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Trump, una tomba falsa e un nipotino vero

Per Donald Trump, una giornata tra la vita – la nascita del terzo figlio della figlia Ivanka, l’ennesimo nipotino – e la morte: qualche buontempone di cattivo gusto ha collocato, l’altra mattina, a Central Park, una tomba fittizia del battistrada nella corsa alla nomination repubblicana, una lapide con la scritta ‘Trump Donald J.’ e l’anno di nascita ‘1946’, senza quello di morte. La tomba è stata messa presso la ‘Tavern on the Green’, un famoso ristorante, all’altezza della 66a Strada.

L’autore dell’iniziativa resta al momento sconosciuto. La lapide è stata subito rimossa dagli addetti alla sicurezza del parco, ma la sua foto è subito rimbalzata su tutti i social network. Sull’epitaffio si leggeva: ‘Ha portato di nuovo l’odio in America’ (Made America Hate Again), parafrasi dello slogan del magnate dell’immobiliare, ‘Facciamo di nuovo grande l’America’ (Make America Great Again).

Lo ‘scherzo’ della tomba dà un’idea della polarizzazione di sentimenti che Trump suscita, anche a New York, che è la sua città e dove le primarie saranno il 19 aprile. E la lapide ha fatto più notizia della nascita, largamente prevista, di Theodore James, figlio di Ivanka e del marito Jared Kushner. Modella e imprenditrice, Ivanka ha ‘postato’ una sua foto sul letto d’ospedale con il piccolo tra le braccia.

Giorni fa, ‘nonno’ Donald, parlando a una lobby ebraica a Washington, aveva ricordato che Ivanka s’è convertita alla fede del marito, ebreo: “Mia figlia – aveva detto – sta per avere un bimbo ebreo”. Ivanka è stata molto presente nella campagna dello showman: è stata lei, ad esempio, a suggerirgli di essere più “presidenziale”, dicendogli – parola di Trump – “Papà, sei il più intelligente, ma devi agire in modo più presidenziale, quando ti attaccano non devi perdere la testa”.

Il che non ha però diminuito la rissosità di Trump, che adesso minaccia di fare causa perché il suo rivale Ted Cruz, nonostante abbia perso le primarie in Louisiana, avrebbe ottenuto più delegati di lui nello Stato. Nel voto del 5 marzo, Trump aveva avuto 11 mila in voti più di Cruz – quasi 125 mila contro quasi 114 mila – ma Cruz si ritroverebbe ora con più delegati. E lo showman minaccia su twitter: “Giusto per dimostrare quanto possono essere ingiuste le primarie repubblicane, io ho vinto la Louisiana e ho ottenuto meno delegati di Cruz […] Causa in arrivo”.



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