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Primarie, ecco chi (e perché) contesta Donald Trump

L’avvicinamento alla tappa di domani delle primarie è particolarmente turbolento per Donald Trump, tra contestazioni, polemiche, comizi annullati e minacce alla sua sicurezza. Ma il voto in Florida e Ohio, oltre che in Illinois, Missouri e North Carolina (e alle Marianne per i repubblicani), potrebbe portargli vittorie importanti in vista della sua nomination.

Stando ai sondaggi, infatti, il magnate dell’immobiliare si appresta a vincere in Florida e in Illinois: in Florida, è oltre 20 punti avanti al senatore di casa Marco Rubio (43% delle preferenze a 22%), che, battuto, sarebbe forse indotto al ritiro – il senatore del Texas Ted Cruz è al 21% -; in Illinois, è nettamente avanti a Cruz (34% a 25%).

In Ohio, invece, è in testa il governatore dello Stato John Kasich, che ha il 39% delle preferenze contro il 33% a Trump, mentre Cruz è al 19%: il governatore, che in Illinois è ben piazzato (21%), beneficia nel suo Stato della desistenza a suo favore di Rubio ed ha ricevuto endorsement pesanti, come quello dell’ex deputato dell’Ohio e presidente della Camera John Boehner. A suo favore, fa pure campagna il candidato repubblicano alla Casa Bianca nel 2012 Mitt Romney.

I dati vengono dall’ultimo sondaggio di Wall Street Journal / Nbc. Fra i democratici, Hillary Clinton si avvia a una tripletta, che, per Bernie Sanders, potrebbe essere un colpo da ko, anche perché sia Florida sia Ohio assegnano i loro delegati con il sistema che chi vince prende tutto. In Florida, l’ex first lady ha il 61% delle preferenze, il senatore del Vermont il 34%; in Illinois, i due sono 51% a 45%; in Ohio, 58% a 38%.

Ieri, domenica, Trump ha annullato un comizio in Florida per tenerne uno a Youngstown, in Ohio, cercando di erodere il vantaggio di Kasich (anche il governatore, se fosse battuto in casa, sarebbe probabilmente spinto al ritiro). Oggi, invece, fa di nuovo campagna in Florida, a Boca Raton, contea di Palm Beach, per evitare ‘ritorni di fiamma’ di Rubio.

Il guru nero Ben Carson, ex rivale e ora alleato del magnate, si propone come vice, in concorrenza con il governatore del New Jersey Chris Christie, che ha fatto un analogo percorso.

Nonostante gli incidenti verificatisi negli ultimi giorni ai suoi appuntamenti elettorali – proteste, arresti, scazzottature, un tentativo d’incursione sul palco -, Trump si dice e appare “galvanizzato”: “Ci riprenderemo il Paese”, proclama, dopo che venerdì, per l’entità delle contestazioni, ha voluto cancellare un evento a Chicago, la città di Obama, e che sabato, a Kansas City, la polizia ha usato spray al peperoncino per placare i manifestanti fuori dal luogo di un comizio.

Per i fatti di Chicago, Trump sostiene che i contestatori erano legati al democratico Sanders: “Attento!, che ti mando i miei”, lo mette in guardia; il senatore del Vermont risponde che la gente ha il diritto di contestare lo showman, che Trump è un “bugiardo patologico” e che “nessuna persona razionale” baserebbe sui muri una politica dell’immigrazione. Per la Clinton, lo showman incoraggia, con le sue dichiarazioni e i suoi atteggiamenti, tensioni e violenza e desta preoccupazioni all’estero. Intanto, il presidente esorta i candidati a evitare “insulti” ed a non alimentare “divisioni basate sulla razza e sulla fede”.

La Clinton e Sanders sono stati ieri protagonisti di eventi in Ohio: su pena di morte, controllo delle armi, Wall Street hanno ripetuto le loro posizioni. E l’ex segretario di Stato ha ribadito di essere “la più preparata” per battere Trump e fare il presidente.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016



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