevano dato legittimamente la stura a queste interpretazioni. Da Venezia, al 33esimo vertice Italia-Francia, Hollande, rispondendo a una domanda sull’ipotesi di fusione Orange-Telecom, si è detto ieri favorevole a “concentrazioni tra aziende italiane e francesi, anche nelle tlc se si vuole avere un peso” nel settore. “Abbiamo parlato di quello che potremmo fare sul piano industriale”, ha spiegato Hollande. “L’idea è quella di avere campioni europei in alcuni settori del futuro, come le energie rinnovabili, l’industria navale, probabilmente anche nella difesa e nelle tlc”. Più sfumata – secondo le cronache – la posizione del premier italiano, Matteo Renzi, che pur dicendosi “felice se si creerà un polo che potrà valorizzare la cultura latina, franco-italiana, europea”, ha anche detto: “Lasciamo che sia il mercato a fare la propria parte”.

LE PAROLE SIBILLINE DI ORANGE

E a riprova del fatto che l’ipotesi di Orange non fosse solo una invenzione dei giornalisti si possono rileggere le parole dette dal vertice della compagnia francese. “Se Bollorè ce lo chiedesse, valuteremmo una fusione”, ha detto il ceo dell’incumbent transalpino Stéphane Richard, a margine del lancio del brand Orange in Egitto, aggiungendo però di non credere che le intenzioni del presidente di Vivendi siano queste. In effetti, secondo alcune ricostruzioni, nell’incontro di mesi fa di Bollorè con il premier Renzi, il finanziere francese oltre a promettere di investire in Italia, e a voler assecondare i progetti del governo sulla banda larga, garantì che dietro di lui non c’era Orange. Ciò detto – si fa notare in ambienti finanziari – non significa che in un secondo momento Vivendi non possa coinvolgere Orange nella partita Telecom.

BOLLORÈ, NIEL E I NOMI

Sta di fatto che l’offensiva dei francesi – non solo Vivendi ma anche quella di Xavier Niel – sta già provocando domande e interrogativi. Niel e Bollorè davvero non agiscono di concerto come dicono? D’altronde se i due francesi agissero in simbiosi dovrebbero lanciare un’Opa, fa notare un osservatore. Nel frattempo il forcing di Bollorè desta più di qualche preoccupazione ai vertici di Telecom Italia per possibili cambi del top management. Come raccontato nei giorni scorsi da Federico Fornaro su Formiche.net, nei mesi scorsi il nuovo azionista di riferimento ha sondato potenziali candidati per un ricambio al vertice di Telecom: “A partire – ha scritto oggi Antonella Olivieri del Sole 24 Ore – da Mario Greco, quando ancora era alla guida di Generali, per arrivare all’ex ad di Sky Italia Tom Mockridge, all’ex ad Rai Luigi Gubitosi, all’ex ad Terna Flavio Cattaneo, all’attuale ad di Wind Max Ibarra. Alla lista dei manager contattati si aggiunge anche l’ex cfo ed ex responsabile delle attività sudamericane Andrea Mangoni – che da ultimo ha ricoperto il ruolo di dg a Fincantieri – che, a quanto risulta, era stato effettivamente sondato dai francesi intorno a metà gennaio, ma ha declinato l’invito”.

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