Anche le donne sono state protagoniste della seconda guerra mondiale. Con la mostra documentaria e fotografica intitolata Camioniste polacche. Ausiliarie del Secondo Corpo d’Armata Polacco. Dalla Russia all’Italia. 1942-1946, allestita a Roma nella Casa della Memoria e della Storia dall’8 aprile e fino al 20 maggio, si ricorda e si rende omaggio alle donne che prestarono servizio nell’esercito come autiste e camioniste in ruoli e incarichi solitamente ricoperti dagli uomini.
La mostra rappresenta una significativa occasione di recupero della memoria di una storia poco conosciuta, soprattutto dalle nuove generazioni, ed è composta da 25 pannelli che propongono le immagini provenienti dall’archivio fotografico del Polish Institute and Sikorski Museum di Londra accompagnate da didascalie utili a contestualizzare gli eventi ritratti e a fornire l’approfondimento storico che valorizza il significato dell’esposizione.
Scampate alle deportazioni e alle carceri sovietiche, queste giovani donne si arruolarono come volontarie nel secondo conflitto mondiale e furono addestrate insieme ai compatrioti maschi, operando poi nell’esercito come ausiliarie, non solo nelle tipiche mansioni di infermiere, vivandiere o radiotelegrafiste, ma anche come autiste e camioniste. Considerate fino ad allora soltanto mogli e madri, nell’esercito si ritrovarono a lavorare circondate da uomini, a guidare da sole grossi camion, indossando divise coloniali, pantaloni da uomo, pantaloncini o gonne “moderne”, in un’epoca in cui la vista di una caviglia o delle ginocchia destava ancora scalpore. Assumendo ruoli e incarichi solitamente ricoperti dagli uomini, hanno così combattuto anche gli stereotipi di genere, infrangendo regole e tradizioni. Con immagini curiose, come quella di due “camioniste” impegnate a rimettere in sesto un veicolo americanissimo di marca Dodge.
Durante la Campagna d’Italia il Corpo d’Armata polacco si distinse in varie operazioni militari come la conquista di Montecassino (Linea di Gustav) e le battaglie di Piedimonte (Linea di Hitler), Loreto, Ancona, sfondamento della Linea Gotica, Faenza e la liberazione di Bologna. I polacchi combattevano fianco a fianco con le truppe italiane del I Raggruppamento Motorizzato, la prima grande unità combattente del ricostituito Esercito Italiano e con diverse unità partigiane, riconfermando il fraterno spirito d’amicizia che da secoli univa la Polonia e l’Italia. Al Cimitero Militare Polacco di Montecassino, dove sono sepolti oltre mille soldati polacchi, sono rimaste queste parole scolpite sulla grande croce che sovrasta il cimitero, eretta su Monte Calvario: – “Per la nostra e vostra libertà – Noi soldati polacchi abbiamo dato la nostra anima a Dio, la nostra vita alla terra italiana, i nostri cuori alla Polonia”.
La mostra documentaria e fotografica, curata dall’Associazione di promozione sociale e culturale Le Rondini, è promossa da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali e Turismo, Direzione Programmazione e Regolamentazione Attività Culturali, Servizio Spazi culturali Biblioteche di Roma in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, con il patrocinio dell’Ufficio Consolare dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Roma. La mostra è stata ideata dall’Associazione culturale italo – polacca Malwina Ogonowska di Bologna in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano.