I piccoli azionisti di Telecom Italia flirtano già con il nuovo socio forte del gruppo? E’ la domanda che gli addetti ai lavori si stanno facendo in queste ore dopo aver letto la missiva che Asati, l’associazione che riunisce e rappresenta i piccoli soci del gruppo presieduto da Giuseppe Recchi e guidato dall’ad, Marco Patuano, ha inviato ai vertici del gruppo e all’intero consiglio di amministrazione della società.
Nella lettera, l’associazione presieduta da Franco Lombardi intima al board del gruppo di dimettersi. Il motivo? La “compagine consiliare” non è “rappresentativa dei nuovi assetti azionari. In altre parole, voi consiglieri non rappresentate che voi stessi”. La critica viene avanzata in simbiosi con un apprezzamento per l’arrivo del socio forte di Telecom Italia, ossia la francese Vivendi di Vincent Bolloré che ha circa il 24% dell’ex monopolista. Scrive infatti l’associazione dei piccoli azionisti: “L’arrivo del nuovo socio di riferimento, ormai alla soglia dell’OPA, è l’unica buona notizia che si profila all’orizzonte di una sempre, da oltre 15 anni, più martoriata Telecom Italia. I nuovi amministratori sono persone di esperienza, capaci e che hanno dato prova di attenzione a ciò che conta davvero”.
Parole ben diverse da quelle pronunciate pochi giorni fa dallo stesso Lombardi in una conversazione con Formiche.net. Ecco quello che ha detto il presidente di Asati lo scorso 10 marzo a proposito delle mire di Vivendi e di Bolloré: “Non c’è nessuna logica industriale, tra Vivendi e TI non c’è nessuna sinergia significativa. Chi lo dice mente, bastava come ben fatto da TI fare un bell’accordo commerciale, vedi SKY, Netflix e altri, e vendere i contenuti senza entrare oggi in un ovvio conflitto di interessi. Si pensi a quanto è successo con Telefonica, che è un grande operatore di tlc, si annunciavano 3 miliardi di euro di sinergie in 3 anni in Telecom Italia. Risultato finale: un numero vicino allo zero. Quindi pensi se possono esserci sinergie con Vivendi! Vivendi realizzerà una plusvalenza sul loro investimento avendo: oggi loro hanno un valore di carico del 23.48% a circa 1,1 euro”
ECCO LA LETTERA INTEGRALE INVIATA OGGI AD ASATI AI VERTICI DI TELECOM
Oggetto: invito dimissioni CDA e rinnovo board a 9 nell’assemblea del 25 maggio 2016.
Egregi Consiglieri e Sindaci
Questa lettera è un richiamo alla vostra responsabilità, personale e professionale. La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti, dei vostri in particolar modo. All’immobilismo dettato da una apparente delegittimazione di questo management si aggiunge un contesto di avversione alla nostra società senza precedenti da parte anche di organismi Istituzionali Nazionali.
Voi avete il dovere di agire senza ulteriore ritardo.
Il rincorrersi di notizie di sfiducia dei vertici della società ed il silenzio assordante dei nuovi soci, da cui ci saremo aspettati una smentita che non è mai arrivata, impongono a Voi di assumere la decisione che i mercati, i piccoli azionisti, i dipendenti, che vivono in un clima di destabilizzazione e incertezza nella conduzione dell’Azienda, ed il Paese si aspettano. L’arrivo del nuovo socio di riferimento, ormai alla soglia dell’OPA, è l’unica buona notizia che si profila all’orizzonte di una sempre, da oltre 15 anni, più martoriata Telecom Italia. I nuovi amministratori sono persone di esperienza, capaci e che hanno dato prova di attenzione a ciò che conta davvero.
Il loro operato è però, fortemente attutito da una compagine consiliare non rappresentativa dei nuovi assetti azionari. In altre parole, voi consiglieri non rappresentate che voi stessi.
In nome del superiore interesse di Telecom Italia, come già Asati ha sottolineato nella scorsa assemblea del 15 dicembre 2015, chiediamo:
- a tutti i consiglieri di assumere l’unica decisione possibile: dimettetevi. Fatelo nel corso del 17 di marzo, affinché non si pensi che la percezione dei vostri compensi possa essere d’ostacolo al futuro della società;
- ai Sindaci che si facciano garanti di fronte al mercato che questo, potenzialmente delegittimato consiglio, in occasione del prossimo cda del 17 marzo o in un altro ad aprile precedente l’assemblea del 25 maggio (prima occasione per la scelta del nuovo board), discuta e ponderi con attenzione i contenuti della nostra esortazione.
Date modo al nuovo socio di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea, proporre di nominare un nuovo consiglio di dimensioni ragionevoli, 9 componenti, che sia quindi più snello, più efficiente e sensibilmente più economico. Il nuovo CDA per caratteristiche, affinità e scelta possa dare a Vivendi lo strumento essenziale ed imprescindibile della continuità nello sviluppo di Telecom Italia, come del resto ben intrapreso dal nuovo sfidante piano industriale 2016-2018, apportando quei suggerimenti di natura strategica e industriale che un grande gruppo come Vivendi dovrebbe avere nel suo DNA. Ve lo chiediamo noi, lo chiedono i mercati ed il Paese. Le minoranze e gli azionisti individuali, anche dipendenti, dovranno essere rappresentati in modo significativo con la speranza questa volta che le minoranze non ripetano i gravissimi errori del recente passato consumatisi nell’assemblea di aprile 2014.
Presidente Asati
Ing. Franco Lombardi