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Bioetica e sessualità, le responsabilità della Chiesa e le sfide del femminismo

Sono passati decenni dall’inizio della riflessione sulla fecondazione in vitro, e nonostante ciò gli echi di quello che è stato definito “l’inizio del tentativo di individuare la definizione di una nuova antropologia umana” si sentono ancora oggi, nella sensazione di un “cambiamento di epoca” e nella necessità di riconoscere come “l’unicità del nascere fondata sulla Verità non può essere sottomessa alle logiche del mercato”. Di questi temi si è parlato alla presentazione del libro “La dignità del nascere”, edito dall’Associazione culturale S. Filippo Neri e curato da Emanuele Bilotti, che raccoglie l’intervento postumo di Pietro Barcellona e quelli di Paolo Sindoni Ricci e Angelo Vescovi. Al dibattito hanno preso parte Monsignor Lorenzo Leuzzi, Mariapia Garavaglia, Enrico Del Prato, Donatella Caserta, Giuseppe Vacca che ha fatto pervenire un suo intervento. L’evento è stato moderato dalla conduttrice di Tv2000 Monica Mondo.

LA PREOCCUPAZIONE DI MONSIGNOR LEUZZI

Quello che si evidenzia nelle parole di Monsignor Leuzzi è una indubbia preoccupazione, uno sprone a rivedere molte posizioni, rimarcata in tre principali aspetti. Il primo è “che non è vero che ciò che è accaduto oggi non è stato previsto. L’Humanae Vitae di Paolo VI, al tempo era osteggiata da tutti perché non se ne riusciva a capire la profeticità, ci diceva già che quella ipotesi dell’umano avrebbe portato alla procreazione senza la sessualità. E anche la Chiesa ha le sue responsabilità, nel aver dato poco valore alle parole di Paolo VI”. Il secondo aspetto allarmante è che “se vogliamo salvare la democrazia dobbiamo salvare la sessualità. Oggi siamo in una grande crisi di democrazia, ci sono forze che vogliono ridurla, e per rilanciare la partecipazione in una società globalizzata dobbiamo garantire la pari dignità. L’unico mezzo per farlo è l’amore coniugale”.

IL RILANCIO NECESSARIO DELLA SESSUALITÀ

Quello che “dobbiamo impegnarci a fare è rilanciare la sessualità, e il femminismo, che deve mobilitarsi su quelle situazioni della contemporaneità” che minano “la dignità del nascere: la persona umana deve nascere degna di sé”. Il terzo aspetto poi è “il problema della natura: ci stiamo avvicinando sempre più alla natura nei termini di un cammino verso un naturalismo storico molto preoccupante. Trent’anni fa esisteva un rapporto tra natura e cultura, oggi invece la cultura stessa è diventata natura, e non viceversa. La gente percepisce di andare verso una omologazione naturalistica, con verniciature religiose, che è l’abnegazione della natura umana”. È proprio perché “abbiamo la percezione di essere oggetti storici che ci rendiamo conto di non poter manipolare della natura. È la storicità che ci impone di essere maschio e femmina, se non lo fossimo non saremmo nemmeno soggetti storici”. Il cristianesimo “non è una morale, è grazie a Dio se ci siamo liberati da una norma morale. Egli ci mette in condizione di essere soggetti storici per mezzo di Cristo che è entrato nella storia, e questo è possibile solo nel riconoscimento della dualità maschio-femmina”. Al contrario oggi “andiamo verso un anti-democrazia, verso la povertà e la cultura dello scarto, mentre Papa Francesco ci indica di andare nella direzione dell’incontro. Dobbiamo dire con forza che i cristiani non sono contro la sessualità, ma neanche per sogno. La più alta forma di storicità non è fare volontariato, ma è l’amore coniugale. Se la storicità è nel rapporto contrattuale siamo finiti: il primo invito quello di sposarsi”.

IL RICHIAMO AI POLITICI CATTOLICI DELLA GARAVGLIA SUL GLOBAL BABY

“Mentre per anni abbiamo riflettuto e discusso, la scienza andava avanti” dice Mariapia Garavaglia. “Abbiamo bisogno di far riflettere la comunità dei legislatori. Se io dico che sono mia divento oggetto per gli altri, e così anche il bambino e via dicendo”. Questo, “purtroppo, spesso non è chiaro. C’è un forte lavoro da fare anche nel neo-femminismo”. Quando si considerano le persone “come delle cose, si verificano eventi tragici, la storia ce lo dimostra. Oggi la globalizzazione ci pone un problema. Dove sono finiti i politici cattolici? C’è un problema di coerenza cristiana, e in questi messaggi c’è il bisogno di creare coesione sociale: basterebbe l’eticità. La democrazia non è più tale se ritiene di poter mettere le mani nell’uomo di domani. E l’idea del global baby poi è una totale cretinata”.

I LIMITI DEL DIRITTO E IL LISTINO PREZZI PER LA GRAVIDANZA

Enrico Dal Prato, civilista, da par suo avverte “l’impotenza del diritto”, anche di fronte a due diverse concezioni: “una che prende atto dell’esistente e lo disciplina a seconda di determinati orientamenti, e la seconda che promuove nuovi aspetti sociali”. È vero “che l’aspetto religioso è legato alla persona e non può essere una dogma. Deve però esserlo il bene dell’uomo: il diritto è per l’uomo, e il benessere dell’uomo, che è il fine, non può essere legato ad aspetti particolari dell’umano”. Voler “liberalizzare al massimo questi fenomeni mi ricorda il diritto del lavoro, che nasce con la società industriale, e che ci dice che dove c’è un contratto qualsiasi basta l’accettazione delle parti a farlo funzionare. Oggi la problematica della gestazione si pone esattamente in questi termini, ma va considerata anche sotto il profilo del dono”. Le situazioni perciò “non si possono fissare in maniera netta ed esclusiva, e Pietro Barcellona prende in considerazione un segmento con il quale dobbiamo fare i conti”. Anche se, come dice Donatella Caserta, docente e ginecologa, “c’è un grande giro economico attorno al tema di vite e nascite, e molti dei soggetti che ne fanno parte sono privati. Ci sono persone che arrivano da noi chiedendoci informazioni su come fare una gravidanza, e si portano dietro con una lista di prezzi stampati da internet: è palese che bisogna assolutamente trovare un luogo dove sedersi e ragionare”.

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