Prima della pubblicazione dei conti del quarto trimestre 2015 che hanno portato a confermare le guidance per l’esercizio in corso, l’ad Stefano Cao ha fatto anche un’altra cosa: ha messo mano al piano di rilancio Fit for Future, rafforzando alcune delle misure previste. Sul fronte dei costi, per esempio, sono stati individuati ulteriori risparmi per circa 200 milioni di euro, rispetto al target iniziale che sale così da 1,3 a 1,5 miliardi di euro.
I CONTI
L’impatto positivo diretto sull’ebit è di 1 miliardo di euro. L’ottimizzazione dei costi ha già portato a migliorare l’ebit di 150 milioni nel secondo semestre del 2015. Le previsioni per il 2016 sono di un miglioramento del risultato operativo pari a 370 milioni di euro, che dovrebbe salire a 480 milioni nel 2017: totale, appunto, un miliardo. Prosegue anche il ridimensionamento della presenza in Canada e Brasile, ma anche in Angola, Australia e Gran Bretagna.
IL PETROLIO
Il mercato è debole a causa dei prezzi del petrolio, ma intanto, tra offshore e onshore, nel settore dell’Engineering & Construction si stanno presentando ben 24 nuove occasioni di business, per un controvalore di circa 38 miliardi. Nelle Americhe, ExxonMobil, Kinder Morgan e Cfe/Transcanada pipelines. Nell’Africa nord-occidentale spicca Eni , con i futuri sviluppi in Egitto nel blocco Shorouk, a Zabazaba in Nigeria, e Loango in Congo, e poi BP ed E-Chem Petrochemical.
LA MAPPA
Nell’Asia centrale, esattamente in Kazakhstan, già si prospetta una seconda tranche di interventi alle tubature necessarie per far ripartire Kashagan, e Saipem, che è al lavoro nel maxi-giacimento del Mar Caspio, è ovviamente ben posizionata per un bis. C’è poi il Medio Oriente dove la richiesta di impianti di trattamento per il gas e raffinerie è in crescita costante, dall’Arabia Saudita all’Oman. Con l’aggiornamento delle commesse potenziali elencate da Saipem, emerge anche una novità che riguarda ancora Eni. Il Cane a sei zampe, infatti, potrebbe assegnare quest’anno il contratto per i lavori sottomarini necessari al giacimento di Mamba, nell’area 4 del bacino di Rovuma, Mozambico. Si tratta di uno dei più grandi giacimenti a gas del mondo, e la tempistica della gara sta a indicare che la tabella di marcia indicata da Eni per lo sviluppo delle scoperte effettuate in Mozambico procede.
I RAPPORTI CON ENI
Nei giorni scorsi, il gruppo ha avuto il via libera al piano per Coral, il primo dei campi dell’area 4, e che «Eni e i suoi partner stanno perseguendo lo sviluppo delle importanti riserve di gas della scoperta di Mamba, per la quale nel dicembre 2015 è stato raggiunto l’accordo di unitizzazione con l’Area 1 (operata da Anadarko, ndr)», Proprio Anadarko ha selezionato Saipem per un impianto Lng, sempre in Mozambico. L’assegnazione del contratto è prevista dopo l’approvazione del piano investimenti, attesa per quest’anno.
(Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)