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Tutte le veganate di Simone Salvini (imitato da Maurizio Crozza)

chef Simone Salvini

Nella puntata del 26 febbraio dello show televisivo Crozza nel paese delle meraviglie, in onda ogni venerdì su La7, il comico Maurizio Crozza si è cimentato in una nuova imitazione: giacca e grembiule da cuoco, occhiale nero squadrato e tanta, tanta passione per le piante, le verdure e la frutta. Il personaggio imitato è Simone Salvini, chef rinomato tra gli appassionati vegani, e ora, grazie a Crozza, famoso anche tra chi mangia carne e pesce.

“Buona sera, qual è il suo nome?”, chiede la voce fuori campo al Crozza-Salvini; “Mi chiamo Germidi, Germidi Soia“, questo il nome inventato da Crozza per l’imitazione dello chef. “Sono uno chef vegano – continua il comico – del ristorante Satùt-de-Cartòn. La mia è una cucina ayurvedica, crudista, non cuocio e non lavo gli alimenti, per rispetto alla verdura che non è detto si voglia fare il bagno”. Il pubblico ride e Crozza con lui. Ma, da casa, se la ride anche Salvini – quello vero – seppure la sua imitazione se la sia gustata in differita. “Non avevo la televisione accesa. Mi sono arrivate decine di messaggi di amici ma io ho continuato con il libro su Tiziano Terzani che stavo sfogliando”, dichiara lo chef al Corriere.it.

Questo il post pubblicato da Salvini sul suo profilo Facebook.

Tweet chef Salvini a Crozza

Ecco passioni, ricette e pensieri dello chef vegano che in questi giorni è protagonista di parecchie conversazioni (e discussioni) sui social network.

UN CURRICULUM DA LACRIME

Maurizio Crozza, nell’imitarlo, è partito proprio da una frase di Salvini pronunciata nel corso di un puntata di Vegetale in onda su Gambero Rosso Channel. “Anche la verdura piange. Vedi – parlando con il suo aiutante – questa zucca sta piangendo, l’abbiamo tagliata e lei si è ferita. Sai cosa fanno gli indiani per ovviare a questo problema? Pregano. E chiedono scusa”.

Il rimando alla preghiera indiana non è casuale: Salvini, fiorentino di 57 anni, ha fatto pratica di cucina ayurvedica in India. Poi è stato il principale collaboratore di Pietro Leemann al Joia, ristorante milanese “di alta cucina naturale”, dove ha preparato piatti riconosciuti con una stella Michelin. Ma Salvini, nel 2007, decise di mollare anche il guru della cucina natural per dedicarsi all’insegnamento. Dal 2008 è docente in alcuni Istituti alberghieri di Milano; ha anche collaborato alla formazione dei cuochi interni della Camera dei Deputati a Roma. Dal 2009 è Chef docente dell’Associazione Vegetariani Italiana e dell’Istituto Europeo di Oncologia di Umberto Veronesi. E così via fino ad arrivare tra le mani di Crozza e finire nella parodia in onda su La7.

LE (NON) PRIVAZIONI VEGANE

“La cucina vegana viene sempre descritta come un mondo di privazioni – dichiara Salvini in una lezione alla scuola Master della cucina italiana – ma in realtà è una cucina consapevole, d’indagine, che si pone delle domande, che non è impoverente ma arricchente. A me piace utilizzare moltissimo le erbe, oppure le spezie al fine di ottenere dei sapori interessanti, stimolanti. Mi tantissimo la frutta secca… per me questa avrà in futuro una bella strada davanti”.

Ma Salvini riserva consigli anche per i suoi colleghi…

I VEGETALI (SOFFRONO)

Simone Salvini, checché ne dica Crozza, non si considera un vegan di ferro. “Nel mondo vegano più ortodosso – afferma lo chef in un’intervista al Corriere.it – c’è anche chi pensa che sia giusto mangiare solo i frutti già caduti dagli alberi e c’è chi non mangia le carote per non estirparle da terra”. Ma Salvini non la pensa così: “Sono meno radicale di quel che si pensi” anche se “ognuno è giusto che faccia le sue scelte”. Anche se Salvini chiosa: “Comunque è stato dimostrato che anche i vegetali hanno un sistema nervoso, anche se meno sensibile del nostro”.

GLI HACKER GASTRONOMICI 

Come ogni chef che si rispetti, anche Salvini ha il proprio fedele aiutante, Nick Difino, 49enne pugliese, con il quale ha condotto Vegetale, programma in onda su Gambero Rosso Channel.

La professione di Nick Difino è “foodj e hacker gastronomico” ma lui preferisce definirsi “un rivoluzionario, un militante per la difesa del cibo buono e salutare”. “Per migliorare il mondo – afferma il foodj – basterebbe orientarsi sui cibi a chilometro zero, consumare meno carne, ridurre il packaging e consumare locale”. E quando si fa la spesa, afferma Nick in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, questo è il suo consiglio: “Immaginate di avere accanto la vostra bisnonna: tutto quello che lei non riconoscerebbe non è un alimento. Bisogna ridurre tutto all’osso, andare alla purezza di quello che mangiamo”.


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